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Aprà Adriano (a cura di)
Alberto Lattuada: il cinema e i film
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2009
Questo volume intende tornare all’opera di Alberto Lattuada, un regista su cui la critica ha svolto in passato un lavoro di riflessione spesso accurato ma che da tempo meritava di essere riesaminato. Come nel caso di altri suoi colleghi italiani che non hanno avuto gli onori della “prima fila”, anche su di lui pesano etichette riduttive, da quella di regista “eclettico” a quella di cantore delle “fanciulle in fiore”, che vanno decisamente superate. È quanto si propongono gli autori dei vari scritti, che con sguardo nuovo e a volte con metodologie inedite ripercorrono la carriera di Lattuada nel suo insieme e film per film. Ne emerge, fra l’altro, il rigore stilistico del regista, capace di confrontarsi con l’evoluzione del cinema italiano e internazionale coevo sperimentando nuove soluzioni espressive che gli consentono di essere insieme autore e uomo di spettacolo. Lattuada si pone sempre il problema di come narrare, di come inquadrare, di come modellare lo spazio e il tempo del proprio cinema sul corpo degli attori e delle attrici. Ha anche l’esigenza di rinnovare costantemente l’insieme dei propri collaboratori, attingendo alla fonte ricca dell’industria cinematografica italiana e non, senza ripetersi. Esigente con se stesso, lo è anche col proprio pubblico, che non perde mai di vista e al quale sa indirizzarsi secondo l’evoluzione dei tanti decenni che ha attraversato. Tornare a Lattuada significa oggi ripensare un cinema dal quale ci siamo troppo allontanati, la cui sapienza collettiva e insieme autoriale potrebbe essere di proficuo insegnamento. (Da sito Marsilio)
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Campari Roberto
L' amicizia virile in Occidente da Omero al cinema
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2013
Il libro tratta il tema dell'amicizia virile in Occidente come teorizzata e rappresentata nella nostra cultura con particolare riguardo alla storia del cinema. Per amicizia virile si intende qui un forte rapporto affettivo che prescinda da passionalità sessuale, che non abbia fini di interesse e che non nasca da stretti legami di parentela. Il discorso si articola in tre parti distinte. La prima parte analizza il caso più comune, l'amicizia tra due coetanei o comunque due compagni con pochi anni di differenza tra loro, che possono essere sia di cultura omologa sia profondamente diversa. La seconda parte tratta il tema del rapporto tra un ragazzo e un uomo, in cui alla diversa età corrisponde spesso anche una diversa cultura. La terza parte affronta infine il rapporto tra un vecchio e un giovane o tra un maestro e un allievo. I film analizzati nel libro sono circa una cinquantina, di autori che vanno da Howard Hawks a Billy Wilder, Clint Eastwood, Gus Van Sant, Michael Cimino, John Ford, Steven Spielberg, Oliver Stone e altri minori o maggiori del cinema americano; ma anche Rossellini, De Sica, Fellini, Olmi, Bertolucci, Leone, Amelio e Franco Rossi per il cinema italiano, oltre che Duvivier, Delannoye, Kurosawa, Leconte, Weir, esponenti più o meno importanti di cinematografie diverse quali quella francese, giapponese o australiana, sebbene il cinema americano dell'età d'oro e quello italiano, pure delle perdute epoche felici, restino prevalenti. (Da sito Marsilio)
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Sainati Augusto, Gaudiosi Massimiliano
Analizzare i film
Venezia: Marsilio, 2007
Simile a un esercizio di investigazione, l'analisi del film è una pratica che combina una dimensione soggettiva e una dimensione oggettiva. Fare analisi vuol dire infatti mettere in gioco in primo luogo se stessi e la propria soggettività, in una sorta di corpo a corpo con il fim: in che modo il film interroga la mia sensibilà, la mia cultura, la mia cinefilia, la mia comprensione, il cuore e la mente, insomma? D'altra parte fare analisi vuol dire anche rispettare dei vincoli esterni: è a partire da dati oggettivi, verificabili che posso comporre il mio puzzle interpretativo. Il volume offre una serie di strumenti utili a capire e riconoscere le forme del linguaggio cinematografico e indica, anche attraverso molti esempi di analisi, metodi e problemi della lettura dei film. (Da sito Marsilio)
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Tartarini Chiara
Anatomie fantastiche: cinema, arti visive e iconografia medica
(Prismi)
Bologna: Archetipolibri, 2010
Teatri anatomici, corpi disordinati, trasparenti, clonati, impressionati su pellicole fotografiche e cinematografiche. Il corpo suddiviso nelle sue parti più minute e riprodotto in immagini numeriche appare oggi infinitamente moltiplicabile e, grazie alle spettacolari scoperte della medicina, della biologia e della genetica, assistiamo all’intensificarsi del rapporto tra visualizzazione scientifica e modo di operare delle arti visuali. Una ricerca sulle immagini delle fotografie e dei film (medicali) per reperire le loro peculiarità visive e le regole sottese alla messa in scena dei corpi. Un percorso di suggestiva eterogeneità in cui naturalia e artificialia, scienza e arte, antico e moderno si trovano a condividere gli stessi spazi di riflessione. (Da sito Clueb)
Vedi indice- Introduzione alla seconda edizione. Effetti collaterali. L'iconografia medicale tra evidenze e visibilità
- Introduzione alla prima edizione. Lo spettatore paziente.
1. Teatri anatomici.
- Rembrandt e Siegel.
- Corpi disordinati.
2. L'occhio sulla pelle.
- La camera fredda.
- La buona impressione.
3. L'arte somatografica.
- Lo sguardo chirurgico
- La macchina della verità
- Anatomie popolari
- Le liaisons di principio
- La coreografia chirurgica
- La verticale tavola anatomica
4. Cinema e ortopedia
- La scrittura del passo
- Il Laboratorio per le immagini dell'Istituto Rizzoli di Bologna
- Appendice
- Postilla. I nuovi anatomisti
- L'autoritratto anatomico
- Bibliografia
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Lucci Gabriele
Animazione
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2005
Dumbo, Crudelia Demon, il Grillo parlante, Simba, Buzz e Shrek: altrettante icone del mondo dell'animazione che appartengono al nostro immaginario infantile - e non solo. Questo volume traccia la storia di un genere cinematografico che ha conosciuto un'evoluzione tecnologica ed estetica come pochi altri. Un repertorio di 100 film che raccoglie il meglio del cinema di animazione e ne svela tutti i segreti attraverso schede tecniche, commenti critici, backstage e centinaia di immagini. Un genere intramontabile raccontato in un volume per lettori di tutte le età: bambini, genitori e nonni. (Da sito Electa)
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Novielli Maria Roberta
Animerama: storia del cinema d'animazione
Venezia: Marsilio, 2015
Come precisa nella sua introduzione Giannalberto Bendazzi - uno dei più importanti esperti e storici del cinema d'animazione mondiale -, «l'opera di Roberta Novielli è una ventata di aria fresca», poiché segna un punto di svolta nello studio e nella comprensione dei lungometraggi e, soprattutto, dei cortometraggi nipponici che da decenni popolano la nostra esistenza. Il Giappone è l'unico grande paese del mondo a non essere mai stato colonizzato dagli europei, paese che, dopo le civiltà dell'Asia, ha assorbito e filtrato la civiltà occidentale per un secolo e mezzo, senza però omogeneizzarsi. Nella storia mondiale dell'animazione il Giappone rappresenta inoltre un caso unico, per l'entità del suo successo produttivo e distributivo e, soprattutto, per il miracoloso (e tuttora inesplicabile) cocktail artistico che ha sotteso tale enorme successo. A partire dal pre-cinema fino a oggi, il volume ripercorre quindi lo sviluppo e le vicende dell'animazione giapponese, attraverso i suoi protagonisti, le logiche produttive, ma soprattutto nelle sue intersezioni con la cultura e la società nipponica di cui ha tradotto nel tempo ogni tensione e mutamento. «Al suo interno si delinea incisivamente il come, il quando e il valore di una produzione tutt'intera, in un modo che ci permette di ricomporre la frammentarietà precedente», spiega ancora Bendazzi. Accanto ai nomi più noti al pubblico italiano, scorrono i profili di artisti e sperimentatori che hanno contribuito a rendere questa storia unica e meravigliosa. (Da sito Marsilio)
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Amaducci Alessandro
Anno zero: il cinema nell'era digitale
Torino: Lindau, 2007
In passato limitate all’ambito degli effetti speciali, le nuove tecnologie contribuiscono oggi in misura sempre più rilevante alla definizione di una nuova forma di cinema. Grazie al contributo di personalità come George Lucas e a quello di sperimentatori del video in elettronica come Zbigniew Rybczyn’ski, autori come Peter Greenaway, Lars von Trier, Aleksandr Sokurov, Mike Figgis, Eric Rohmer, Robert Rodriguez, Abbas Kiarostami, Michael Mann e David Lynch realizzano opere cinematografiche sostituendo alla pellicola tradizionale il video digitale. Se ciascuno di loro persegue una differente idea del prodotto finito, sono invece tutti concordi nel sottolineare la «libertà espressiva e l’autonomia al tempo stesso creativa e produttiva» che il nuovo formato apporta, e decisi a non tornare più indietro.
