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Alonge Roberto
Goldoni: dalla commedia dell'arte al dramma borghese
Milano: Garzanti, 2004
Carlo Goldoni è probabilmente il massimo drammaturgo italiano. Come tutti i classici, sollecita letture sempre nuove, che scavano nelle stratificazioni del testo e lo arricchiscono di significati. In particolare negli ultimi decenni le commedie insieme godibili e amare dell'autore veneziano sono state al centro di una vera e propria revisione critica, frutto sia dell'opera degli studiosi e degli storici del teatro e della letteratura, sia della pratica scenica di registi come Luchino Visconti e Giorgio Strehler, e più di recente Luca Ronconi e Massimo Castri, passando per Squarzina, De Bosio, Missiroli, Cobelli. Infatti la grande regia svolge anche una funzione critica, in grado di illuminare zone d'ombra e restituire attualità ai testi. Nell'affrontare il teatro di Carlo Goldoni, Roberto Alonge riparte proprio da lì: da nove testi che da un lato rappresentano il meglio della sterminata produzione goldoniana e dall'altro permettono di seguire l'evoluzione del suo percorso poetico. Emergono così due aspetti fondamentali. Per un verso viene evidenziato il progressivo passaggio dagli scenari della commedia dell'arte alla lucida prefigurazione del dramma borghese, e così si illumina il significato profondo della «riforma goldoniana». Per l'altro una analisi «in contropelo» dei testi mette a nudo la complessità dei personaggi e delle situazioni, del contesto sociale e dei risvolti psicologici, ma soprattutto riesce a offrire un quadro organico della drammaturgia. Fermo restando che un libro di critica è sempre e solo un accompagnamento alle opere di un autore, Roberto Alonge riesce dunque a trasmettere il piacere suscitato dal contatto ravvicinato con il testo, e con l'universo umano e poetico di un grande scrittore. Soprattutto, mette alla prova l'efficacia della drammaturgia goldoniana grazie ad alcune recenti memorabili messinscene. (Da sito Garzanti)
Vedi indiceI. Al servizio della commedia dell'arte: Il servitore di due padroni
II. Ma è Ridolfo, e non Don Marzio, il vero maldicente de La bottega del caffè
III. Il sistema di Mirandolina
IV. Etica mercantile ed eros ne I rusteghi
V. Ultime divagazioni (falsamente) aristocratiche: pratica epistolare ed emancipazione femminile ne La donna di maneggio
VI. La casa nova: frustrazioni di bottegai
VII. Soldi e sentimenti nella Trilogia della Villeggiatura
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Michele Rak
Logica della fiaba: fate, orchi, gioco, corte, fortuna, viaggio, capriccio, metamorfosi, corpo
Milano: B. Mondadori, 2005
Le persone e le storie di un antico libro italiano sono note in tutto il pianeta: Cenerentola e la sua scarpetta, la Bella addormentata nel bosco, Il Gatto sapiente e parlante, i due Bambini abbandonati. Si ritrovano poi in tutta la tradizione della fiaba europea e in tutti i generi e i linguaggi, anche dei fumetti, serial e film. Un letterato di corte ha composto in una raffinata architettura i capricci dei re, i sorrisi delle fate, i corpi stupefacenti delle fanciulle, le avventure dei giovani che, nei boschi, incontrano orchi e combattono draghi. È il Cunto de li cunti (1634-1636) di Giambattista Basile: un mix di teatro, canzoni, letterature, proverbi, scritto per il passatempo nei giardini, nelle stanze, nelle piazze. Da quest’opera letteraria comincia la fortuna della nebulosa del racconto che chiamano fiaba. Nella sua logica i luoghi e i tempi della narrazione si smaterializzano, le fate e gli orchi mettono in contatto con il Sottoterra e il profondo delle tradizioni, i re sono capricciosi e i maghi esperti di macchine. È il viaggio della Modernità verso l’ignoto e le sue prove. Raccontare fiabe è un gioco: con le sue regole è possibile dire una cosa e intenderne un’altra grazie alla scrittura segreta amata dalla cultura barocca. Ma è anche un potente strumento di critica del costume, che rende liberi chi racconta e chi ascolta, veicola etiche, politiche, visioni del mondo e consente di sondare i piaceri e le paure dell’essere. (Da sito B. Mondadori)
Vedi indiceIntroduzione
Un libro di racconti
Un nuovo genere letterario
Da Shahrazàd a Cenerentola. Storia di un’opera
Nella storia della letteratura della Modernità
Un’opera di letteratura
La forma del testo
Come gioco
Un genere forte
Sulla soglia dell’Orco
Di che cosa scrive il Cunto
Miti della Modernità
Materiali per un mondo possibile
Per la storia di un modello del racconto
Un modello generativo
Per la storia di un genere
Un prototipo
Chi racconta, dove, come e perché
