Autore: Cacciavillani, Chiara
Titolo: La cosa giudicata.
Periodico: Diritto e società
Anno: 2016 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 255 - Pagina finale: 279 - Parte: SAGGI

L'indagine sulla cosa giudicata è da sempre incentrata sul suo oggetto e sul suo perimetro di vincolatività, nell'incessante oscillazione tra le antitetiche - ma al contempo ambedue imprescindibili - esigenze di stabilità e di giustizia dell'accertamento giurisdizionale. Oggi questo secolare assetto è entrato in crisi: sia per effetto di spinte volte ad allargare, in nome della certezza e dell'economia processuale, la sfera giuridica vincolata o toccata dal giudicato, quali la problematica figura del giudicato implicito, a sua volta differenziantesi tra rito e merito, e le riflessioni giurisprudenziali sull'efficacia esterna del giudicato che coinvolge rapporti giuridici preteriti fondati sulle medesime questioni di fatto o di diritto e sull'effetto espansivo esterno nei confronti di atti amministrativi consequenziali ma rimasti inoppugnati; sia per effetto di opposti afflati verso la ragione più liquida o più preclusiva che temperano la pervasività delle tendenze espansive. Tutte figure prive di sicuri contorni e limiti e, specie nella loro combinazione, foriere di gravi sconnessioni e incertezze. Queste indubbie tendenze espansive, lette in disagevole coordinamento con i loro malcerti temperamenti, unite allo spesso disinvolto impiego dello strumento della denegatio actionis da abuso del processo in rapporto all'interesse da tutelare, non soltanto mostrano una incomprensione e una inadeguata recezione degli stimoli della Corte di giustizia volti a ricostruire il sistema delle tutele in un'ottica rimediale più che dogmatica, ma, in ultima analisi, rendono ragione dell'improprietà dell'integrale scardinamento della nozione strutturale del giudicato in favore dell'opzione (meramente) funzionale.




SICI: 0391-7428(2016)2<255:LCG>2.0.ZU;2-7

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