Alessandro Amaducci, analizzando i loro lavori più recenti, traccia un percorso storico, tecnico e stilistico dell’utilizzo dei mezzi e dei formati alternativi alla pellicola: dal video analogico al video digitale, dall’Alta Definizione Analogica all’Alta Definizione Digitale. (Da sito Lindau)
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Calabretto Roberto
Antonioni e la musica
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2012
Interrogato da Mario Verdone sulla funzione della musica nel proprio cinema, Michelangelo Antonioni aveva risposto con molto humour invitando Giovanni Fusco ad uscire dalla sala, perché forse gli sarebbe dispiaciuto ascoltare quello che egli avrebbe detto. Il regista, infatti, più volte ha dichiarato di non amare la musica per film muovendo delle critiche all'utilizzo del commento sonoro da parte del cinema italiano a lui coevo e di quello americano in genere. In realtà, nel cinema di Antonioni la musica si pone come presenza di grande interesse, a partire dai documentari fino a giungere agli ultimi film. È però una «musica realistica», che utilizza anche i rumori e le sonorità elettroniche, lontana dagli stereotipi che allora imperversavano nel cinema italiano e che riducevano la sua funzione ad un banale e scontato accompagnamento allo scorrimento delle immagini. Questo volume attraversa l'universo sonoro della filmografia antonioniana a partire dalla collaborazione con Giovanni Fusco, vero e proprio alter-ego musicale del regista, che ha portato ai risultati straordinari di Cronaca di un amore, L'avventura e L'eclisse; un seguito di film in cui il nuovo manifesto di poetica è già dichiarato. Ecco allora i suoni astratti, le cadenze e le melodie sospese, i percorsi melodici frammentari e i lunghi silenzi che rendono questa musica oggettiva, privata di qualsiasi forza persuasiva e di ogni strumento della normale retorica per essere invece arricchita da ogni genere di rumore ambientale. Dopo l'esperienza di Deserto rosso, affidato alla musica elettronica di Gelmetti, con Blow-up Antonioni abbandona definitivamente la musica cinematografica d'impianto tradizionale e si serve della musica del consumo giovanile di quegli anni, spaziando da Herbie Hancock ai Pink Floyd per giungere a Lucio Dalla. Rimane sempre la costante attenzione nei confronti del rumore, la «miglior musica cinematografica», autentico tratto distintivo del suo cinema. (Da sito Marsilio)
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Zagarrio Vito (a cura di)
Argento vivo. Il cinema di Dario Argento
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2008
L'autorialità di Dario Argento non ha bisogno di essere legittimata. Lo dimostrano la sua fama internazionale, i tanti modi in cui è stato omaggiato o imitato, le schiere di fan che gli hanno dedicato l'attenzione dovuta a un cult director. Semmai c'è da dire che il suo ancoraggio al genere (horror e giallo) lo ha relegato per anni al ruolo di regista di talento e di mestiere senza mai davvero sdoganarlo in quanto auteur, aprendolo così alla possibilità di una seria analisi filmica. Snobbato dalla critica ufficiale italiana ai tempi dei suoi folgoranti esordi, è stato riconosciuto come autore geniale, come spesso accade, solo dopo i giudizi della critica straniera, soprattutto francese e oggi anche americana. Questo libro vuole offrire una re-visione complessiva del cinema del regista, sospeso tra Autore e Genere, dando spazio sia agli interventi dei cinefili, sia a indagini testuali che applicano varie metodologie di analisi filmica. Indagini che offrono letture, forse prima impensabili, di un cinema che ha influenzato cineasti di varie generazioni e formazioni, da De Palma a Tarantino, da Kubrick a Carpenter. (Da sito Marsilio)
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Manzoli Giacomo, Pescatore Guglielmo (a cura di)
L'arte del risparmio: stile e tecnologia: il cinema a basso costo in Italia dal dopoguerrra agli anni Settanta
(Cinema/Tecnologia)
Roma: Carocci, 2005
Nei diversi saggi qui raccolti è presentato il risultato di una ricerca che ha per oggetto i risvolti tecnologici che hanno accompagnato la grande vitalità del cinema italiano degli anni Sessanta. È noto come in quel periodo la nostra cinematografia abbia saputo sostenere – accanto al rinomato cinema dei grandi autori – una fioritura di opere di genere dall'altissima presa sul pubblico popolare, e questo nonostante sotto il profilo economico non si disponesse delle risorse per competere con produzioni straniere senz'altro più ricche e tecnologicamente avanzate. Nel testo vengono perciò prese in esame le pratiche produttive e realizzative che caratterizzano i differenti filoni di questo cinema e, trasversalmente, le modalità di implementazione tecnologica, sempre a basso costo, del cinema italiano del periodo, riportando e commentando fonti dirette relative al dibattito tecnologico sulle riviste di settore, alla situazione dei brevetti e alle ricadute su settori tradizionalmente ritenuti marginali e che per la prima volta fanno la loro comparsa sulla scena nazionale (come il film di famiglia e il cinema d'avanguardia). (Da sito Carocci)
Vedi indicePrefazione, di Franco La Polla
L'arte del risparmio, di Giacomo Manzoli e Guglielmo Pescatore
Dall'economia di scala all'intertestualità, di genere di Roy Menarini e Paolo Noto
L'orribile segreto dell'horror italiano, di Francesco Pitassio
Le tecnologie del sonoro, di Alberto Boschi
Cinema a 45 giri, di Claudio Bisoni
8mm e Super8, di Paolo Simoni
Spettacolo e tecnica nelle coproduzioni degli anni Cinquanta e Sessanta, di Simone Venturini
Trailers e promozione a basso costo, di Alessia Navantieri
Non abbiamo bisogno di operatori stranieri, di Silvia Spadotto
La confusione dei formati, di Paolo Noto
Tecnica e tecnologia in Italia: brevetti e modelli negli anni Sessanta, di Chiara Caranti
Appendice 1. Alberto Grifi, cineasta-inventore, di Monica Dall'Asta
Appendice 2. Conversazione con Marino Carpano, di Alessandro Mainini
Appendice 3. Antologia della stampa tecnica italiana, di Paolo Noto e Silvia Spadotto
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Canova Gianni, Farinotti Luisella
Atlante del cinema italiano: corpi, paesaggi, figure del contemporaneo
Milano: Garzanti, 2011
L'Italia che ci stanno raccontando Albanese, Archibugi, Argento, Avati, Bellocchio, Brizzi, Calopresti, Castellitto, Celestini, Comencini, Crialese, D'Alatri, Di Gregorio, Faenza, Gaglianone, Garrone, Labate, Luchetti, Martone, Mazzacurati, Milani, Moccia, Moretti, Muccino, Nichetti, Ozpetek, Parenti, Placido, Rubini, Salani, Salemme, Salvatores, Soldini, Sorrentino, Tornatore, Torre, Vanzina, Verdone, Veronesi, Virzì, Winspeare... e molti altri. Questo Atlante del cinema italiano, curato da Gianni Canova e Luisella Farinotti alla guida di una squadra di giovani studiosi, è un doppio viaggio. Ci guida alla scoperta di un paese affascinante e sorprendente, pieno di storie, immagini, personaggi: quello che ci raccontano i film italiani degli ultimi anni. Al tempo stesso quei paesaggi e quelle persone, con le loro vicende ora comiche ora tragiche, ci raccontano il nostro paese, nelle sue mille sfaccettature: come è cambiato – e sta ancora cambiando. Ci permettono di individuare luoghi comuni e stereotipi: un'immagine dell'Italia e dei suoi abitanti che magari troviamo fastidiosa, ma non per questo è meno reale. Nella sua mappa, l'Atlante del cinema italiano posiziona oltre 400 pellicole, dai grandi successi dei film di Natale ai capolavori dei grandi registi, a pellicole più nascoste ma non meno rivelatrici. Attraversa le diverse classi sociali e le generazioni. Sonda il mondo del lavoro, con le nuove professioni e precarietà. Rivisita e interroga la storia e la politica, in particolare gli anni del terrorismo e la lotta contro la mafia e la criminalità organizzata. Si confronta con categorie consolidate, che alcuni film ribadiscono e altri mettono in discussione: la contrapposizione Nord-Sud, il rapporto città-provincia, il nodo dell'immigrazione. E con una serie di «Cartoline», individua figure che ritornano ossessivamente e apparizioni inattese. Quello che emerge, alla fine di questo «grand tour», è un doppio ritratto: quello del nostro cinema e quello del nostro paese. Trovare distanze e punti di contatto, scollamenti e intersezioni, tra queste due immagini in movimento è un esercizio divertente. E utile per capire chi siamo. 48 foto a colori. (Da sito Garzanti)
Vedi indice- Premessa. L'impianto e la metodologia della ricerca
- In-vece di un'introduzione. Atlanti, cartografie, enciclopedie visive: mappe dell'immaginario cinematografico italiano
- Prima parte. Geografie: territori, transiti, paesaggi
- Seconda parte. Tutti i colori degli italiani: generi, ruoli, generazioni
- Terza parte. In posa da italiani: volti, identità, lingue
- Indice dei titoli
- Indice dei nomi di persona
- Indice dei luoghi e delle cose notevoli
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Bruno Giuliana
Atlante delle emozioni: in viaggio tra arte, architettura e cinema
Milano: B. Mondadori, 2006
Che cos’è la “geografia emozionale”? È questa la domanda cui Giuliana Bruno risponde attraverso le pagine del suo Atlante delle emozioni, un sapiente e avvincente excursus che va dalla geografia all’arte, dall’architettura al design e alla moda, dalla cartografia al cinema, avventurandosi in un paesaggio vario e incantevole nel tentativo assolutamente originale di condensare in un’unica mappa la storia culturale delle arti visive e dello spazio. Vedere e viaggiare – sostiene l’autrice – sono inseparabili, e lo dimostra grazie a un montaggio evocativo di parole e immagini che trasformano il voyeur in voyageur, rivelando che non solo sight (vista) e site (luogo), ma anche motion (moto) ed emotion (emozione), sono irrevocabilmente connessi.Trasportandoci attraverso movimenti artistici, traiettorie storiche e memorie culturali, Bruno dischiude il mondo delle immagini emozionali. Nel farlo, ci parla del lavoro di artisti come Gerhard Richter, Annette Messager, Rachel Whiteread, Louise Bourgeois; di architetti come Daniel Libeskind e Jean Nouvel; dell’opera di numerosi cineasti tra cui Peter Greenaway e Roberto Rossellini, Chantal Akerman e Jean-Luc Godard, Michelangelo Antonioni e Pier Paolo Pasolini, Wim Wenders e Wong Kar-wai; dell’architettura del cinema e dei suoi precursori: gabinetto delle curiosità, museo delle cere, teatro anatomico, lanterna magica, georama e panorama, design di giardini, vedutismo, le arti della memoria e della mappatura; e dei suoi stessi viaggi in Italia, il paese in cui è nata.L’affascinante e ardito viaggio visivo in cui Giuliana Bruno ci fa da guida propone a ogni svolta viste e interpretazioni inedite. Atlante delle emozioni è una mappa affettiva che ci mette in contatto con i paesaggi mentali e i mondi interiori di quella che l’autrice ha battezzato “geografia emozionale”, una pregnante categoria interpretativa ripresa dagli studiosi di tutto il mondo. (Da sito B. Mondadori)
Vedi indicePrologo
I. ARCHITETTURA
1. Site-seeing: a zonzo per la cine-città
2. Geografia delle immagini in movimento
II. IL VIAGGIO
3. Viaggiare in interni: a “casa” nel cinema
4. Modellare lo spazio del viaggio
III. GEOGRAFIA
5. Architettura d’interni
6. Percorsi tattili: dipinti di vedute e storie pittoresche
IV. ARTE DELLA MAPPATURA
7. Atlante delle emozioni
8. Archivio delle immagini emozionali
V. DESIGN
9. M come mappa: arte, abbigliamento, architettura come Peter Greenaway
10. Cinema e “architexture” museali: digressione con l’Atlante di Gerhard Richter
VI. CASA
11. Vedute da casa
12. Il mio “Viaggio in Italia”
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Aprà Adriano (a cura di)
Bernardo Bertolucci: il cinema e i film
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2011
Da La commare secca (1962) a The Dreamers (2003), il cinema di Bernardo Bertolucci non ha cessato di confrontarsi con la propria epoca sia storica sia cinematografica e in pari tempo di sfidare il presente con uno sguardo inquisitore e appassionato sul passato (da Strategia del ragno e Il conformista a Novecento e L'ultimo imperatore). Dalla malattia infantile della nouvelle vague, esemplarmente incarnata da film estremi come Prima della rivoluzione e Partner, al graduale e faticoso confronto con la propria maturità in film come La luna e L'ultimo imperatore, il cinema di Bertolucci può essere letto anche come una forma di terapia psicoanalitica. L'evidenza del cinema - la sua accecante mimesi del reale - viene superata dall'immaginazione, che porta Bertolucci a inventarsi mondi paralleli a quello che abitiamo, dove le forze che nella realtà rischiano di travolgerci trovano un loro ordine, una loro energia, una loro sublimazione, che ci consentono di andare al di là di quella evidenza. Da Il conformista in poi, Bertolucci ha deciso di uscire da un confortevole ma ristretto ambito produttivo indipendente per accettare la sfida del confronto con la grande industria, riuscendo nella difficilissima impresa di conservare la propria marca autoriale e trasferendo le proprie ossessioni da un dialogo fra intimi a una esposizione impudica col grande pubblico. Una storia intimista fra quattro mura domestiche come quella di Ultimo tango a Parigi, nel momento in cui coinvolge una icona divistica come Marlon Brando, diventa allora una favola universale. Questo volume intende promuovere una rilettura dell'intera filmografia di questo nostro autore, coinvolgendo saggisti giovani - a volte giovanissimi - e meno giovani, invitati tutti a riflettere su un'opera che la distanza storica consente di illuminare con uno sguardo nuovo. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
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Bazzocchi Marco Antonio
I burattini filosofi: Pasolini dalla letteratura al cinema
Milano: B. Mondadori, 2010
Proviamo a collegare tutto ciò che Pier Paolo Pasolini ha scritto – poesie, romanzi, saggi –, tutte le immagini che lo riguardano – foto, ritratti, interviste –, tutti i suoi film. E pensiamo di trasformare questo insieme in un’unica, lunghissima pellicola, una specie di debordante audiovisivo in cui ogni scena, ogni immagine, ogni particolare acquista un significato che dipende dalla fine, dall’ultima inquadratura. In un ipotetico rewind ogni singolo fotogramma rivelerebbe qualcosa che era sfuggito, e che ora emerge perché si conosce la fine. Così, in una prosa giovanile che racconta un sogno si trovano gli echi delle Ceneri di Gramsci e poi, più compiutamente, del teatro dei burattini di Che cosa sono le nuvole?; nell’analisi critica intorno a Dante si intravedono le giustificazioni teoriche del passaggio dalla scrittura al mezzo audiovisivo; l’atto del mangiare nella Ricotta nasconde l’ossessione di essere mangiati in Uccellacci e uccellini; alcune scelte formali di Teorema trovano corrispondenza nella rappresentazione della sessualità dell’ultimo romanzo, Petrolio.
