Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale
Collocazione: 3830

Autore: Carulli Bruno
Data: 24/02/2005

Titolo: La dimensione aziendale: una variabile nella definizione degli assetti organizzativi

Relatore: Martone Andrea
Correlatore: Minelli Eliana Alessandra

Autorizzazione per la consultazione: SI
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

L'ambiente economico ipercompetitivo in cui ci si trova a competere al giorno d'oggi ha portato le imprese a competere su fronti che mettono sempre più in discussione i tradizionali modelli di struttura organizzativa. La flessibilità dovuta alla volatilità dei vantaggi competitivi creati e distrutti da continue ondate di innovazione che caratterizzano l'economia, hanno portato alla conclusione che l'innovazione, e quindi la creazione di conoscenza, è la nuova fonte di vantaggio competitivo. Per creare conoscenza servono persone adatte ma è soprattutto la struttura organizzativa che ne permette la creazione e la diffusione all'interno dell'organizzazione. Ecco quindi che l'attenzione degli studiosi di strategia aziendale alla ricerca del vantaggio competitivo si è spostata dal posizionamento all'organizzazione. La progettazione di una struttura organizzativa, secondo Chandler, dipende molto dall'ambiente competitivo in cui si trova il prodotto/servizio che l'azienda offre. Il punto di partenza della progettazione sta quindi nel comprendere le dinamiche del sistema competitivo e anticiparle. Questo si può fare monitorando mercati precursori o situazioni analoghe in altri paesi. O ancora analizzando elementi del settore di appartenenza con i numerosi modelli di analisi del mercato, primo fra tutti il modello di Porter. Arrivando così ad elaborare dei possibili scenari. La difficoltà di previsione, tuttavia, in alcuni casi, è talmente elevata da non poter permettere un' affidabile programmazione della dimensione aziendale e del fabbisogno di personale. In queste situazioni ecco che l'attenzione si sposta sui fautori di questi cambiamenti. Ci si sposta verso la domanda di mercato e quindi sui prodotti/servizi e sui clienti. E' attorno a quest'ultimi che si concentrano la attenzioni. La soddisfazione per il cliente diventa la parola d'ordine. Ecco quindi che l'organizzazione basata su team autogestiti rappresenta la risposta migliore alle nuove esigenze in quanto racchiude in se la maggioranza delle interdipendenze necessarie per arrivare alla soddisfazione del cliente. In questo modo, dipendenti con diverse specialità funzionali si trovano a lavorare all'interno della stessa unità alla realizzazione e/o commercializzazione d'interi prodotti/servizi. I clienti e il mercato possono così trasformarsi nella principale fonte di controllo, la struttura può appiattirsi, i processi laterali velocizzarsi e gli attori organizzativi sentirsi un po' più imprenditori interni. Si arriva alla conclusione dunque che, per quanto riguarda le grandi imprese, la progettazione ideale è quella attorno ai prodotti/servizi e ai clienti. Lasciando che il mercato sia il meccanismo di coordinazione interna e arrivare, quindi, alla formazione di cluster di piccole unità imprenditoriali dove i dipendenti si sentiranno maggiormente motivati. Per quanto riguarda le imprese di minori dimensioni come migliore soluzione si prospetta la forma ad n (forma a network) o impresa virtuale. L'unione di forze imprenditoriali sinergiche porta, con questo tipo di organizzazione, alla creazione di attori competitivi a livello mondiale come testimoniano anche alcune imprese Italiane (Benetton, Diesel, Ducati).

 
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