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Autore
Ruggeri, Antonio

Titolo
Revisioni formali, modifiche tacite della Costituzione e garanzie dei valori fondamentali dell'ordinamento
Periodico
Diritto e società
Anno: 2005 - Fascicolo: 4 - Pagina iniziale: 451 - Pagina finale: 517

L'autore apre la sua riflessione critica attorno a quella che è usualmente ritenuta una premessa indiscutibile di ogni ragionamento sulle revisioni costituzionali per via formale; ovvero che esse, in quanto unicamente limitate (peraltro, per la communis opinio, solo in negativo) dai principi di base dell'orientamento (e, risalendo, dai valori fondamentali da essi positivamente rappresentati), costituiscono sotto ogni riguardo le manifestazioni più elevate e forti di potere costituito, al di fuori e sopra di esse unicamente dandosi il potere costituente, nelle sembianze ad ogni modo forzose con cui si esprime e fa valere. Questa comune credenza racchiude in sè un fondo innegabile di verità ma richiede, ad opinione dell'autore, di essere fatta oggetto di alcune, non secondarie precisazioni. Puntando lo sguardo sulla struttura degli atti e sui collegamenti di ordine funzionale che tra gli stessi dinamicamente s'intrattengono nell'esperienza, ci si avvede di come le innovazioni costituzionali possano, ad un tempo, esprimere una forza formidabile, sì da abbattere i valori fondamentali e dar vita a nuove vicende ordinamentali nel segno della discontinuità costituzionale, ma anche soggiacere a limiti particolarmente intensi, la cui complessiva connotazione mal si coglie in prospettiva formale-astratta e piuttosto richiede, appunto, un diverso orientamento metodico-teorico. Di ciò l'autore ne da conferma su più piani e attraverso esperienze parimenti differenti. In primo luogo, è da tenere presente l'avvertenza, già altrove fatta e qui nuovamente ripresa e con ulteriori argomenti svolta, secondo cui la discontinuità al pari della continuità costituzionale si fa riconoscere, il più delle volte (e salvo, dunque casi clamorosi ma praticamente assai remoti), non già in vitro, al momento della posizione degli atti di modifica costituzionale e/o della loro astratta lettura, bensì in vivo e dunque ex post, per il modo con cui gli enunciati costituzionali ricevono svolgimento nell'esperienza e complessivamente s'inverano ( a mezzo di ulteriori atti di normazione, indirizzi giurisprudenziali, pratiche, giuridiche e non, in genere). Seppure, dunque, gli atti, costituzionali occupino stabilmente ed indiscutibilmente il "posto" più elevato nella scala delle fonti è vero che si alimentano incessantemente ed abbondantemente dagli atti sottostanti, alla loro luce rinnovandosi senza sosta di senso. La teoria delle fonti ci consegna una rappresentazione della gerarchia delle fonti stesse di un certo tipo, la teoria dell'interpretazione tuttavia mostra quanto fluida e mobile sia piuttosto la relazione tra le fonti stesse e come, dunque, in non pochi casi la gerarchia secondo forma possa addirittura capovolgersi su se stessa, ora per cedere il campo ad una gerarchia secondo valore, in ragione delle "coperture" (assiologiche, appunto) che legano le norme le une alle altre e tutte assieme ai valori, ed ora in nome di una gerarchia culturale che - come si è venuti dicendo - gioca in non poche circostanze (ed anzi ordinatamente) a favore degli atti c.d. inferiori ed a discapito di quelli sovraordinati (particolarmente proprio quelli di vertice). La notazione appena svolta è preziosa per cogliere la varietà delle combinazioni che possono concretamente aversi tra le revisioni formali della Carta e le sue modifiche tacite. In disparte l'evenienza della loro stanziale fungibilità (le medesime norme potendo alle volte risultare prodotte per l'una o per l'altra via), il condizionamento delle une rispetto alle altre può essere "bidirezionale".



SICI: 0391-7428(2005)4<451:RFMTDC>2.0.ZU;2-J

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