Tanti “cortometraggi” che ricompongono l’opera di Pasolini al pari di un unico, lungo film da guardare provando sempre lo stesso stupore, uno smisurato cinema della realtà. (Da sito Pearson)
Vedi indiceUn sogno
Dante nel cinema
Mangiare e essere mangiati
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I burattini filosofi
Teorema: mito e tragedia borghese
Tutte le «gioie sessuali messe insieme»
Verità e realtà
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Zagarrio Vito (a cura di)
Carlo Lizzani: un lungo viaggio nel cinema
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2010
Affrontare l'opera di Carlo Lizzani vuol dire fare i conti con la storia del cinema e la storia d'Italia degli ultimi settant'anni. La sua longevità artistica e la sua poliedricità fanno del suo cinema un serbatoio enorme di temi possibili, tanti fili rossi attraverso cui analizzare le tipologie, le fonti, i modelli produttivi, le dinamiche industriali e culturali del film. Il suo è un eclettismo intellettuale atipico nel cinema italiano. La sua versatilità gli permette di affrontare tutti i gangli della macchina-cinema: i festival, la critica, la teoria, la politica militante e quella culturale. Il rapporto tra cinema e storia, quello tra cinema e letteratura, quello con la televisione, il metalinguaggio, i generi, il gender, il lavoro di mise en scène e quello con gli attori, sono alcuni dei molti approcci con cui lo si può analizzare. Il suo lungo percorso attraverso il novecento (com'è intitolata una sua raccolta di scritti) permette di fotografare uno spaccato d'Italia dal ventennio fascista all'era del postmoderno, dalla pellicola al digitale. Ma quel che preme di più a questo libro è sdoganare il cinema di Lizzani da certi pre-giudizi critici: quelli che lo hanno spesso confinato - forse proprio per il suo eclettismo - al ruolo di bravo professionista e operatore culturale di talento, ma alla fin fine non di Autore. E invece l'intento del volume - e della retrospettiva ad esso legata - è quello di una vasta rilettura analitica del suo cinema, non basata soltanto sull'ideologia e sulla storia, ma anche sul suo stile personale, sulle sue doti creative e sul suo universo narrativo. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
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Brunetta Gian Piero (a cura di)
Il cinema americano
(Piccole grandi opere)
Torino: Einaudi, 2006
Le origini, il rapporto col pubblico, il cinema di genere, il rapporto tra cinema e guerra, lo star-system, il muto e il sonoro, la censura e la politica, i miti, il sistema produttivo, l'animazione, Hollywood, il western, il musical, gli italiani, gli irlandesi, gli ebrei, i russi, i tedeschi, il dopoguerra, i gangster, la metropoli, il noir, la politica, la guerra fredda, la fantascienza, l'avanguardia, la tv e le cifre astronomiche della piú celebre industria dei sogni. Uno strumento fondamentale per comprendere una parte consistente del nostro immaginario collettivo. (Da sito Einaudi)
Vedi indiceVOLUME I
Introduzione di Gian Piero Brunetta.
Tom Gunning, Da Edison a Griffith. Douglas Gomery, Early Hollywood. La nascita delle strutture produttive. Jean Mottet, Per una genealogia del paesaggio americano William Uricchio, La formazione del pubblico. L'audience al tempo dei nichel? Eileen Bowser, I comici da Sennett a Langdon Giorgio Bertellini, Epica spettacolare e splendore del vero. L'influenza del cinema storico italiano in America (1908-15) Gian Piero Brunetta, Over there: la guerra lontana. Monica Dall'Asta, I serials. Lee Grieveson, Nascita del divismo. Rick Altman, Il rumore, la musica, il silenzio. Richard Koszarski, Il cinema degli anni venti. David Robinson, Grandi comici americani. Alberto Boschi, Dal muto al sonoro. Giuliana Muscio, L'era di Will Hays. La censura nel cinema americano Leonardo Gandini, Il cinema cantore della metropoli. Carlo Gaberscek, Geografia del Western da Broncho Billy a Clint Eastwood. Giuliana Muscio, Cinema: produzione e modelli sociali e culturali negli anni trenta Roberto Campari, I miti del cinema americano. Franco La Polla, Epica e mito negli anni trenta. Leonardo Gandini, Il nome sopra il titolo. Stephen Gundle, Il divismo. Rick Altman, Hollywood e i generi. Guido Fink, La commedia sofisticata. Guido Fink, L'umorismo ebraico. Kim Newman, L'orrore sullo schermo. Franco La Polla, La fantascienza. Gianalberto Bendazzi, L'animazione. Franco Minganti, Black cinema. Rick Altman, Il musical. Franco Minganti, L'influenza di jazz, musica popolare e radio. Saverio Giovacchini, Gli emigrati a Hollywood. Natal¿ija Nusinova, I russi in america. Il cinema della prima generazione. Kevin Rockett, Gli emigrati irlandesi. Peter Bondanella, Gli italoamericani e il cinema. Giuliana Muscio, Hollywood va in guerra. Douglas Gomery, La nuova Hollywood. Le strutture produttive si rinnovano. Robert Sklar, Il cinema del dopoguerra, 1950-60. James Naremore, Il divismo nel dopoguerra. James Naremore, Il film noir. Renato Venturelli, Il cinema gangster. Richard Koszarski, La produzione a New York. Tino Balio, Influenze del cinema europeo. Richard Maltby, Cinema e cultura popolare. Giuliana Muscio, Cinema e guerra fredda (1946-56) Jean L. Bourget, Crisi, trasformazione e rinascita dei generi P.Adams Sitney, Cinema e avanguardia. James Hay, Il cinema e la televisione. Art Simon, La struttura narrativa del cinema americano, 1960-80. Robert Sklar, Il cinema degli ultimi vent'anni. Alessandro Camon, Cinema e produzione di oggi. Bibliografia. Cronologia. Indice dei film.
VOLUME II
Guido Fink, La commedia sofisticata. Giuliana Muscio, Hollywood va in guerra. Robert Sklar, Il cinema americano, 1945-60. Douglas Gomery, La nuova Hollywood. Le strutture produttive si rinnovano. James Naremore, Lo Star System dopo la seconda guerra mondiale. Renato Venturelli, Gangster e detective. Il cinema criminale. James Naremore, Il Noir. Guido Fink, Forse una foto, forse un samovar: gli ebrei e il cinema americano. Mariann Lewinsky, Il cinema yiddish. Franco Minganti, Tre o quattro sfumature di nero. Il cinema afroamericano. Richard Koszarski, New York, New York: il centro di produzione della Costa orientale. Tino Balio, Diffusione e mercato del cinema europeo dal 1948 a oggi. Richard Maltby, Cinema, politica e cultura popolare a Hollywood nel dopoguerra (1945-60). Franco Minganti, L'influenza di radio, popular music e jazz. Giuliana Muscio, Cinema e guerra fredda (1946-56). Franco La Polla, La fantascienza Usa ]ean-Loup Bourget, I generi hollywoodiani morte e trasfigurazione. P. Adams Sitney, Il cinema d'avanguardia. ]ames Hay, Cinema e televisione. Tino Balio, La produzione internazionale di Hollywood. Art Simon, La struttura narrativa del cinema americano (1960-80). Robert Sklar, Il cinema degli ultimi vent'anni. Christopher Wagstaff, Il quadro economico interno ed estero dal dopoguerra a oggi. Alessandro Camon, Cinema e produzione recentissimi. Bibliografia. Cronologia. Indice dei film. Indice dei nomi.
