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Autore
Pio, Berardo

Titolo
"In superbos reges": il tirannicidio in Boccaccio e nel pensiero politico del Trecento
Periodico
Studi storici
Anno: 2017 - Fascicolo: 3 - Pagina iniziale: 693 - Pagina finale: 718

Nel corso del Trecento, in un contesto caratterizzato dalla prepotente affermazione del fenomeno signorile, intellettuali di diversa formazione (giuristi, letterati, uomini politici), tutti riconducibili all'ambiente cittadino dell'Italia centrale, introducono nella riflessione politica la possibilità di opporsi attivamente al tiranno, fino al punto di teorizzare il tirannicidio, recuperando - anche attraverso il "Policraticus" di Giovanni di Salisbury - le argomentazioni dei grandi teorici delle virtú civili e repubblicane della letteratura classica (Cicerone e Seneca). Nella riflessione sulla possibilità di resistere al tiranno, caratterizzata dalle opposte posizioni dei maggiori giuristi dell'epoca, Bartolo da Sassoferrato e Luca da Penne, emerge l'opinione di Boccaccio che, a differenza di Petrarca, condanna senza esitazione alcuna i regimi signorili, naturalmente portati a trasformarsi in tirannidi, e giustifica esplicitamente il tirannicidio. In tal modo, il Poeta mostra una consapevole adesione al campo politico-culturale guelfo e repubblicano che aveva i suoi punti fermi nella difesa della "florentina libertas" e nell'insofferenza per l'espansionismo visconteo, ma, al tempo stesso, mostra la sua avversione per la corruzione del potere oligarchico e per l'ascesa di tiranni domestici, e si accosta alle radici di un filone di pensiero repubblicano che sarà alimentato, nel corso dei secoli successivi, da tanti intellettuali fiorentini variamente impegnati nella gestione della "res publica" e nell'opposizione al regime mediceo.



SICI: 0039-3037(2017)3<693:"SRITI>2.0.ZU;2-D
Testo completo: https://www.rivisteweb.it/download/article/10.7375/89301
Testo completo alternativo: https://www.rivisteweb.it/doi/10.7375/89301

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