Corso Information literacy e storia

Conclusioni
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LICEO "REBORA"
Rho Liceo delle Scienze Sociali

Il futuro ha un cuore antico
 
  
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Conclusione

 

In definitiva, un bibliotecario che oggi voglia fornire utili indicazioni per la formazione di un sapere storico  non può trascurare la rete:

  1. perché il web mette a disposizione risorse che possono essere anche interessanti e diverse, nei contenuti e nei formati, rispetto a quelle fornite dal testo a stampa, risorse che possono integrare quelle del libro ma anche costituire legittimamente altro rispetto al testo scritto ( un file audio/video con un discorso di Mussolini ci dà informazioni che un testo scritto non può darci);
  2. perché tra gli storici è in atto un dibattito sul ruolo, la funzione, i limiti e le possibilità del web  come luogo per la formazione di un sapere storico; dibattito che non è possibile ignorare, poiché  testimonia l’esistenza di una realtà, quella cioè di una “storia in rete”; v. il sito specifico “Storia e Internet” della Università di Firenze:   http://www.storia.unifi.it/_storinforma/ 
  3. perché appunto questa “storia in rete”, tutta questa serie di tentativi di fare storia sul web, professionali e non,  conseguenti e non al dibattito di cui sopra, se venissero semplicemente ignorati da parte degli operatori culturali in genere (dalla scuola alla biblioteca)  determinerebbero il rischio di un pubblico abbandonato a se stesso e che nella navigazione rischia facilmente di incappare e fermarsi nel migliore dei casi alla memoria personale o di gruppi presentata come “vera storia”, e nel peggiore dei casi di incontrare la pseudostoria, l’informazione-spazzatura.

 

Pertanto l’operatore di biblioteca dovrebbe considerare e praticare internet e la rete:

 

  1. non solo come strumento di organizzazione/gestione interna delle proprie risorse, di comunicazione/fruizione delle risorse della  biblioteca da parte del pubblico (prenotazione di testi, comunicazioni con gli utenti in merito allo stato delle richieste etc.);
  2. ma anche come parallelo strumento da offrire al proprio pubblico per  l’acquisizione di conoscenza storica in forme sia testuali che multimediali complementari (non sostitutive) rispetto a quelle del libro (la conoscenza storica del fascismo non si esaurisce nella fruizione del file audio/video del discorso di Mussolini); 
  3. come ulteriore occasione, per il pubblico della biblioteca e  per lo stesso operatore di biblioteca,  per l’esercizio di uno spirito-pensiero critico da esercitarsi nei confronti degli stessi diversi canali e strumenti del sapere storico.

 

E quale sapere più consapevole di quello che è in grado di ragionare su se stesso, le proprie fonti e i propri strumenti?

Una bibliotecario  che sappia indirizzare il suo pubblico in questa direzione, in realtà non fornisce soltanto un servizio, ma svolge in effetti un vero e proprio ruolo educativo e formativo.

 

 

 

 

 

 

Autore: Andrea Marzulli
Copyright Andrea Marzulli e LIUC 2002-2004
 
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