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Gandini Leonardo (a cura di)
Il cinema americano attraverso i film
Roma: Carocci, 2011
Il cinema americano rappresenta una forma contemporanea e laica di mitologia: un repertorio di racconti, figure e luoghi destinati a imprimersi con forza nell’immaginario collettivo. Questo carattere è legato alla capacità di condensare – decennio dopo decennio, dall’inizio del secolo scorso alle prime battute di quello attuale – paure e speranze, ansie e desideri degli spettatori. Per riavvolgere il filo del rapporto tra cinema hollywoodiano e società, sono stati scelti dodici film capaci di illuminare propriamente questa relazione. L’analisi dettagliata di ciascuno di essi "apre", per così dire, il film, mettendone in luce i nessi e le traiettorie, non di rado estremamente articolate, che lo collegano alla società e alla cultura del proprio tempo da una parte, alla storia e alla storiografia del cinema dall’altra. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione di Leonardo Gandini
1. The General (C. Bruckman, B. Keaton, 1926) di Lisa Trahair
2. Duck Soup (L. McCarey, 1933) di Joseph Mills
3. The Magnificent Ambersons (O. Welles, 1942) di John Fawell
4. Detour (E. G. Ulmer, 1945) di Dana Polan
5. Invasion of the Body Snatchers (D. Siegel, 1956) di Roy Menarini
6. The Man Who Shot Liberty Valance (J. Ford, 1962) di Gilberto Perez
7. Night of the Living Dead (G. A. Romero, 1968) di Andrea Bellavita
8. The Conversation (F. F. Coppola, 1974) di Claudio Bisoni
9. Zelig (W. Allen, 1983) di Michele Fadda
10. Far from Heaven (T. Haynes, 2002) di Marcia Landy
11. Wall-E (A. Stanton, 2008) di Paul Wells
12. Inception (C. Nolan, 2010) di Leonardo Gandini
Bibliografia a cura di Leonardo Gandini
40
Alonge Giaime, Carluccio Giulia
Il cinema americano classico
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2014
Il cinema americano classico, la cosiddetta ‘età dell’oro di Hollywood’, ha avuto un impatto enorme sulla vita sociale e culturale del Novecento. Dalle star americane intere generazioni hanno imparato come pettinarsi, come baciare, come fumare. Questo libro offre un’introduzione alla storia di quella stagione irripetibile e ne studia i nodi di fondo, dall’assetto industriale al sistema dei generi, dal modello linguistico-formale al divismo. Un percorso affascinante che si snoda attraverso l’analisi in profondità di alcuni film particolarmente significativi. (Da sito Laterza)
Indice non disponibile
41
Alonge Giaime, Carluccio Giulia
Il cinema americano contemporaneo
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2015
Da Coppola a Martin Scorsese, da Steven Spielberg a George Lucas, dai fratelli Coen a Tarantino e Wes Anderson. Un percorso attraverso le trasformazioni, i protagonisti, i film – come Taxi Driver, Le iene, La 25a ora, Harry ti presento Sally, Eyes Wide Shut, Matrix– che individua le questioni chiave del cinema americano contemporaneo, dalla fine degli anni Sessanta ai giorni nostri. (Da sito Laterza)
Vedi indicePrefazione, v
I. La New Hollywood. Taxi Driver (1976), 3
1. La fine dello studio system, p. 3 - 2. Una Nouvelle Vague americana?, p. 12 - 3. Figli del loro tempo: Martin Scorsese, Paul Schrader, Robert De Niro e Taxi Driver, p. 26
Scheda: Una questione terminologica, p. 19
II. La generazione degli indipendenti. Le iene (1992), 36
1. Il ritorno all’ordine, p. 36 - 2. Postclassico o manierista?, p. 46 - 3. Indiewood, p. 48 - 4. La difficile arte della fuga: Le iene di Quentin Tarantino, p. 52
Schede: Il blockbuster, p. 39 - Blaxploitation, p. 51
III. Sguardi sull’America dopo l’11 settembre.
La 25a ora (2002), 61
1. Lostness. Per una introduzione, p. 61 - 2. America oggi. Temi, immagini, rappresentazioni del disastro, p. 66 - 3. La 25ª ora. Immagini allo specchio, p. 79
Scheda: Il monologo, p. 82
IV. Il sistema dei generi: la commedia. Harry ti presento Sally (1989), 86
1. Un paesaggio in trasformazione permanente, p. 86 - 2. Woody e gli altri: la rinascita della commedia, p. 91 - 3. Harry ti presento Sally: una lettura sinottica, p. 103
Scheda: Il comico, p. 99
V. Il sistema dei generi: il neo-noir. Blood Simple (1984), 110
1. Dal noir al neo-noir, p. 110 - 2. Neo-noir e Nuova Hollywood,
p. 114 - 3. Il contesto postmoderno: il caso Blood
Simple, p. 120
VI. L’autore: il caso Kubrick. Eyes Wide Shut (1999), 133
1. Kubrick autore. I paradossi di un mito, p. 133 - 2. Tra Vienna e New York. Modernità e postmodernità di Kubrick, p. 141 - 3. Stile e senso nell’ultimo Kubrick: Eyes Wide Shut, p. 145 - 4. Fiabe, sogni, doppi, maschere, p. 149 - 5. Through the Looking Glass: scavalcamenti di campo, p. 153 - 6. La sequenza dell’orgia, p. 155
VII. Il cinema della convergenza. Matrix (1999), 163
1. Cinema due, p. 163 - 2. Blockbuster, franchise, convergenze, p. 166 - 3. Racconti transmediali e forme della convergenza, p. 171 - 4. Il caso Matrix: Casablanca nell’era della convergenza, p. 175 - 5. Enter The Matrix. Reale, virtuale e molto altro, p. 178
Scheda: Bullet time, p. 182
VIII. Il cinema d’animazione. Shrek (2001), 185
1. Morte e resurrezione dell’animazione americana, p. 185 - 2. L’animazione digitale, p. 197 - 3. Do you know the muffin man?, p. 201
Scheda: Il cinema pornografico, p. 191
Bibliografia essenziale, 207
Indice dei nomi, 211
42
Nicosia Aldo
Il cinema arabo
(Bussole)
Roma: Carocci, 2007
Perché il cinema arabo ha faticato tanto ad affermarsi in Nord Africa e in Medio Oriente' Come spiegare il disinteresse dello spettatore arabo e della stessa classe intellettuale per la settima arte' Esiste ancora la mitica 'Hollywood sul Nilo'' Nel rispondere a questi interrogativi il libro, attraverso un excursus sulle diverse cinematografie arabe, ripercorre la storia e i miti di una civiltà spesso inafferrabile, esplorandone passioni, contraddizioni e bisogni: dalla costruzione di un'identità alla conquista della libertà individuale, fino alla riflessione sull'islam e al suo complesso rapporto con l'Occidente. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
Introduzione
1. Il cinema egiziano/La nascita di Hollywood sul Nilo/Da Nasser fino alla naksa/ Da Sadat agli anni ottanta/Dall'autobiografia all'incontro con l'Altro/Dal realismo degli anni novanta a oggi/L'intellettuale, l'integralismo e il potere/Per riassumere…
2. Il cinema siriano/Il cinema al servizio del partito Ba‘th/La fiction di Stato/Il prodigio del settore privato/La causa palestinese e l'antisionismo/Il cinema d'autore degli anni ottanta/Dagli anni novanta a oggi/Per riassumere…
3. Il cinema del resto del Medio Oriente/Il cinema in Palestina/Il cinema in Libano/Il cinema in Iraq e nei paesi del Golfo/Per riassumere…
4. Il cinema del Maghreb/Introduzione/Il cinema in Algeria/Il cinema in Tunisia/Il cinema in Marocco/Il cinema ai confini del Maghreb: Libia e Mauritania/Per riassumere…
Conclusioni
Appendice
Bibliografia
Indice dei registi
Indice dei film.
43
Il cinema argentino contemporaneo Armocida Pedro, Dottorini Daniele, Spagnoletti Giovanni (a cura di)
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2006
Da sempre il cinema argentino ha espresso la sua originalità rispetto alle altre cinematografiche sudamericane o europee. Nell’ultimo decennio, in particolare, si è imposto all’attenzione internazionale come uno dei laboratori più ricchi e articolati sulla produzione audiovisiva, con una serie di autori come: Lisandro Alonso, Daniel Burman, Israel Adrián Caetano, Lucrecia Martel, Martin Rejtman, Bruno Stagnaro e Pablo Trapero. Una nuova legislazione e un radicale cambio generazionale hanno contribuito a rifondare ex novo, senza però dimenticare tout court passati punti di riferimento, un panorama produttivo e realizzativo, ossessionato, in una sperimentazione a tutto campo, dalla necessità di trovare uno sguardo “altro” su una realtà politico-sociale mutevole e cangiante, solcata da momenti di grave crisi e di ripresa. Recentemente, un'inchiesta realizzata tra cento personalità del cinema argentino (registi, attori, sceneggiatori, produttori e critici) ha indicato Leonardo Favio come il miglior regista della storia del Paese. Conosciuto nel continente latinoamericano anche per la sua attività di cantante melodico, Favio è diventato per molti giovani un esempio di coerenza, di coraggio nell’osare, nell’ibridare forme e linguaggi. Esiste un filo rosso che lega il regsita di Crònica di un nino solo alla nuova generazione cinematografica argentina. Ed è questa la linea che si è voluto ripercorrere in questo volume (il primo in Italia sull’argomento), tracciando le coordinate di un cinema che ancora può e vuole essere, con orgoglio e coerenza, indipendente. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
44
Tomasi Dario
Il cinema asiatico: l'Estremo Oriente
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2011
Il cinema giapponese, cinese, coreano dagli inizi degli anni Trenta sino al primo decennio del Duemila, dai primi film muti giapponesi alle ultime pellicole che hanno conquistato in questi anni un posto di primo piano anche sugli schermi occidentali, rivelando una ricchezza almeno pari a quella del miglior cinema europeo e americano. Un viaggio in sei tappe ben definite: dai problemi di linguaggio a quelli relativi alla storia e all'ideologia, dal rapporto coi generi a quello con altre forme artistiche e culturali, dalla nascita del cosiddetto 'Nuovo Cinema' alla capacità di testimoniare, in presa diretta, le contraddizioni della società contemporanea. (Da sito Laterza)
Vedi indicePrefazione, v
1. Una questione di stile: il cinema giapponese muto, 3
2. Cinema, guerra, ideologia, 18
3. I generi: storie di samurai, eroine e cavalieri erranti, 39
4. Cinema, teatro e tradizione culturale, 62
5. Le stagioni del Nuovo Cinema, 90
6. La Cina che cambia, 136
Bibliografia essenziale, 155
Indice dei nomi, 161
45
Masecchia Anna
Al cinema con Proust
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2009
Dalla metà degli anni sessanta in poi, la sfida posta al cinema dal capolavoro di Marcel Proust Alla ricerca del tempo perduto è stata raccolta da personalità artistiche quali Ennio Flaiano, Harold Pinter, Luchino Visconti e Joseph Losey: l’avventuroso progetto produttivo che li ha visti protagonisti ha avuto termine solo nel 1984 con Un amour de Swann di Volker Schlöndorff. Bisogna però attendere la fine del secolo scorso perché i film di Raoul Ruiz (Le temps retrouvé, 1999) e Chantal Akerman (La captive, 2000) trasferiscano al cinema gli elementi più profondi dell’opera proustiana, senza perderne né sottigliezza né impatto poetico. Un più diffuso ‘effetto Proust’ è stato del resto tanto incisivo e duraturo da spingere un regista raffinato come Fabio Carpi oppure artisti dell’avanguardia contemporanea come Jon Jost e Percy Adlon a misurarsi, secondo modi di lettura differenti, con un classico della letteratura del Novecento la cui vitalità appare inesausta. Al cinema con Proust, incrociando gli strumenti della comparatistica con i metodi dell’analisi del film, propone uno studio storico e teorico sulla capacità del cinema di confrontarsi con la Recherche e di assorbirne la lezione narrativa ed estetica. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
