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Autori
Panebianco, Mauro
Laurenti, Andrea
Orlandi, Luca

Titolo
Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda: il modello della Compliance integrata
Periodico
Economia e diritto del terziario
Anno: 2010 - Volume: 22 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 593 - Pagina finale: 612

Negli ultimi anni, l’evoluzione della normativa e la crescente complessità dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformità, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all’esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le società di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e più elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l’evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l’universo dei clienti, dei dipendenti e della società più in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all’etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo più efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.



SICI: 1593-9464(2010)22:3<593:UNRPFD>2.0.ZU;2-7
Testo completo: http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_Rivista.aspx?IDArticolo=43370&Tipo=Articolo PDF

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