Autori: Legrenzi, Paolo, Umiltà, Carlo, Malaguti, Daniele
Titolo: Formazione universitaria e professioni: il caso peculiare della psicologia
Periodico: Giornale italiano di psicologia
Anno: 2017 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 509 - Pagina finale: 530

La psicologia è una disciplina «frammentata» (Gaj, 2016), nel senso che è caratterizzata da una grande distanza fra risultati della ricerca e uso che di questi risultati si fa nella professione. La ricerca psicologica avanza, ma i risultati che ottiene non hanno alcuna influenza sulla professione esercitata dalla maggioranza degli psicologi professionali. In Italia, vi è divaricazione fra le conoscenze teoriche che sono alla base della professione e le azioni concrete che caratterizzano questa professione. L'università è molto aperta ai nuovi saperi, in ambito psicologico, che emergono dalla ricerca; tale apertura si riflette sulla preparazione che è offerta nei corsi di studio in psicologia. Questi nuovi saperi, però, non hanno alcun impatto sulla professione che la maggioranza degli psicologi andrà a svolgere. Circa il 55% dei laureati in psicologia svolgono una professione «nella quale le conoscenze di psicologia clinica sono essenziali e non infrequentemente entra in gioco qualche forma di psicoterapia». È stata presa in esame l'offerta formativa di quelle che sono, per la psicologia, le cinque maggiori sedi universitarie italiane: Bologna, Milano-Bicocca, Padova, Roma-La Sapienza e Torino. Il numero di crediti formativi (CFU) in discipline rilevanti per il tipo di professione che gli psicologi andranno a esercitare varia, a livello di laurea magistrale, da un minimo di 36 a un massimo di 102 su 180 crediti formativi totali. Alla laurea magistrale seguono quattro anni di scuola privata di specializzazione. È plausibile supporre che questa mancanza di unitarietà e di continuità tra studi e professione abbia indebolito l'immagine della professione stessa, contribuendo a una sorta di inflazione dell'offerta di laureati, finendo per premiare, non gli elementi autentici di novità e di rigore scientifico, ma quelli che poggiano su una concezione ingenua e tradizionale della disciplina. I dati Istat del 2016 mostrano che i laureati del gruppo disciplinare psicologico sono quelli che hanno il tasso di disoccupazione più alto a un anno dalla laurea (31,5%) e le retribuzioni medie più basse. Una peculiarità della professione psicologica, che la rende diversa da tutte le altre professioni è proprio lo scarto profondo tra i presupposti della formazione universitaria e i contenuti impartiti nelle scuole private di specializzazione che preparano alla professione. Questo scarto divide gli psicologi e li indebolisce rispetto a categorie, come, ad esempio, quella dei medici, dove tale frammentazione non sussiste.




SICI: 0390-5349(2017)3<509:FUEPIC>2.0.ZU;2-4
Testo completo: https://www.rivisteweb.it/download/article/10.1421/88351
Testo completo alternativo: https://www.rivisteweb.it/doi/10.1421/88351

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