46
Fadda Michele
Il cinema contemporaneo: caratteri e fenomenologia
(Prismi)
Bologna: Archetipolibri, 2010
Quali sono gli elementi che caratterizzano l’estetica cinematografica nella contemporaneità? Il cinema è ancora il medium privilegiato per interpretare il proprio tempo, così come era stato nella modernità novecentesca? Sono solo alcune delle domande da cui si parte per riconsiderare il ruolo e il contributo della settima arte all’alba del nuovo millennio. La dimensione sovranazionale e globale della cultura odierna, la crescente importanza assunta dalle nuove tecnologie in un orizzonte geopolitico sempre più mediale e spettacolarizzato, rimettono infatti in discussione il consumo e l’identità stessa dell’oggetto filmico. Attraverso un’ampia introduzione e una ricca antologia con interventi di studiosi italiani e stranieri, il volume vuole quindi ripensare il cinema alla luce di una complessa mutazione culturale e sociale, in un stimolante percorso interdisciplinare capace di incrociare il cinema hollywoodiano ed europeo con quello del resto del mondo. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
47
Trione Vincenzo (a cura di)
Il cinema degli architetti
Monza: Johan & Levi, 2014
Questa è una storia di dialoghi mancati, di approdi differiti. Un’avventurosa vicenda, che non era ancora mai stata ricostruita nella sua ricchezza. Ne sono protagonisti, tra gli altri, Le Corbusier e Walter Gropius, Charles e Ray Eames e Yona Friedman, Bruno Munari e Frank Lloyd Wright, Giancarlo De Carlo e Ludovico Quaroni, Emilio Ambasz ed Ettore Sottsass, Gaetano Pesce e Mario Bellini, Michele De Lucchi e Aldo Rossi, Superstudio e Andrea Branzi. Pur diverse, le loro esperienze sono accomunate da una profonda fascinazione per il cinema, medium moderno per eccellenza, straordinaria “arte di vedere lo spazio”, strumento per aderire alle architetture e per descriverne dall’interno la sintassi e i vuoti, dispositivo per visualizzare la metropoli contemporanea. Poco disposti a misurarsi con le regole dell’industria cinematografica e a cogliere la specificità del linguaggio filmico, gli architetti-registi concepiscono la settima arte come territorio della libertà, geografia in cui muoversi senza rispettare consuetudini e rituali, luogo delle più sfrenate sperimentazioni. Alcuni atteggiamenti sono ricorrenti: urgenza testimoniale, vocazione critica, desiderio di riciclare materiali già girati, slancio visionario, attitudine concettuale. Se Le Corbusier e De Carlo si servono delle immagini in movimento per divulgare presso un pubblico di non specialisti riflessioni teoriche già ampiamente note a studiosi e a professionisti, altri – come Pesce, De Lucchi, Bellini e Branzi – ricorrono a modelli di matrice avanguardistica, sottraendosi alle leggi della discorsività tradizionale e ai dettami della comunicazione classica. Altri ancora usano i video come luoghi nei quali mettere in scena progetti assurdi, impossibili: è il caso, per esempio, di Acconci e Superstudio. In questo originale volume, curato da Vincenzo Trione, incontreremo tanti architetti per i quali il cinema, per riprendere le parole di Giulio Carlo Argan, non è «puro e semplice sistema di conoscenza», ma «sistema significativo di nuova istituzione»: tra le tecniche artistiche, «la più strutturante». (Da sito Johan & Levi)
Vedi indiceIl cinema degli architetti: dialoghi mancati di Vincenzo Trione
Repertorio: fotogrammi scelti
Gli architetti-registi
1. VIto Acconci
2. Emilio Ambasz
3. Archigram
4. Giovanni Astengo
5. Mario Bellini
6. Ricardo Levi Bofill
7. Piero Bottoni
8. Andrea Branzi e Archizoom
9. Livio Castiglioni
10. Aldo Cibic
11. Giancarlo De Carlo
12. Michele De Lucchi
13. Edoardo Detti
14. Carlo Doglio
15. Charles and Ray Eames
16. Yona Friedman
17. Walter Gropius
18. Robert Herlth e Walter Röhrig
19. Rem Koolhaas
20. Ugo La Pietra
21. Le Corbusier
22. Angelo Mangiarotti
23. Carlo Mollino
24. Luigi Moretti
25. Multiplicity
26. Bruno Munari
27. MVRDV
28. Renato Nicolini
29. Roberto Pane
30. Richard Paulick
31. Dominique Perrault
32. Gaetano Pesce
33. Gianni Pettena
34. Piero Portaluppi
35. Paolo Portoghesi
36. Franco Purini
37. Ludovico Quaroni
38. Franco Raggi
39. Walter Reimann
40. Aldo Rossi
41. Ettore Sottsass
42. Albert Speer
43. Stalker/Osservatorio Nomade
44. Nanni Strada
45. Gruppo Strum
46. Superstudio
47. Kenzo Tange
48. Oscar Tusquets Blanca
49. ufo (Unidentified Flying Object)
50. Robert Venturi e Denise Scott Brown
51. Maximilian von Goldbeck e Erich Kotzer
52. Anton Weber
53. Frank Lloyd Wright
Profili biografici
48
Marineo Franco
Il cinema del terzo millennio
Torino: Einaudi, 2014.
Esplorando l'impatto prodotto dalle nuove tecniche a disposizione, i nuovi modelli narrativi, la nascita di una «Nuova Hollywood» nonché il rapporto sempre piú fitto con i media visuali (internet e serie Tv), questo volume descrive temi, protagonisti e contesti sociopolitici del cinema contemporaneo e propone una prima selezione dei film piú rappresentativi dal 2000 a oggi. Piú che una storia del cinema contemporaneo, dunque, le forme e i margini di un'istantanea capace di fotografare l'attualità e di restituire le possibili linee di fuga di un medium mai stato cosí instabile. (Da sito Einaudi)
Vedi indiceIntroduzione
I. Immaginari globali all'alba del millennio
II. Il cinema, oggi: ibridazioni e nuove gerarchie mediali
III. Temi, protagonisti, geografie
70 fotogrammi
Bibliografia
Indice dei film
Indice dei nomi
49
Salvestroni Simonetta
Il cinema di Dreyer e la spiritualità del Nord Europa: Giovanna d' Arco, Dies Irae, Ordet
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2012
«Ammetto di aver parlato molto della tecnica. D'altra parte tutti coloro che hanno visto i miei film riconosceranno che per me la tecnica è un mezzo e non un fine e che il mio fine è sempre stato quello di far vivere allo spettatore un'esperienza che lo arricchisca interiormente. Amo profondamente la vita, tutti gli esseri veramente vivi. I miei film vogliono essere una serena meditazione sul grande mistero della vita» (Dreyer). Il libro parte dal presupposto che per comprendere la profondità e la ricchezza dei film del regista danese è di importanza fondamentale il contesto in cui è vissuto l'autore. È difficile per un artista raggiungere una visione e una conoscenza spirituale tanto profonda, come quella che troviamo nella Passion de Jeanne d'Arc, in Dies irae, in Ordet, senza l'appoggio di testi che diano conferma e chiarezza a quello che egli ha sentito e vissuto dentro di lui. Gli anni in cui Dreyer si dedica alla realizzazione della Passion de Jeanne d'Arc sono cruciali per il mondo del Nord Europa. Riflettendo sulla sua durissima vicenda esistenziale, sulla chiesa e sui gravi problemi del suo tempo, il regista si è soffermato sui passi più impegnativi e difficili della Scrittura, gli stessi che quattrocento anni prima avevano colpito il giovane Lutero, a lui accessibile grazie al dibattito che queste opere suscitavano a Copenaghen negli anni venti. Se La Passion de Jeanne d'Arc, Dies irae, Ordet si analizzano alla luce della conoscenza del contesto spirituale e storico in cui è vissuto l'autore, acquistano significato elementi del linguaggio filmico, a volte trascurati e in alcuni casi fraintesi, attraverso i quali il regista esprime la sua visione del mondo: il significato dell'esistenza, il ruolo della sofferenza, la scoperta attraverso il dolore di una verità più alta di quella quotidiana. È una ricerca fondamentale in ogni luogo e in ogni tempo, che oggi il nostro mondo tende a soffocare. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
50
Minesso Barbara, Rizzoni Giovanni
Il cinema di Pedro Almodovar: dal postmoderno al contemporaneo
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2010
Dai primi lungometraggi agli Abbracci spezzati, il volume ripercorre l’intera produzione cinematografica di Pedro Almodóvar. In quasi trent’anni di attività artistica il regista è riuscito a portare all’attenzione del pubblico internazionale il proprio personalissimo universo creativo. Tanto da imporre l’“Almodóvar’s touch” come cifra stilistica ormai riconosciuta a livello globale. La storia di successo di un autore partito da condizioni di assoluta marginalità diventa tuttavia tanto più interessante quanto meno il regista spagnolo viene ingessato nelle vesti di un preteso “classico” del cinema. Molto più stimolante è guardare alla sua produzione artistica come a un magmatico flusso di visioni e di pulsioni che incrocia il grande mutamento intervenuto a cavallo fra i due secoli nel nostro mondo morale e sentimentale. Un fiume dal percorso spesso oscuro, ma misteriosamente collegato alle vicende della contemporaneità. È a tale collegamento che è interessato in primo luogo questo libro. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
51
Ferrero Adelio
Il cinema di Pier Paolo Pasolini
Venezia: Marsilio, 2004
La coraggiosa uscita della prima edizione de Il cinema di Pier Paolo Pasolini segue di meno di quindici mesi la drammatica e ancora controversa morte del poeta, regista e quant’altro. Da allora la bibliografia sull’autore, tra i più affascinanti della scena intellettuale italiana del Novecento, ha raggiunto dimensioni enormi, tra culto e ammirazione ai limiti del mito o della venerazione. Sono rare tuttavia le analisi approfondite e filologicamente accurate, cui sopperisce ancora, almeno per quanto riguarda il cinema, ma senza trascurare altri confronti e impatti, questa monografia di Adelio Ferrero, un approccio denso, vivo, fecondo e persino, a quasi trent’anni di distanza, provocatorio. Il regista di Accattone e di Salò o Le 120 giornate di Sodoma, per citare i suoi estremi (1961-1975), nel trentennale della scomparsa ne riaffiora in tutta la sua completezza, la sua complessità, la sua controversa indomita passione e ideologia. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
52
Salvestroni Simonetta
Il cinema di Werner Herzog e la Germania: Kaspar Hauser, Herz aus Glas, Nosferatu, Woyzeck, Invincibile
Bologna: Archetipolibri, 2013
