Autore: Garofalo, Luigi
Titolo: Carl Schmitt e la
Periodico: Diritto e società
Anno: 2007 - Fascicolo: 2 - Pagina iniziale: 171 - Pagina finale: 212

Die Lage der europaischen Rechtswissenschaft s'intitola una delle conferenze che Carl Schmitt, acclamato Kronjurist del Terzo Reich almeno sino al 1936, tiene in varie città del vecchio continente fra il 1941 e il 1944. Pubblicata in ungherese nel 1944 e in tedesco solo nel 1950, essa, considerata come una delle più alte apologie della tradizione giuridica , costituisce un documento di straordinaria rilevanza per chi voglia accostarsi alla problematica figura dello studioso tedesco e in particolare al suo complesso e travagliato pensiero nel campo del diritto, rivelandosi nel contempo di sorprendere attualità. Protagonista ne è la scienza giuridica europea. Quella scienza che per secoli è stata capace di elaborare da sé il diritto , riuscendo a riportare nel sul alveo pure le statuizioni normative a carattere autoritativo provenienti dal suo esterno: e poi anche la scienza dei giureconsulti romani, trasmessa da Giustiniano ; e poi anche la scienza dei giureconsulti che si sono avvicendati dall'età dei glossatori a Saviny, in misura variabile dipendente dalla prima. Grazie agli uni e agli altri, invero ,a essere vigente in Europa è stato essenzialmente un diritto, qual è quello romano latamente intenso, individuato da un ceto di esperti secondo metodiche razionali, ma non prodotto , più o meno artificialmente , da questo: piuttosto, secondo un'acuta interpretazione della riflessione di Schmitt, da questo " pensato e con saputo". Un diritto, per giunta, che, per il suo stesso modo di formarsi e affiorare, non porta con sé obiettivi predeterminati, tranne quello di essere ciò che è. Diversamente dal diritto visto in chiave positivistica, quale risultato di un'incessante attività legislativa di monopolio statale volta a scopi specifici , che, a iniziare dal XIX secolo, tende ad azzerare quello delineato dalla scienza giuridica. Consapevole che un ritorno a Savigny e alla centralità delle fonti giuridiche dell'antichità non sarebbe comunque possibile, perché " una verità storica è vera solo "una volta", ciò che Schmitt caldeggia invece con forza è una profonda rimeditazione sul ruolo che ancora la scienza del diritto è chiamata a esercitare: che è quello di tutelare l'unità e la coerenza del diritto stesso, di cui rappresenta "l''ultima asilo" , costantemente vulnerate dall'eccesso di produzione normativa.




SICI: 0391-7428(2007)2<171:CSEL>2.0.ZU;2-#

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