Autore: Carnevale, Paolo
Titolo: Il ruolo del parlamento e l'assetto dei rapporti fra camere e governo nella gestione dei conflitti armati. Riflessioni alla luce della prassi seguita in occasione delle crisi internazionali del Golfo Persico, Kosovo e Afghanistan.
Periodico: Diritto e società
Anno: 2003 - Fascicolo: 1 - Pagina iniziale: 103 - Pagina finale: 147

Il presente studio si propone di indagare il concreto atteggiarsi dei rapporti fra Parlamento e Governo , in occasione delle frisi internazionali che hanno visto il diretto coinvolgimento delle forze militari italiane in conflitti armati, quali quello nel Golfo Persico del 1991 ; quello nella ex- Jugoslavia del 1999 e quello in Afghanistan nel 2001. A tale riguardo si richiama , anzitutto, la previsione dell'art.1 , comma 1, lett. a) della legge 18 febbraio 1997 , n.25 che, nello stabilire che: " Il Ministro della giustizia attua le deliberazioni in materia di difesa e sicurezza adottate dal Governo, sottoposte all'esame del Consiglio supremo di difesa e approvate dal Parlamento", delinea un chiaro percorso decisionale in tema anche di utilizzazione delle nostre Forze armate in conflitti internazionali. Lo scritto si sofferma, poi, ad analizzare taluni problemi interpretativi posti dalla disposizione de qua, come quello della relazione intercorrente con la prescrizione dell'art.78 della Costituzione , ovvero della forma destinata a rivestire la approvazione parlamentare, od anche, infine, della necessaria concorrenza della comune volontà di ambo le Camere. Indi, si passa ad esaminare la prassi delle relazioni intercorse fra Esecutivo e Legislativo nelle richiamate occasioni, evidenziando, sia i profili di comunanza , che quelli di discontinuità, anche alla luce del quadro complessivo della gestione di quelle relazioni nelle vicende delle molteplici missioni che hanno visto e vedono impiegati militari italiani all'estero. Tra questi elementi di comunanza spicca, anzitutto, il mancato ricorso alla deliberazione dello stato di guerra. A questo proposito, il lavoro si indirizza ad individuare le ragioni giuridiche che lo hanno supportato, concludendo, tuttavia, per la loro scarsa persuasività. Ciò che, ad ogni modo, non porta a concludere nel senso della incostituzionalità del comportamento tenuto da Parlamento e Governo , dovendosi infatti precisare che il significato più vero della predetta deliberazione non si sostanzia nel decidere " sulla guerra" , bensì intorno alle conseguenze da far scattare nel nostro ordinamento a seguito di una " guerra" anche altrimenti decisa. Nella parte terminale del studio ci si dedica asd un esame di tali conseguenze possibili, soffermandosi , particolarmente, sul problema della loro pretesa automaticità, reputando non sottratti alla disponibilità delle Camere neppure quegli effetti direttamente previsti in Costituzione. Si conclude con una proposta interpretativa in termini di possibile " coesistenza" fra la previsione dell'art.1, comma 1, lett. a) della legge n.25 del 1997 e l'art.78 della Costituzione.




SICI: 0391-7428(2003)1<103:IRDPEL>2.0.ZU;2-6

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