“C’è un livello di verità molto più profondo di quello della realtà quotidiana. Il mio compito è di scovarlo (…). Ho sempre pensato che, in una certa misura, il cinema dovrebbe spingere gli spettatori a prendere sul serio i propri sogni e a trovare il coraggio di fare ciò che realmente desiderano, anche a costo di falllire. Se trovo una persona che, uscendo dal cinema dopo aver visto un mio film insieme ad altri trecento spettatori, non si sente più sola, allora ho ottenuto tutto ciò che mi sono prefisso” (Werner Herzog). A cinquant’anni di distanza dall’inizio dell’attività cinematografica di questo regista appassionato e creativo ci sono ben pochi studi che aiutino a comprendere la profondità e la ricchezza di significato di opere che sono dotate di una straordinaria potenza visiva e che rivelano “un’inesausta indagine sul linguaggio e i suoi mezzi espressivi”. Questo lavoro è dedicato ai cinque film di Werner Herzog ambientati in Germania. La scelta nasce dal fatto che il complesso rapporto col paese in cui è nato è di fondamentale importanza per comprendere il cinema del regista, la ricchezza semantica delle sue opere, l’elaborazione di un linguaggio cinematografico profondamente originale. Attraverso i suoi protagonisti privilegiati, i film ambientati in Germania celebrano un dono, che rende l’uomo diverso da tutti gli altri esseri del creato. È il dono del dubbio che porta a pensare che il senso dell’esistenza possa essere più complesso e profondo di quello che ci è stato insegnato, imposto o abilmente suggerito di credere. La libertà mentale, che è legata a questo dono, spinge i personaggi e con loro lo spettatore verso un cammino di conoscenza che ogni essere umano avrebbe bisogno di compiere nella sua vita, qualunque sia il rischio che questa impresa comporta. (Da sito Clueb)
Vedi indice- Introduzione
1. Herz aus Glas (Cuore di vetro)
2. Jeder fur sich und Gott gegen alle - The enigma of Kaspar Hauser
3. Nosferatu
4. Woyzeck
5. Invincibile
- Filmografia
- Bibliografia
- Indice dei nomi
53
Menarini Roy
Cinema e fantascienza
(Prismi)
Bologna: Archetipolibri, 2012
Come definire la fantascienza? Un genere cinematografico per spettatori di bocca buona o un crocevia simbolico dei problemi sociali, culturali e scientifici connessi alla nostra esistenza? L’oscillazione tra spettacolo eminentemente popolare e interpretazioni che gli studiosi ne hanno dato pone la fantascienza tra i discorsi del cinema più affascinanti in assoluto. Forse perchè essa, parlandoci del futuro, suggerisce più che altro le tensioni del presente. La fantascienza è nata con il cinema e da sempre ne è stata una delle espressioni più naturali. Tra il primo viaggio sulla Luna immaginato da Méliès ispirandosi a Verne, e la battaglia per la difesa del pianeta Pandora in Avatar è passato più di un secolo: cento e passa anni nei quali i film, gli autori, il pubblico, i critici e gli studiosi di ogni disciplina hanno nobilitato e cercato di spiegare l’incanto irresistibile di un genere destinato a non tramontare mai. Il volume organizza dunque un percorso storiografico e teorico intorno alla fantascienza cinematografica, avvalendosi di una vasta antologia di interventi tratti dalle più svariate discipline dell’immaginario filmico, e non solo. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
54
Zagarrio Vito
Cinema e fascismo
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2004
Cinema sotto il fascismo oppure durante il fascismo o, magari, nonostante il fascismo? Fu consenso o dissimulazione onesta? Il volume indaga il contraddittorio rapporto tra intellettuali, cineasti e fascismo nella fase matura del regime, nei favolosi anni trenta e poi nel periodo della crisi definitiva. Disegna una mappa del dibattito sul cinema anni trenta-quaranta e affronta con angolazioni inedite aspetti come quello delle riviste culturali, dei modelli sottesi dall’immaginario collettivo, dello stile e della messa in scena di autori-simbolo del film italiano come Blasetti. È un libro che dà voce ai protagonisti - anche con rare testimonianze di personaggi scomparsi - offrendo un esempio di commistione tra storia basata su fonti scritte o visive e storia orale. L’autore opera un montaggio immaginario di culture diverse, creando ponti e associazioni logiche tra Italia e America, tra Cinecittà e Hollywood, tra Roma e Mosca, e ribalta certi stereotipi acquisiti della cultura fascista o dell’Italia pre-neorealista. È insomma un viaggio nel fascismo nel segno del cinema, un viaggio che propone il bilancio di una ricerca durata tutta una vita. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
55
Costa Antonio
Il cinema e le arti visive
Torino: Einaudi, 2002
I rapporti tra il cinema e le arti visive, idealmente collocati al punto d'incontro dei «tre spazi» analizzati da Eric Rohmer: pittorico, architettonico, filmico.
In questo saggio, che amplia e approfondisce precedenti lavori dell'autore sugli stessi temi, Antonio Costa esplora i rapporti tra il cinema e le arti visive, idealmente collocati al punto d'incontro dei «tre spazi» analizzati da Eric Rohmer: pittorico, architettonico, filmico. L'interazione tra vari modelli di rappresentazione è studiata, con una particolare attenzione alle problematiche dell'iconografia e dell'intertestualità, sia negli attuali assetti dei rapporti tra cinema e nuove frontiere del visivo, sia in tutte quelle fasi in cui piú vivace è stata la dinamica degli scambi. Accanto al riesame e alla discussione critica di contributi teorici ormai classici sull'argomento (Ragghianti, Arnheim, Panofsky, Ejzenstejn, Rohmer), c'è l'analisi delle realizzazioni filmiche che piú si prestano alla riflessione teorica e metodologica (documentari d'arte, film biografici, le produzioni delle avanguardie storiche). La trattazione, per quanto attenta ai rapporti con l'architettura, privilegia quelli con la pittura, facendo continui riferimenti ad autori e generi che meglio illustrano la tipologia degli scambi, da Godard a Pasolini, da Tarkovskij a Greenaway, da Visconti a Lynch, da Antonioni a Hitchcock, da Fellini a Tim Burton. (Da sito Einaudi)
Vedi indiceIntroduzione
Parte prima
I. Agonia delle arti visive?
II. Cinema e pittura
III. Cinema e architettura
Parte seconda
IV. Oltre la pittura, oltre il cinema
V. Avanguardie storiche, cinema e immaginario urbano
VI. Fra teoria e prassi
VII. L'immagine sospesa
Nota bibliografica
Indice dei film
Indice dei nomi
56
Manzoli Giacomo
Cinema e letteratura
(Bussole)
Roma: Carocci, 2003
La maggior parte dei film è tratta da testi letterari: non solo i casi eclatanti come “Il Gattopardo” o “Via col vento”, ma anche pellicole come “Sentieri selvaggi” o “Il quinto elemento”. Per capire come sono fatti questi film diventa allora importante comprendere cosa intendiamo per riduzione, adattamento, trasposizione cinematografica o tutti gli altri termini con cui ci si riferisce a quel processo che porta un testo scritto a diventare un testo cinematografico. Il volume si propone di introdurre all’analisi di questi meccanismi e di gettare uno sguardo sull’evoluzione del rapporto tra cinema e letteratura dalle origini ai giorni nostri, cercando di individuare i fattori che regolano la relazione tra due sistemi espressivi e comunicativi apparentemente diversissimi ma strettamente legati dalla stessa vocazione a raccontare storie. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione
1. Un po’ di storia
Le origini/Dal classicismo di Hollywood al neorealismo/Dalla “caméra stylo? alla nouvelle vague/Dagli anni settanta a oggi/Per riassumere...
2. Le teorie
Lingua scritta vs lingua delle immagini/Il cinema di poesia/Il cinema, la letteratura e i discorsi sociali/Per riassumere...
3. Momenti di passaggio: sceneggiatura e adattamento
Sceneggiatura e trascrizione: gli elementi comuni/Sceneggiature: orientamenti e tipologie/Adattamento e-o traduzione/Per una fenomenologia dell’adattamento/ Prospettive e limiti della “lettura comparata?/Per riassumere...
4. Elementi e strumenti del racconto
La storia/Il discorso/Per riassumere...
5. Il cinema nei libri
La sala (buia)/La setta dei cinefili/Una passione sfrenata/Il cinema come pretesto/La reinvenzione del cinema/Il cinema come critica letteraria/Per riassumere...
Bibliografia
57
Grespi Barbara
Cinema e montaggio
(Bussole)
Roma: Carocci, 2010
Perché il montaggio è uno strumento creativo fondamentale? Com’è cambiato nel tempo? Che cos’è il montaggio delle attrazioni? Che cosa si intende per montaggio-trucco? E per montaggio parallelo? In che modo i film contribuiscono alla formazione della visualità moderna? Quali intuizioni artistiche e quali schemi culturali stanno dietro certe idee di montaggio? Nel rispondere a queste e altre domande, il volume analizza le principali teorie e tecniche di montaggio, ripercorrendo la storia del cinema nelle sue principali fasi. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. Il montaggio tra mito e storia
Il cinema del quadro unico/Il montaggio-trucco/Verso l’inquadratura/La nascita del primo piano/Griffith e Dioniso
2. L’inquadratura, corpo e cellula
Mimetismi/Cornici/Deformazioni/Trasparenze
3. La discontinuità:le forme dell’attrazione
Attrazione ed emozione/L’attrazione dei contrari/Attrazione e metafora/Dialettica
della forma
4. La discontinuità:le forme del tempo
Intervallo/Ritmo/Armonia
5. La continuità classica:il montaggio narrativo
Teoria e prassi della scrittura trasparente/Al centro del mondo/Il sistema
dei raccordi/Il romanzesco/Tempo e racconto
6. La continuità moderna:estetiche del piano sequenza
Il limite della percezione/L’occhio in movimento/Il piano sequenza mentale/Profondità di campo e prospettiva/La durata dello sguardo
Bibliografia.
58
Gandini Leonardo
Cinema e regia
(Bussole)
Roma: Carocci, 2006
Il regista cinematografico, il cui ruolo e le cui funzioni cominciano ad assumere una fisionomia compiuta intorno ai primi anni dieci, si pone all’intersezione di due grandi ambiti di riflessione: il primo, di retaggio ottocentesco, lo colloca all’interno della tradizione romantica dell’artista-creatore, le cui opere obbediscono rigorosamente alle istanze espressive della sua individualità. Il secondo, proprio del xx secolo, ne analizza la figura in rapporto alla matrice tecnologica del cinema e al suo ruolo nel panorama delle comunicazioni di massa e dell’intrattenimento popolare. Il volume si propone di verificare in che misura il mestiere della regia è stato determinato e condizionato da questi due modi di pensarne l’identità. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. Riproduzione, immaginazione/La regia come mediazione/Il regista narratore/De Mille vs Stroheim/Sullo schermo: il regista in declino/ Per riassumere…
2. Il regista e il suo pubblico/Prima della rivoluzione/Il cinema nella riflessione dei formalisti russi/Dopo la rivoluzione: Ejzenštejn/Lo spettatore immaginifico/Sullo schermo: il regista deriso/Per riassumere…
3. Regista e sistema di produzione/ Individuo e collettività/Capra: Arriva John Doe/Welles: Quarto potere/Sullo schermo: il regista voyeur/Per riassumere…
4. Cinema di riflessione, cinema di nostalgia/Il rapporto con la tradizione nel cinema italiano/Fellini/Antonioni/Politique des auteurs/I quattrocento colpi e Il disprezzo/ Per riassumere…
5. Strategie di fuga/Autorialità e vaticinio/L’autore come marchio commerciale/Primo rifugio: la realtà contraffatta/Secondo rifugio: il cinema di genere/Terzo rifugio: il cult-movie d’autore/Per riassumere…
Bibliografia.
