Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale e Management - Classe LM-77
Collocazione: 16606

Autore: Barletta Matteo
Data: 17/07/2018

Titolo: La comunicazione interna aziendale come strumento della costruzione di senso - il caso Unicredit

Relatore: Minelli Eliana Alessandra
Correlatore: Bertola Marco

Autorizzazione per la consultazione: SI
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

In questa tesi si cerca di approfondire ed illustrare come viene vissuto il cambiamento in un mondo estremamente normato, burocratico e codificato come quello delle banche, con particolare riferimento all’ambito della comunicazione interna in UniCredit. Partendo dagli studi condotti da Karl Weick sul sensemaking e sull’importanza dei processi cognitivi che consentono all’individuo di dare una forma alle proprie esperienze, viene analizzato un caso di collasso all’interno di un’organizzazione, evidenziando il bisogno, per un’impresa, della presenza di strutture sovra-ordinate utili a facilitare il passaggio da una prospettiva individuale ad una collettiva. Grazie agli studi di Scott Sonenshein sull’importanza della forza lavoro in un processo di cambiamento, si passa, quindi, dal concetto di sensemaking a quello di sensegiving e, attraverso le visioni di Sally Maitlis e Daniel Robichaud si cerca di capire come questi concetti, all’apparenza in contrapposizione, possano coesistere e venire rappresentati all’interno di un’organizzazione attraverso la comunicazione tra due o più individui. Da qui ci si muove andando ad analizzare la realtà del settore economico in analisi a livello nazionale e regionale, presentando le varie modificazioni occorse all’intero sistema bancario nell’ultimo decennio e, soprattutto, gli effetti che queste hanno avuto sulle organizzazioni operanti in quella determinata area merceologica. Dopo aver approfondito l’andamento economico- finanziario di UniCredit e dei suoi principali competitors, ci si concentra sul piano industriale “Transform 2019”, lanciato dal gruppo meneghino due anni fa, presentando due punti di vista differenti: quello dei vertici aziendali e quello dei dipendenti. Proprio attraverso questo confronto si scopre come i messaggi che i leader lanciano al fine di veicolare l’organizzazione nella sua interezza verso una visione comune volta ad una trasformazione del modello tradizionale di business, vengano recepiti in maniera difforme dalla base operativa, anche a causa di un tessuto sociale che, negli anni, a livello politico-strategico, è stato fortemente protetto da politiche sindacali che hanno portato alla creazione di un settore molto più tutelato, dal punto di vista della sicurezza del posto di lavoro, rispetto ad altri. Per cercare di risolvere questo problema a livello organizzativo in quanto, a livello reddituale, il nuovo piano industriale sta andando persino meglio del previsto, si propone di rivolgere una maggiore attenzione alle opportunità di crescita rivolte al personale interno all’organizzazione per cercare di stimolare la creatività e, così, svicolarsi da modelli e schemi d’azione che, a causa di riforme mai ideate se non nell’ultimo decennio, hanno portato il personale ad una convergenza verso pratiche poco propense all’innovazione.

 
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