Autore: Niccolai, Silvia
Titolo: IL dibattito intorno alla svolta universalistica e dignitaria del diritto antidiscriminatorio.
Periodico: Diritto e società
Anno: 2014 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 313 - Pagina finale: 353 - Parte: SAGGI

L'articolo discute le due componenti della 'svolta universalistica e dignitaria' che il diritto antidiscriminatorio sta conoscendo sia negli Stati Uniti sia in Europa. Secondo alcune tesi il riferimento alla dignità dovrebbe favorire rivendicazioni antidiscriminatorie di tipo nuovo, come quelle legate all'omosessualità, evitando d'altro canto i costi sociali - frammentazione e risentimento - che la tradizionale protezione anti-discriminatoria fondata sulla nozione di gruppo svantaggiato provocherebbe. Un secondo gruppo di tesi guarda alla dignità come a un modo per approfondire e arricchire la conoscenza delle controversie antidiscriminatorie, rendendone possibile una argomentazione più problematica, aperta e pluralistica: queste tesi tendono cioè a migliorare le prestazioni , sinora spesso deludenti perché formalistiche , della non discriminazione come strumento della valutazione giuridica. L'articolo sostiene che il primo gruppo di tesi, nelle quali la dignità rimanda all'idea, prettamente politica, di uguaglianza come principio anticaste, aspira solo a migliorare l'efficienza dell'antidiscriminazione come tecnica di ingegneria sociale, e, perciò, rimane dentro la matrice utilitaristica in cui il diritto antidiscriminatorio è stato costruito , che è scettica vero il diritto perché lo concepisce solo come uno strumento per allocare potere sciale, e non anche come una forma di conoscenza e di ragione.il secondo gruppo di tesi ,con cui l'immagine della dignità serve a richiamare l'idea di eguaglianza come equità e come reciprocità , richiama in causa le virtù , trasformative e socialmente costruttive, del 'suum cuique' , e rappresenta un appello alla riscoperta del diritto come spazio per l'esercizio d i una forma della ragione capace di ragionevolezza ,e cioè di rapportarsi con l'opinabile e il controverso. Questo secondo gruppo di tesi dunque, e sia pure in modo implicito e sinora non pienamente teorizzato , mette per la prima volta in discussione le premesse strumentali del diritto antidiscriminatorio, e ci invita a domandarci quanto la difficoltà, molte volte dimostrata , de diritto antidiscriminatorio di promuovere il mutamento nei valori della convivenza sia dovuta proprio a quelle premesse.




SICI: 0391-7428(2014)2<313:IDIASU>2.0.ZU;2-

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