Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale e Management - Classe LM-77
Collocazione: 20919

Autore: Fortunato Marco
Data: 16/12/2022

Titolo: Studiare il diversity management e il ruolo del diversity manager nel contesto italiano odierno: evoluzione nel tempo, criticità e strategie

Relatore: Minelli Eliana Alessandra
Correlatore: Rivolta Jonathan Maria

Autorizzazione per la consultazione: NO
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

La gestione delle molteplici forme di diversità presenti all’interno delle organizzazioni non è semplice come potrebbe pensarsi. Per svolgere la seguente analisi: “indagare il fenomeno della gestione delle diversità nei contesti italiani ed in particolar modo la figura del Diversity Manager, individuandone competenze, strategie, criticità e sviluppi futuri”, si è scelto di partire dai recenti dati forniti dall’ISTAT che mostrano uno scenario tutt’altro che favorevole per l’Italia, che viene collocata un passo indietro rispetto a numerosi paesi Europei circa l’adozione delle strategie di Diversity Management. L’apertura delle imprese verso i mercati globali ha favorito sensibilmente il processo di internazionalizzazione della forza lavoro, mettendo le aziende nella condizione di doversi adattare per fronteggiare le diversità cercando di promuovere la convivenza del multiculturalismo sui luoghi di lavoro. Per il raggiungimento degli obiettivi è stato utilizzato un approccio qualitativo basato su interviste semi strutturate ad un campione di Diversity Manager che operano in differenti realtà italiane, al fine di confrontarne le diverse evidenze e percezioni personali. Da quanto emerso nel corso dei confronti con le diverse figure, le caratteristiche più rilevanti che queste persone debbono avere, sono: Capacità di ascolto, empatia, capacità di osservazione e sospensione del giudizio, Apertura al confronto con le altre realtà, coraggio nel sapersi assumere i rischi, riservatezza, consapevolezza della fatica, e costante attenzione all’aggiornamento delle competenze. La cultura aziendale è una leva strategica di comunicazione molto importante, infatti, più di una organizzazione ha dichiarato di aver svolto in passato analisi e sondaggi per provare ad identificare i punti critici della propria cultura organizzativa. Viene inoltre sottolineata la difficoltà nell’apportare significative modifiche allo stile di cultura presente nell’organizzazione. Il settore del Diversity Management negli ultimi anni ha acquisito un ruolo sempre più centrale, mostrando importanti traguardi nelle aziende, con benefici concreti non solo per la qualità della vita (anche lavorativa) dei dipendenti, ma anche per il buon andamento ed il virtuosismo dell’intera realtà aziendale. Ma nonostante questo, emergono le seguenti criticità: l’esiguità dei budget destinati alla realizzazione ed organizzazione delle differenti iniziative, vi è ancora una parte di soggetti che non nasconde lo scetticismo che nutre nei confronti di questo settore, casi in cui il Top Management è poco o per nulla formato in materia e considera le attività di D&I un mero spreco di risorse trascurando gli effetti positivi che si avrebbero a cascata sul funzionamento dell’azienda. Con riferimento alle strategie adottate dal Diversity Manager, è emerso che queste sono strettamente legate alla cultura propria di ciascuna organizzazione. Rispetto ad una decina di anni fa, sono stati compiuti passi importanti in Italia per quanto riguarda l’attenzione alle tematiche di D&I da parte delle organizzazioni. Complici sicuramente le politiche nazionali ed internazionali, attraverso la spinta del PNRR, e delle nuove certificazioni promosse. La promozione di attività D&I consente sicuramente di attrarre un maggior numero di talenti, infatti, vi è un ritorno positivo nella promozione di questo tipo di attività, ma vi è una diversa capacità di percezione dei benefici che ne derivano: in realtà private di grandi dimensioni è più semplice cogliere a pieno i vantaggi dell’investimento in strategie di Employer Branding, a differenza di realtà di enti pubblici in cui il sistema di selezione è più rigido ed oggettivo, e rende più ardua la valorizzazione della personalità del singolo individuo.

 
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