59
Comand Mariapia, Menarini Roi
Il cinema europeo
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2011
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Il cinema europeo non può fare a meno di guardare all’America in termini di confronto e di emulazione e tuttavia, dopo centodieci anni di film, ha saputo sviluppare caratteristiche proprie, elementi di riconoscibilità, aspettative condivise, coesione tra gli spettatori. Un affascinante percorso alla ricerca dell’identità del Vecchio Continente, attraverso alcuni concetti chiave come ‘realismo’, ‘scrittura’, ‘cinema d’autore e autorialità’, ‘generi autoctoni e d’imitazione’. (Da sito Laterza)
Vedi indicePrefazione di Pierre Sorlin
Nota degli autori
1. L’identità e la tradizione
2. America, «americans» e americanate: Hollywood secondo gli europei
3. La linea realista: il cinema europeo e la sfida del reale
4. Dalla forma al concetto: il cinema delle avanguardie
5. L’onda del nuovo nel Vecchio Continente: «nuovo», cioè «free», «nouvelle», «neuer», «novo», «nová»...
6. Lo specchio del passato, lo spettro del presente: i generi «autoctoni»
7. Verso un modello ideale: i generi d’imitazione
8. Poeta, artista, genio, regista: l’autore nel cinema europeo
9. Incontri, osmosi, simbiosi: le coppie di autori
10. Pubblico, industrie e utopie
Bibliografia generale
Indice dei nomi
Indice dei film
60
Tinazzi Giorgio (a cura di)
Il cinema francese attraverso i film
Roma: Carocci, 2011
Il cinema è nato in Francia; e lì si sono anticipate le sue linee di sviluppo, quella della riproduzione (Lumière) e quella dell’immaginazione (Méliès), ora separate, ora interferenti. Per questo il cinema francese è stato spesso in sintonia con i grandi cambiamenti: dalle avanguardie storiche al "realismo poetico" degli anni trenta, fino alla "nouvelle vague" degli anni sessanta e all’uso odierno delle nuove tecnologie. È il percorso qui affrontato selezionando autori e opere che, oltre alla qualità, hanno un forte valore sintomatico: Germaine Dulac (La coquille et le clergyman), René Clair (Sotto i tetti di Parigi), Jean Renoir (Toni), Marcel Carné (Alba tragica), Henri-Georges Clouzot (Vite vendute), Jacques Tati (Le vacanze di Monsieur Hulot), Alain Resnais (Muriel, il tempo di un ritorno), Jean-Luc Godard (Il bandito delle undici), François Truffaut (Effetto notte), Robert Bresson (L’argent), Eric Rohmer (Racconto d’autunno), Laurent Cantet (La classe). Dodici film: un piccolo azzardo, un’affascinante avventura interpretativa. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione di Giorgio Tinazzi
1. La coquille et le clergyman (G. Dulac, 1928) di Andrea Martini
2. Sous les toits de Paris (R. Clair, 1930) di Farah Polato
3. Toni ( J. Renoir, 1934) di Gianni Rondolino
4. Le jour se lève (M. Carné, 1939) di Anna Masecchia
5. Le salaire de la peur (H.-G. Clouzot, 1953) di Alberto Scandola
6. Les vacances de Monsieur Hulot ( J. Tati, 1953) di Alessandro Faccioli
7. Muriel ou le temps d’un retour (A. Resnais, 1963) di Giorgio De Vincenti
8. Pierrot le fou (J.-L. Godard, 1965) di Paolo Bertetto
9. La nuit américaine (F. Truffaut, 1973) di Roberto Nepoti
10. L’argent (R. Bresson, 1983) di Luciano De Giusti
11. Conte d’automne (E. Rohmer, 1998) di Rosamaria Salvatore
12. Entre les murs (L. Cantet, 2008) di Denis Brotto
Bibliografia a cura di Anna Masecchia
61
Morsiani Alberto
Il cinema indiano
(Bussole)
Roma: Carocci, 2009
Il cinema indiano è unico per le sue sconvolgenti dimensioni di divertimento di massa e per la varietà delle sue produzioni, diverse da regione a regione. Una macchina ben oliata che sforna continuamente nuove star e produce un migliaio di film all’anno, a loro modo avvincenti polpettoni che mescolano avventura, romanzo sentimentale, comicità, canzoni, balli. Ma tanti sono stati, e sono, anche gli autori di prestigio, dal più grande di tutti, il Satyajit Ray della celebre Trilogia di Apu, a Mrinal Sen, Goutam Ghose, per arrivare a Mira Nair e M. Night Shyamalan. Attraverso la storia del cinema indiano, dalle origini ai giorni nostri, il libro traccia il profilo di un paese di straordinario fascino e interesse. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. L’India e il cinema
Il mondo incontra Bollywood/Bollywood, musica e parole/Il cinema e la società indiana/Il cinema tra arte, estetica e filosofia
2. Le origini (1897-1940)
Aspetti generali della storia del cinema indiano/Gli inizi pionieristici/ Phalke, il pioniere/Gli anni venti e il filone mitologico/Gli anni trenta. L’arrivo del sonoro
3. Gli anni 1940-1960
Gli anni della guerra e la produzione indipendente/Gli anni cinquanta/Satyajit Ray/Il film d’arte
4. Gli anni 1960-1980
Evoluzione del cinema popolare/Mrinal Sen e il nuovo cinema indiano/Gli anni settanta: il boom del cinema hindi/Adoor Gopalakrishnan e il cinema del Kerala
5. Gli anni 1980-2000
Il cinema popolare negli anni ottanta/Goutam Ghose e gli altri nuovi autori/Gli anni novanta: Bollywood si rinnova/Mira Nair
6. Il cinema indiano nel nuovo millennio
La nuova Bollywood nella globalizzazione/ Registi da esportazione e nuovi autori
Bibliografia.
62
De Bonis Maurizio G., Spagnoletti Giovanni, Schweitzer Ariel (a cura di)
Il cinema israeliano contemporaneo
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2009
È dall'inizio del nuovo millennio che il cinema d'autore israeliano ha cominciato a trovare un posto fisso, oltre la figura pionieristica di Amos Gitai, nell'ambito dei maggiori festival internazionali, divenendo artefice, come già era accaduto con la letteratura, di un importante dibattito politico-culturale sui principali problemi del paese, a partire dalla drammatica questione palestinese. Film come Yossi e Jagger o Camminando sull'acqua di Eytan Fox, Or/Mon Tresor di Keren Yedaya, To Take a Wife di Ronit e Shlomi Elkabetz, Meduse di Etgar Keret e Shira Geffen, Beaufort di Joseph Cedar, La banda di Eran Kolirin, Qualcuno con cui correre di Oded Davidoff e soprattutto Valzer con Bashir di Ari Folman, tanto per citare i titoli più noti, hanno ottenuto prestigiosi riconoscimenti internazionali e/o una discreta distribuzione in Italia e nei paesi europei. Con il presente volume, il primo sull'argomento pubblicato nel nostro paese, si vuole analizzare a tutto campo il fenomeno di una cinematografia che, pur avendo a disposizione modeste risorse economiche, è stata in grado, in meno di un decennio, di dar vita a un significativo cinema d'autore dalle precise caratteristiche critico-innovative. Il tutto ritraendo le tematiche che attraversano, spesso in modo drammatico, l'odierna società d'Israele: il problema del conflitto con il mondo arabo/palestinese, i temi della violenza e della guerra, la sfera della sessualità e la condizione della donna, i rapporti tra religione e laicità dello Stato o la relazione tra società israeliana e Shoah. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
63
Costa Antonio
Il cinema italiano
(Farsi un'idea)
Bologna: Il Mulino, 2013
È il 20 settembre 1905. Davanti a Porta Pia si proietta La presa di Roma diretto da Filoteo Albertini. Nasce così il cinema italiano. Evento pubblico che chiama in causa memoria storica, coscienza civile e passioni contrapposte: dai tempi eroici del muto all’ibridazione dei media, l’autore ci spiega cosa è stato il cinema nel nostro paese e cosa oggi ancora è. Ne evidenzia i caratteri originali – attraverso la tipologia dei generi, degli attori e delle opere – e le linee di tendenza, tratteggiando un profilo dell’industria cinematografica come capitolo importante nella storia della formazione dell’identità italiana. (Da sito Il Mulino)
Vedi indiceIntroduzione
1. Il cinema muto
2. Il cinema del fascismo
3. Gli anni del neorealismo
4. Dagli anni Cinquanta agli anni Settanta
5. L'impero televisivo
6. Fine di un secolo e alba di un nuovo millennio
Per saperne di più
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Steve Della Casa
Il cinema italiano degli anni Sessanta
(Lampi)
Roma; Bari: Laterza, 2015
Gli anni Sessanta sono stati il decennio più ricco per il nostro cinema. Un decennio in cui hanno convissuto la sperimentazione più ardita e i piccoli espedienti commerciali. Un decennio caratterizzato prima dal boom economico e, sul finire, dalla contestazione, in cui il cinema ha raccontato a modo suo tutti i cambiamenti della società italiana. (da sito editore)
Indice non disponibile
65
Brunetta Gian Piero
Il cinema italiano di regime: da “La canzone dell'amore” a “Ossessione”, 1929-1945
Roma; Bari: Laterza, 2009
All’inizio degli anni Trenta molti fattori consentono in Italia la rinascita di una cinematografia giunta a toccare quota zero: una legge che incoraggia la ripresa della produzione senza troppo ostacolare la marcia trionfale in atto delle Majors americane, l’avvento del sonoro e un vero e proprio ricambio generazionale, che vede entrare in scena un gruppo di giovani guidati da Alessandro Blasetti e ispirati dalle teorie e pratiche del cinema sovietico. Dai primi anni Trenta alla caduta del regime la parola d’ordine, comune a tutte le voci – fasciste e antifasciste – del cinema italiano è aprire gli occhi sul Paese, fino a quel momento assente dal grande schermo. La fame di realtà unisce e accomuna una serie di film che, da Gli uomini che mascalzoni! di Camerini, attraversano l’intero periodo fino ad approdare a Ossessione di Visconti, il momento più alto nella realizzazione di un nuovo modo di fare cinema. Con l’entrata in guerra le pellicole non celebrano tanto l’eroismo o lo spirito guerresco, quanto piuttosto tradiscono il senso dell’assedio, la caduta delle speranze, il desiderio di pace e l’attesa della fine del conflitto. I venti mesi di Salò suggellano il periodo con l’afasia e il silenzio di una produzione pressoché inesistente. (Da sito Laterza)
Vedi indiceIntroduzione
Nota dell’Autore
1. La produzione dalla crisi del 1929 al 1943
2. La politica delle istituzioni
3. I cattolici e il cinema: organizzazione, progetto politico, attività censoria
4. Il cinema nei Guf
5. La propaganda: scena e messinscena nell’informazione
6. La propaganda nella produzione spettacolare
6. I miti
7. Il lavoro dei letterati
8. Il cammino della critica verso il neorealismo
9. Modi, forme e strutture narrative dall’avvento del sonoro al 1935
10. Da Freddi al 25 luglio 1943
11. La cattedrale del desiderio
12. Hollywood alla riscossa
13. Il periodo di Salò
Note
Bibliografia
Indice dei film
Indice dei nomi
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Canosa Michele, Carluccio Giulia, Villa Federica (a cura di)
Cinema muto italiano: tecnica e tecnologia
(Cinema/Tecnologia)
Roma: Carocci, 2006
Intorno alla nascita del cinematografo si è sviluppata immediatamente una teoria di discorsi interessati alla carica di forte innovazione tecnologica del nuovo mezzo espressivo. Questi discorsi hanno concorso a definire la fisionomia e l'identità del cinema, legittimandolo al contempo come medium autonomo e come nuova forma d'arte. Interrogare le riviste di settore, pubblicate tra il 1910 e il 1913, ha permesso di avviare una riflessione sulla tecnica/tecnologia del cinema muto, che oltre a mettere in scena un mondo di macchine e di nuove apparecchiature, racconta anche di inedite forme di visibilità e di una mutata sensibilità dello sguardo. Il cuore di questo volume sta nella scoperta e nella rilettura delle parole spese intorno alla tecnologia del cinema nel suo periodo muto, parole che assumono la veste di documenti preziosi, proposti in una serie di percorsi antologici in grado di indicare possibili temi di ricerca.
