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Castronovo Valerio
Storia economica d'Italia: dall'Ottocento ai giorni nostri
Torino: Einaudi, 2006.
Sullo sfondo delle vicende della finanza e del mercato internazionale, Castronovo ha ricostruito l'itinerario dell'economia italiana e i suoi tratti distintivi sulla base di una prospettiva d'insieme, in connessione sia con gli eventi politici e gli orientamenti ideologici e culturali, sia con i mutamenti della società e del costume. Vengono cosí rievocate, unitamente all'opera dei principali attori della vita economica e delle diverse componenti del mondo del lavoro, le fasi piú significative di un processo di sviluppo che non è stato né univoco, né lineare, anzi territorialmente difforme ed estremamente accidentato. Dai modelli di organizzazione sociale ai servizi di interesse collettivo, dall'etica pubblica alla regolazione dei rapporti economici, dalla cultura di governo al senso dello Stato, l'Autore ci offre il complesso repertorio dei problemi storici e attualissimi che fanno dell'Italia, malgrado i suoi innegabili progressi, una società che non ha ancora portato a compimento una completa modernizzazione e che si trova oggi alle prese sia con vari problemi di ordine strutturale, sia con una forte concorrenza, per alcuni prodotti, da parte dei paesi asiatici emergenti. (Da sito Einaudi)
Vedi indiceI. Alla periferia dell'Europa
II. Il decollo industriale
III. Gli effetti della guerra
IV. Il ventennio fascista
V. Una società industriale
VI. Una difficile modernizzazione
VII. Le sfide del Duemila
Conclusioni
Indice dei nomi
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Cipolla Carlo M.
Storia facile dell'economia italiana dal Medioevo a oggi
Milano: Mondadori, 2007
Il saggio dell'economista Carlo M. Cipolla ripercorre le tappe più significative della storia economica italiana. Già nel Duecento, grazie all’intraprendenza di centri come Milano, Verona, Venezia, Genova, Pisa, Firenze e Siena, dententori di una capacità imprenditoriale senza eguali, è possibile scorgere una primitiva politica monetaria, consolidata poi in organizzazioni commerciali e finanziarie che raggiungono il loro apogeo nel Quattrocento. Questa stagione fertile si chiude però nel Cinquecento, quando da Oltralpe calano gli invasori stranieri e le guerre causano orribili ferite nel tessuto sociale della penisola. Il Seicento riconduce la realtà del paese a condizioni di «periferia» sottosviluppata, concludendo così un ciclo plurisecolare di sviluppo-prosperità-declino; anche Settecento e Ottocento sono secoli difficili, che portano all’unificazione politica ma non a quella economica. E nel Novecento, infine, quando pure si afferma l'industria, si assiste al contrasto stridente, ancor oggi irrisolto, tra l'iniziativa privata al Nord e l'assistenzialismo al Sud, mentre il problema più grande rimane quello del debito pubblico. Come abbatterlo è tema di cronaca quotidiana. (Da sito Mondadori)
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