Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale - classe L-18
Collocazione: 19642

Autore: La Verghetta Giulia
Data: 25/10/2021

Titolo: Lavoro femminile e pandemia. Verso una trasformazione del paradigma della parità di genere: il caso Pilkington Italia.

Relatore: Minelli Eliana Alessandra

Autorizzazione per la consultazione: NO
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

Sin dal passato, tutte le grandi crisi hanno scardinato situazioni preesistenti e dato luogo a nuovi scenari, trasformando in un qualche modo il sistema sociale ed economico. Tra queste, l’emergenza planetaria per la pandemia dovuta al virus Sars-Cov-2 (Covid-19) non fa eccezione. Una dimensione su cui la letteratura accademica sta tuttora riflettendo è quella della parità di genere, che, soprattutto in campo lavorativo, si ritiene sia messa in discussione in seguito al caos indotto dal Covid-19. Il presente studio si propone di indagare sugli effetti della pandemia nella Pilkington Italia, una realtà multinazionale con sede in Abruzzo, a San Salvo (CH). Dopo un approfondimento su elementi come la segregazione occupazionale o l’intersezionalità, è stato portato avanti un confronto tra comportamenti maschili e femminili proprio in rapporto alla crisi sanitaria. Alla luce di questo, si è concluso che, nei fatti, le donne sono in una posizione meno vantaggiosa rispetto agli uomini. La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario anonimo ad un campione di lavoratori e lavoratrici, eterogeneamente individuati fra le varie posizioni occupate in ambito aziendale. Il sondaggio era composto di cinque sezioni, rispettivamente intitolate così: “informazioni preliminari”, “famiglia e pandemia”, “lavoro e pandemia”, “lavoro da remoto” e “le conseguenze della pandemia”. L’evidenza empirica dimostra come le donne, soprattutto quelle non conviventi con figli a carico, abbiano sofferto di più le conseguenze socio-economiche della crisi sanitaria, in termini di conciliazione tra sfera privata e professionale. Inoltre sono state individuate criticità anche sul piano psicologico: le lavoratrici, in misura superiore, hanno ammesso di temere di contrarre l’infezione da Covid-19 sul luogo di lavoro. Queste sono, allo stesso tempo, preoccupate che le conseguenze economiche negative, dovute alla pandemia, gravino su di loro, attraverso licenziamenti o tagli agli stipendi. Ulteriore tema di rilievo, evidenziato anche nel questionario e fonte di accesi dibattiti nella ricerca accademica, è stato il lavoro da remoto, più nello specifico lo smart working. Difatti, l’opinione si è scissa tra chi ne vedeva i benefici dovuti alla flessibilità garantita alle donne e chi, invece, nonostante comprendesse il punto di vista della controparte, ne sottolineava le possibili conseguenze negative. La suddetta ambivalenza è emersa anche dalle risposte raccolte. Infatti, dai risultati del sondaggio, in Pilkington il genere femminile ha intravisto l’opportunità di fruire di una maggiore flessibilità con una forma di lavoro ibrida, ma, allo stesso tempo, i più elevati livelli di stress e di affaticamento riferiti, proprio in rapporto al lavoro da remoto, sono risultati più difficili da sostenere. Dunque, i dati a supporto della tesi secondo cui la parità di genere nelle organizzazioni aziendali sia stata messa in discussione a seguito della pandemia sono numerosi, sebbene, ad esempio, lo smart working, abbia potenzialmente offerto alle lavoratrici nuove opportunità. E’ importante, però, che gli effetti insidiosi della crisi questo processo di cambiamento in atto non vadano a minacciare le conquiste raggiunte sulla parità di genere. Questa è la sfida che l’intera società civile, con grande senso di responsabilità, è chiamata a raccogliere al più presto.

 
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