Autore: Vallerani, Massimo
Titolo: Fiscalità e limiti dell'appartenenza alla città in età comunale. Bologna fra Due e Trecento
Periodico: Quaderni storici
Anno: 2014 - Volume: 147 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 709 - Pagina finale: 742

La diffusione dell'imposizione diretta nelle città comunali dal Duecento in avanti, segna un passaggio importante nelle forme di appartenenza alla città: l'iscrizione dei beni nell'estimo e il pagamento delle collette sono elementi necessari per essere riconosciuti come "cives". Di converso, l'evasione delle imposte e la non iscrizione all'estimo sono letti come atti di infedeltà politica, con severità crescente a partire dal primo Trecento. I contorni dell'evasione e le conseguenze sulla cittadinanza sono esaminati attraverso le fonti del comune di Bologna, in particolare i libri di «malpaghi» e i registri giudiziari del primo decennio del Trecento. I primi attestano un'evasione di massa delle imposte dirette: più della metà della popolazione attiva (iscritti agli estimi) si sottrae al pagamento delle collette o non si iscrive all'estimo. I registri giudiziari, invece, testimoniano la severità delle conseguenze dell'evasione: gli evasori perdevano la protezione del comune e non potevano essere difesi in tribunale in caso di aggressione. Il contrasto tra la severità delle pene e l'ampiezza dell'evasione fa emergere una crisi profonda dell'imposizione diretta come meccanismo di appartenenza: una parte rilevante della popolazione e alcune importanti famiglie dell'élite economica non si riconoscono più nel sistema fiscale comunale.




SICI: 0301-6307(2014)147:3<709:FELDAC>2.0.ZU;2-Y
Testo completo: http://www.rivisteweb.it/download/article/10.1408/80370
Testo completo alternativo: http://www.rivisteweb.it/doi/10.1408/80370

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