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Titolo
Crisi del diritto, oggi?
Periodico
Diritto e società
Anno: 2011 - Fascicolo: 1 - Pagina iniziale: 37 - Pagina finale: 48 - Parte: SAGGI

L'Autore si interroga sul significato della odierna crisi e, più in particolare, della crisi del diritto, della quale ormai da tempo i giuristi parlano. Muovendo dalla osservazione per cui il significato saliente del sostantivo "crisi" non ha una valenza negativa ma, al contrario, sottolinea un transito da un certo contesto ad un altro, un presente che si fa futuro, l'Autore rileva come sia indubbio che oggi siamo investiti da un crisi , da una stagione di passaggio che dalla modernità giuridica porta al post-moderno. Questo processo ha inizio a fine Ottocento - quando il corpo sociale preme e inizia a frantumare quell'ordine giuridico, rinsaldato dalla rivoluzione francese, che aveva nello Stato il controllore del " sociale" e il monopolizzatore della produzione giuridica - e si protrae poi nel Novecento . E' in questo secolo che v'è la riscoperta della fattualità, che il diritto ottocentesco il più delle volte e comprimeva , e che verranno pian piano erosi quegli strumenti, quali le "carte dei diritti" e i Codici, coni quali si era creduto di poter arrestare il corso della storia a una certa data. Le "carte dei diritti" cedono presto il passo alle Costituzioni novecentesche, che esprimono la società, rappresentano un prius rispetto all'apparato statuale, si fanno portatrici di valori, ossia di criterii e orientamenti che l'effimero e l'episodico non riescono a sfiorare, e sono pertanto durevoli. I Codici, dal canto loro, continuano ad avere realizzazioni rilevanti anche nel secolo post-moderno e lo Stato, a fronte della loro usura determinata dalla frizione fra la loro immobilità cartacea e il movimento/mutamento della società uscita dalla seconda guerra mondiale, ha tentato di colmare i vuoti con una folta legislazione speciale che non è però riuscita nell'intendo adeguatore. E' qui che si manifesta, piena , la crisi , che nella sua accezione negativa va intesa come severa e stringente messa in discussione delle forme -ossia delle fonti - entro le quali la modernità ha preteso di imbrigliare il diritto: crisi della legge, sempre più incapace di disciplinare il movimento/mutamento ,e crisi del moderno sistema rigidamente gerarchico delle fonti. La crisi allora, nel senso negativo abitualmente attribuitole, concerne le fonti, la loro pluralizzazione e detipicizzazione, ma non il diritto che, in perenne ascolto delle richieste del corpo sociale, respinge la sua dimensione ufficiale, quella legislativa, per recuperare invece su altri piani, e in primis su quello della interpretazione/ applicazione, che è oggi da cogliersi come ultimo momento del processo formativo della norma.



SICI: 0391-7428(2011)1<37:CDDO>2.0.ZU;2-O

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