Autore: De Carli, Paolo
Titolo: Privatizzazioni e pubblici poteri.
Periodico: Diritto e società
Anno: 1996 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 345 - Pagina finale: 382 - Parte: SAGGI

L'A. muove dall'ordinamento comunitario ad una progressiva liberalizzazione nel campo dei grandi servizi( specialmente di quelli cd " a rete"). Nel confronto costante con tale orientamento sviluppa l'analisi della " via italiana" , tracciata dalla normativa di privatizzazione, dal " piano di riordino" governativo e dalle successive specifiche iniziative di liberalizzazione. Ne emerge la constatazione che è stato messo in moto un preliminare processo di trasformazione delle imprese pubbliche in vista di una generalizzata operazione di privatizzazione sostanziale ( peraltro non imperativamente richiesta dalla disposizioni UE) e della adozione di provvedimenti volti alla riduzione dei dritti speciali ed esclusivi e alla separazione fra funzioni di gestione e di regolamentazione. Venendo all'esame della mutazione formale degli enti è messo in evidenza, attraverso una serie di nodi normativi analiticamente presi in esame , il fenomeno di sovrapposizione di elementi privatisi su un impianto in cui permangono numerosi momenti autoritativi e pubblicistici già propri della precedente disciplina o introdotti con la nuova in modi anche mascherarti. Vengono ritenuti consistenti elementi di etero direzione delle £ società derivanti" individuati oltre che secondo modelli tradizionalmente pubblicistici anche attraverso un eccezionale allargamento della sfera dei poteri dell'azionistica pubblico (Ministero del Tesoro). Se non vi sono mezzi per contestare il permanere sotto, varie forme , del potere direttivo pubblico, si presentano l'ora come legittimi i dubbi sulla natura formalmente privata delle " società derivanti". Anche se l'analisi condotta secondo i paramenti utilizzati dalla giurisprudenza e dottrina prevalenti impedisce di tornare ad un inquadramento fra gli enti pubblici , gli elementi di specialità della disciplina appaiono tali e tanti di far concorrenza glie elementi di diritto comune propri del modello civilistico. Le " società derivanti" dalle trasformazioni navigano in un limbo strano" di diritto special" e, pur non potendo mantenere la qualifica giuridica di " enti pubblici" , conservano una " pubblicità sostanziale" secondo i criteri ei identificazione del " pubblico" invalsi nel diritto comunitario di cui si può contrastare ed auspicare un sempre più allargato utilizzi nel diritto interno. La nuova politica comunitaria di liberalizzazione dei derisivi trova in seguito uno strumento di specifica attuazione coll'approvazione della legge Cavazzuti n.481 del 1995. Con essa l'impresa pubblica e concessionaria di pubblici servii è maggiormente inserito nel mercato e distanziata ( mediante la creazione delle Autorità di regolazione) dalla autorità politica e ammnistrativa e tuttavia, per una serie argomentata di motivazioni non si può affermare che essa venga sottratta alla funzionalizzazione pubblica. Non si può a questo punto sottrarre all'interrogativo ( a cui è dedicato il punto 4) se il rivestimento di pani privatistici " speciali" di enti che mantengono una sostanziale dominanza ordinamentale pubblica svolga conseguenze negative sul versante dell'imputazione delle responsabilità( politiche e amministrative) e su quello dei controlli propri al settore pubblico.




SICI: 0391-7428(1996)3<345:PEPP>2.0.ZU;2-C

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