Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale - classe 17
Collocazione: 4941

Autore: Falvella Michele
Data: 26/09/2006

Titolo: L'evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale. Analisi del Caso ASL - Salerno 2

Relatore: Minelli Eliana Alessandra

Autorizzazione per la consultazione: SI
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

“…Ci è chiesto di amare e onorare la vita di ogni uomo e di ogni donna e di lavorare con costanza e coraggio, perché nel nostro tempo, attraversato da troppi segni di morte, si instauri finalmente una nuova cultura della vita, frutto della cultura della verità e dell’amore .” E’ con queste parole che il Papa Giovanni Paolo II, nell’enciclica “Evangelium Vitae”, lancia un appello accorato affinché, nel nostro mondo, caratterizzato sempre più spesso dalla parola morte, possa instaurarsi finalmente, una “nuova cultura della vita”, che porti ad onorare e rispettare il valore ed il diritto di ogni uomo e di ogni donna. Le parole del Pontefice si rivolgono in particolare al mondo sanitario: medici, infermieri, che, ogni giorno, si trovano a fare i conti con la sofferenza e con la morte, e a sperimentare quindi il grande valore della vita umana. Soltanto con un lavoro costante e coraggioso da parte di chi è chiamato ad avere nelle proprie mani una grande “responsabilità”, è possibile cancellare quei “segni di morte” che oggi, purtroppo, scrivono la storia della nostra società. Da qui l’importanza delle riforme che, negli ultimi anni, stanno investendo il settore sanitario nazionale. Esse tendono, in particolare, ad un miglioramento della qualità del servizio offerto e a fare in modo che ci sia, da parte delle strutture sanitarie, una risposta più efficiente e immediata, in grado di rispettare, in primo luogo, la condizione del paziente e, in secondo luogo, di offrirgli la migliore prestazione: tecnica ed umana. Nell’ambito della Pubblica Amministrazione, infatti, il settore sanitario ha sempre rivestito notevole importanza, in quanto va a toccare quelli che sono i diritti fondamentali dei singoli e della collettività, sanciti costituzionalmente (2), e costituisce uno degli elementi che contribuiscono alla definizione dell’immagine del sistema paese nel suo complesso. La salute è infatti un bene che va tutelato in ogni modo, e i principi che devono guidare l’azione di coloro che operano in tale ambito sono l’universalismo e l’equità, in quanto si tratta di un diritto di tutti ed è necessario garantire pari opportunità di accesso alle prestazioni e pari possibilità di utilizzo dei servizi da parte di tutti i cittadini, indipendentemente dal loro status sociale: in questo senso assumono grande rilevanza anche i concetti di solidarietà e di giustizia sociale, come valori morali fondamentali, che rendono manifesto come etica e sanità siano fortemente legate. Come recita la Dichiarazione Mondiale sulla Salute (3), «godere di un buono stato di salute costituisce uno dei diritti fondamentali di ogni essere umano. La buona salute è la precondizione per il benessere e per la qualità della vita ; è il riferimento per misurare la riduzione della povertà, la promozione della coesione sociale e l’eliminazione della discriminazione. La buona salute è fondamentale per una crescita economica sostenibile. L’investimento in salute attraverso un approccio intersettoriale non solo offre nuove risorse per la salute, ma anche ulteriori tipi di benefici importanti, contribuendo nel lungo periodo allo sviluppo sociale ed economico complessivo». Un sistema sanitario perfettamente funzionante è infatti il sogno di tutti i governanti e di tutti i cittadini. Ma è un sogno difficilmente realizzabile. Sono troppe le componenti in contrasto, che conducono a dei trade-off insanabili: ? ?i costi della ricerca con la continua necessità di fronteggiare da un lato l’insorgere di nuove malattie, dall’altro le necessità di una popolazione che invecchia ? ?la personalizzazione dell’assistenza a fronte della diminuzione del personale e dei posti letto, se non la definitiva chiusura delle strutture, al fine di ridurre quanto più possibile le spese di gestione ? ?l’accentramento delle attività nei centri d’eccellenza a fronte dell’esigenza di copertura di tutto il territorio, anche delle zone più disparate. La sanità è quindi alla continua ricerca di un difficile equilibrio fra universalismo ed equità, da una parte, ed efficacia, efficienza ed appropriatezza dei servizi dall’altra, tenendo conto che l’indicatore di raggiungimento degli obiettivi deve restare comunque la soddisfazione del malato piuttosto che il risultato di bilancio. Ormai il processo di aziendalizzazione