I. LOGICA. LA FORMA DEL FIABESCO
Il nome della fiaba
Una nebulosa del racconto
Come riconoscere il racconto fiabesco
Sceneggiature e atmosfere
Aggregati e tradizioni
Un’immagine del tempo e dello spazio
Un genere della Modernità
Del racconto fiabesco
Racconto fiabesco e tecnici della scrittura
Il mito e la leggenda contro il romanzo e l’avviso
Del trattamento del tempo
Tre linee del racconto moderno
Del racconto popolare
Letteratura e altre arti
Gioco e racconto
Il racconto come gioco
Il gioco delle fate
Il gioco del racconto
Un gioco tra gli altri giochi
Racconto e arte della memoria
Giocare al racconto
Il tempo
L’incrinatura della novella umanistica
Far ridere
Come uno scenario
Fossili
La Casa dell’Orco
Il racconto della Corte
Intrattenere il potere
Fasto e racconto
Orrore e piacere
Fortuna, Capriccio, Caso
Nel giardino barocco
Vita di cortigiano
Il potere dei bambini
La conversazione
Pratiche alla moda
Il racconto dell’Orco
Il demone del fantastico
Il volto dell’Orco
Altri demoni
Nelle catacombe dei segni
Morte dell’Orco
Il racconto come follia
Follia e racconto d’amore
La Bella Addormentata
Procedure
II. LABIRINTO. STATUS, VIAGGIO, PROVA, UTENSILI, TEMPO, LUOGO, NUMERI, AZIONE
Specchio, serpente e altre mirabilia
Il primo racconto e la sua immagine speculare
Un’immagine del racconto
Mirabilia
Percorsi trasversali: l’enciclopedia dell’orca
L’azione
Intrecci
Fisso e variabile
La camera delle trasformazioni
Movimenti
Dissoluzione dello status
Viaggio, prova, arte
Il viaggio come morte
Il viaggio nella Casa dell’Orco
Il viaggio nell’avventura
Prova
Strumenti
Ricomposizione
Cronie e discronie
Il trattamento del tempo
Il tempo fiabesco
Uno scenario
Il tempo della conversazione
Come e quando
Il tempo finto
La Casa del Tempo
Topografia del fiabesco
Città e campagna
Come nel Tour dei cavalieri
Passaggi
Nel bosco
Nelle camere dell’Orco: la grotta, il focolare, la cantina, la torre
Orco ed eros
Numeri fissi e falsi
Il discorso vuoto
Il teatro della parola. Per un catalogo dell’artificio
Verità e racconto
Il segreto della scrittura
Racconto e pragma
La letteratura della “lingua grossa”
Invidia, metamorfosi e altri classici
Tertium datur
Tra cronaca e letteratura
Caterina o della libidine
Cenerentola, regina e puttana d’Oriente
Il teatro del racconto
Finzione. Orchi, Narcisi, fate e altri dèi
Gli dèi ulteriori
Sull’orlo della Modernità
I racconti dell’Orco
Le fate
Metafore del dominio
Antimagica
Animali, piante, utensili
Anelli, bastoni, catene e altre macchine
La magia come arte della finzione
La magia dell’arte
Drammaturgia delle ore
Gli dèi del Tempo
III. LA FAMIGLIA DEL RE
I rapporti di parentela nel rapporto fiabesco
Le regole della società dei ranghi. Re e fanciulle
Famiglie
Violenza e piacere
Etica ed etichetta
Vizi e virtù
Di alcuni vizi e virtù
Invidia e ignoranza, le due arti cortigiane
Altri vizi cortigiani
I vizi delle donne
Le virtù dell’antichità
Tra vizio e virtù
Le maniere
Fortuna e Virtù
Il decalogo dell’uomo dabbene
Sapienza, ignoranza, potere
Utensili per l’etica e l’etichetta
Controllo e piacere
Racconto e buone maniere
Serpenti e principesse
I testi della differenza. Passioni e mutamento
Il libro delle metamorfosi. Il rito di passaggio nella società dei ranghi
Il triangolo della scrittura
La corte e alcune storie di re
La società delle bestie
IV. CORPO E RACCONTO
Il corpo fiabesco
Corpo e rango
Dissoluzione
Bellezza e bruttezza
L’icona di Esopo
La materia del corpo
Passaggi
Soltanto dopo il buio
I corpi delle meraviglie
Femmine
Vecchio e giovane
Automi
Ingoiare ed espellere
Attraverso la bocca: fame, racconto ed eros
Mangiare la città
L’orco del ventre e la morte a pranzo
Corpo, cibo e racconto
Il racconto nello specchio
Come in uno specchio
Uno strumento per vedere
Ut imago scriptura
Una macchina letteraria
Conclusioni
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Ferrone Siro
La vita e il teatro di Carlo Goldoni
Venezia: Marsilio, 2011
Negli ultimi vent'anni molti scritti critici e svariate edizioni di testi hanno modificato sensibilmente il ritratto del nostro maggiore drammaturgo. Questo libro fornisce un profilo di Carlo Goldoni e della sua opera aggiornato alla luce degli studi più recenti, ponendo l'accento sulla storia materiale dello spettacolo. Accanto alle analisi dei testi viene documentato il contributo offerto alla drammaturgia dagli attori e dalle compagnie professionistiche e si ricostruisce il consumo spettacolare del teatro goldoniano sulle scene italiane di due secoli, con una particolare attenzione alle principali regie del Novecento, da Stanislavskij a Strehler. (Da sito Marsilio)
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