è definitivamente avviato, non è possibile tornare indietro, ma è ancora opportuno cercare di ottimizzare le modalità d’applicazione e di utilizzo degli strumenti di carattere aziendale. Nella legge 502/1992, che sancisce la prima riorganizzazione in senso aziendalistico del nostro sistema sanitario, vengono poste le basi per la definizione dei LEA, cioè dei livelli essenziali di assistenza che devono essere sempre e comunque garantiti dal sistema alla popolazione. L’azienda sanitaria rappresenta lo strumento operativo del servizio sanitario nazionale attraverso cui vengono erogate le prestazioni che costituiscono la risposta sistematica alle esigenze dei cittadini:riveste quindi una funzione di pubblica utilità e ha il compito di dare attuazione alla programmazione nazionale e regionale per quanto concerne gli obiettivi di salute. Molte sono state le novità introdotte da quella legge: dalla regionalizzazione all’introduzione di principi di management e di elementi di competitività fra le strutture, da un coinvolgimento più deciso della componente medica nella gestione economica dei servizi all’attribuzione di autonomia alle singole aziende. Ma soprattutto è cambiato il modo di vedere il paziente, considerato come un utente del sistema sanitario nazionale interessato soprattutto alla qualità delle prestazioni che riceve piuttosto che alle dinamiche interne alla struttura a cui si rivolge. Nel processo di cura non è coinvolto solo il paziente, ma anche i medici, gli infermieri e gli operatori; tutti sono chiamati ad adeguarsi alle novità che il governo e le regioni hanno introdotto nel sistema per riuscire a sfruttare appieno le potenzialità in esso presenti, per valorizzare ciò che la ricerca e le nuove tecnologie hanno portato alla luce, per perseguire il miglioramento continuo che nasce dall’accumulo di conoscenze e di esperienze, e per fornire na risposta sempre più vicina, da un punto di vista sia clinico che umano, alle aspettative di coloro che hanno bisogno di assistenza. Dove c’è un processo (4), è necessaria un’organizzazione dello stesso per raggiungere il risultato nel miglior modo possibile. Nell’azienda sanitaria tutto ruota attorno ai processi e in questo periodo, superando la tradizionale suddivisione in funzioni e mansioni, si sta “ritornando alle origini”: l’introduzione del percorso di cura scaturisce infatti proprio da un nuovo modo di intendere e gestire il lavoro del personale medico e sanitario, che punta su un’organizzazione che pone al centro il paziente-utente, attorno al quale si sviluppa il flusso delle attività, con il coinvolgimento di strutture e ruoli organizzativi. I profondi cambiamenti della sanità hanno comportato la nascita di un nuovo sistema di professionalizzazione e di responsabilizzazione nel quale anche gli operatori sanitari non medici, un tempo chiamati professionisti tecnici/ ausiliari, vengono ad assumere rinnovata importanza. . Per rendere possibile ciò, è stata necessaria una trasformazione nell’organizzazione di queste professioni: nuove competenze, nuove qualifiche, nuovi percorsi formativi. Essendo l’argomento sconfinato, vengono analizzati solo alcuni aspetti, che si diramano lungo un preciso percorso: in particolare, il progetto ha origine dalla definizione delle nuove figure professionali sanitarie e, seguendo un cammino a ritroso, si risale al dipartimento, come modello strutturale per gestire efficacemente tali nuove figure, e all’evoluzione organizzativa e tecnologica che ha contraddistinto l’azienda sanitaria nel suo complesso. Tale evoluzione viene quindi a rappresentare il collegamento fra due riorganizzazioni che si sono verificate nel settore: quella generale, iniziata con la” Riforma ospedaliera” del 68’ (Legge Mariotti) e quella sostanziale iniziata nel 1992 con il decreto legislativo 502. Il primo capitolo si apre con un excursus sugli elementi fondamentali che hanno caratterizzato l’evoluzione organizzativa del Sistema Sanitario Nazionale (S.S.N.) ; vengono poi presi in considerazione gli aspetti propri dell’organizzazione quali: struttura, meccanismi operativi, stile di direzione e i rapporti che fra gli stessi intercorrono e che conducono alla definizione di forme organizzative. In conclusione al capitolo, inoltre, viene presentato il caso Aziendale “ASL-Salerno 2” che mette in evidenza l’analisi della domanda di salute e la pianificazione strategica dell’offerta di prestazioni sostenibili, tramite la presentazione del nuovo atto aziendale che ha riassettato completamente l’organizzazione strutturale dell’ Azienda sanitaria Salerno-2.

 
| Indice del sito della Biblioteca | Homepage del sito della Biblioteca