Vedi indiceVol. 1
Premessa / di Michele Canosa, Giulia Carluccio, Federica Villa
Discorsi, precetti documenti. Nota delle curatrici / di Giulia Carluccio, Federica Villa
Parte prima. Saggi e contributi
L'occhio e il cervello dell'esercito. Tecnologia bellica e tecnologia cinematografica nelle riviste degli anni Dieci / di Giaime Alonge
Cinema/fotografia: il dibattito sulla tecnologia nelle riviste fotografiche italiane del primo Novecento / di Franco Prono
Parte seconda. Testi e documenti
Lo spoglio delle riviste del cinema muto italiano: il corpus e i primi risultati / di Silvio Alovisio
Teatri posa / a cura di Melita Mandalà
Scenografia, trucco, costumistica / a cura di Melita Mandalà
Pellicola / a cura di Marco Grifo
Ripresa / a cura di Valentina Rossetto
Operatori e illuminotecnica / a cura di Melita Mandalà
Dal film colorato al cinema a colori / a cura di Marco Grifo
Accompagnamento musicale / a cura di Azzurra Camoglio
Sincronizzazione e registrazione del suono / a cura di Azzurra Camoglio
Proiezione / di Valentina Rossetto
Percorsi bibliografici / a cura di Azzurra Camoglio, Marco Grifo, Melita Mandalà, Valentina Rossetto, con la collaborazione di Franco Prono
Vol. 2
Premessa / di Michele Canosa, Giulia Carluccio, Federica Villa
Brevetti, macchine, mestieri. Nota del curatore Tecnologia e storia del cinema / di Aldo Bernardini
Innovazioni nella tecnica cinematografica. I brevetti italiani (1908-20) / di Chiara Caranti
Il proiettore cinematografico. Sviluppi tecnici (1907-23) / di Elena Tammaccaro
Apparecchi cinematografici (1910-30). I tipi Prevost e Cinemeccanica / di Vera Carimati
Tracce sonore. Giovanni Rappazzo, inventore / di Alessia Navantieri
La fabbrica delle didascalie / di Giandomenico Zeppa
Appunti per la storia di un formato substandard. Due proposte torinesi / di Alberto Friedemann
Il cinema a colori naturali. Il Kinemacolor in Italia / di Livio Gervasio
Gli scenografi e gli operatori nel cinema italiano degli anni Dieci / di Riccardo Redi
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Noto Paolo, Pitassio Francesco
Il cinema neorealista
(Prismi)
Bologna: Archetipolibri, 2010
A oltre sessant’anni dalla folgorante apparizione di Roma città aperta, il neorealismo continua a essere il momento più conosciuto, studiato e amato nella storia del cinema italiano. L’importanza del fenomeno per il cinema e la cultura nazionali è tale da disorientare il lettore che vi si avvicina, per la ricchezza del dibattito e la profondità della storiografia dedicatigli. Pensato per fornire delle coordinate precise a quanti studiano il cinema italiano del dopoguerra, ma anche a spettatori appassionati, il volume osserva il neorealismo da differenti angolazioni, senza perderne di vista la complessità. Sono chiamati in causa autori celeberrimi (De Sica, Rossellini e Visconti), insieme a oggetti di passioni cinefile (De Santis, Germi, Lattuada) e figure di considerevole importanza per il fenomeno, ma spesso trascurate (Castellani, Zampa). Alla stessa maniera, film emblematici vengono considerati a fianco di episodi meno apprezzati, nell’intento di valutare pienamente la varietà e molteplicità della produzione cinematografica dell’epoca. Il cinema neorealista viene descritto nelle relazioni con altre arti, negli aspetti politici ed economici, nel suo rapporto con le trasformazioni dell’identità nazionale, e valutato per il dialogo con i generi cinematografici o per le proprie relazioni intertestuali. L’ampia antologia ripercorre le evoluzioni dell’idea di neorealismo, attraverso contributi esemplari oggi difficilmente accessibili. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
68
Spagnoletti Giovanni et al. (a cura di)
Cinema russo contemporaneo
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2010
Nel 1980 la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro organizzava la maggiore retrospettiva italiana del cinema sovietico: era l’epoca in cui si andava conoscendo l’opera di Andrej Tarkovskij o il talento di registi emergenti come Nikita Michalkov. Oggi, dopo i turbolenti anni novanta quando si è consumata la storica transizione alla Federazione russa e la morte del socialismo reale, in una situazione politica del tutto mutata, si assiste a una piena rinascita del cinema russo che si è affermato nei maggiori festival internazionali con opere come Il ritorno (2003) di Andrej Zvjagincev, Kak ja provel etim letom (t.l.: Come ho trascorso l’estate, 2010) di Aleksej Popogrebskij, Playing the Victim (2006) di Kirill Serebrennikov, Bumažnyj soldat (t.l.: Il soldato di carta, 2008) di Aleksej German jr. Il presente volume, il primo in Italia sull’argomento, analizza il passaggio dal cinema sovietico a quello russo che, a partire da una grande tradizione, ha finalmente superato un momento di appannamento produttivo e artistico. In questo cinema del terzo millennio dove forte e trainante è il ruolo delle donne registe, pochi sono i segni distintivi: molti film sono ambientati in provincia, lontani da Mosca o Pietroburgo, da nuovi ricchi, mafiosi o poliziotti corrotti; in essi alberga un sentimento quasi bucolico, colto talvolta con sguardo ironico o documentario nei confronti di una realtà difficile e complessa, ma anche, in filigrana, l’incubo della guerra e, sullo sfondo, una Russia ancora rurale, legata ancora a un passato atavico e religioso. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
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Camporesi Valeria (a cura di)
Il cinema spagnolo attraverso i film
Roma: Carocci, 2014
La storia del cinema spagnolo si allunga sul percorso accidentato di più di un secolo scosso da drastici cambiamenti istituzionali, dittature e una guerra civile. Sembra quasi che l’unico elemento di continuità sia stato rappresentato dall’esigua struttura produttiva, che l’ha accompagnato sempre generando l’immagine di una crisi eterna. Eppure, nonostante i drammi politici e le difficoltà economiche, la Spagna ha realizzato un gruppo nutrito di film che per ragioni diverse meritano attenzione. Ognuno di essi parla di un momento della storia culturale del paese, dai difficili anni venti sino alla postmodernità. Ne emerge un ritratto indubbiamente peculiare ma al tempo stesso non molto distante da ciò che si può rilevare nelle traiettorie parallele di altri cinema europei. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione, di Valeria Camporesi
1. La aldea maldita (F. Rey, 1930), di Luis Fernández Colorado
2. Las Hurdes (L. Buñuel, 1933), di María Luisa Ortega
3. El bailarín y el trabajador (L. Marquina, 1936), di Daniel Sánchez Salas
4. Locura de amor (J. de Orduña, 1948), di Fernando González García
5. ¡Bienvenido, Mr Marshall! (L. García Berlanga, 1953), di Josep Lluís Fecé
6. Marcelino pan y vino (L. Vajda, 1955), di Sarah Wright
7. Los golfos (C. Saura, 1959), di Valeria Camporesi
8. El extraño viaje (F. Fernán Gómez, 1964), di Marvin D’Lugo
9. El espíritu de la colmena (V. Erice, 1973), di Laura Gómez Vaquero
10. ¿Qué he hecho yo para merecer esto? (P. Almodóvar, 1984), di Núria Triana Toribio
11. Vacas (J. Medem, 1992), di Cristina Pujol Ozonas
12. Abre los ojos (A. Amenábar, 1997), di Nancy Berthier
Bibliografia, a cura di Valeria Camporesi
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Saba Cosetta G.
Cinema video Internet: tecnologie e avanguardia in Italia dal Futurismo alla Net.art
Bologna: Clueb, 2006
Nel quadro dei processi di interrelazione tra istituzioni, industrie culturali, “paesaggi” mediali, forme di consumo, modi di produzione e di rappresentazione, che si sono avvicendati sull’asse della storia del cinema e dei media, ci si propone di tracciare la storia “altra” dell’avanguardia secondo la pertinenza delle tecnologie, ma anche delle tecniche. L’articolazione tematica del volume è pensata attraverso la scansione cronologica delle tecnologie mediatiche di volta in volta emergenti, dalla seconda metà degli anni ’10 alla contemporaneità, in relazione alle evenienze storiche di movimenti, autori, film-maker, videoartisti, infografisti, ecc. che sono riconducibili al concetto (piuttosto controverso) di “avanguardia”. (Da sito Clueb)
Vedi indice- Prefazione, di Paolo Bertetto
- Premessa
0. In luogo di un'introduzione. Coesistenze, intersezioni, interferenze tra forme mediali e forme artistiche, di Cosetta G. Saba
1. Dall' «immaginazione senza fili» al «meraviglioso futurista»: la poetica marinettiana come teoria indiretta, intuitiva, del cinema, di Wanda Strauven
- Documenti:
- Ricostruzione futurista dell'universo (1915)
- La cinematografia futurista (1916)
2. Cinema e «poli espressività». Il secondo Futurismo, di Casetta G. Saba
- Documenti:
- L'aeropittura futurista (1928)
- Manifesto futurista della radio (Radia) (1933)
- La cinematografia (1938)
3. Con (e senza) macchina da presa. Estetica e tecnologia dagli anni '30 agli anni '70, di Bruno Di Marino
- Documenti:
- Cinema sperimentale e mezzi di massa in Italia, di Adriano Aprà (1976)
- Torino sperimentale, di Paolo Bertetto (2002)
4. Cinema-video e ritorno. Trent'anni di ricerca fra arte e tecnologia, di Sandra Lischi
- Documenti:
- Manifesto del movimento spazzale per la televisione (1952)
- Classificazione dei metodi d'impiego del videotape in arte, di Luciano Giaccari (1973)
- Note sul mio uso del video, di Vito Acconci (1974)
5. Avanguardie in Rete, di Cristiano Poian
- Artworks/Cd-Rom: EG Serene; HF CriticaI Mass; AMG Strain di Barbara Lattanzi A New Movie; Conner Times Ten; Duct Tape; Alpha Beta Disco: Godard Remix di Matt Roberts ABCGMUNK; The Third PIace; Destroy Everything; Autopoiesis; Rooms di Niko Stumpo
- Bibliografia
- Archivi, Alessandro Bordina
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Canova Gianni
Cinemania: 10 anni 100 film: il cinema italiano del nuovo millennio
Venezia: Marsilio, 2010
Il cinema italiano è tutt'altro che morto: paragonato ad altre cinematografie sta benissimo e fa quotidianamente discutere. Basti pensare alle polemiche su I cento passi di Marco Tullio Giordana, Gomorra di Matteo Garrone o Baarìa di Giuseppe Tornatore. Lontano da ogni tentativo di costruire gerarchie o cataloghi esaustivi, Gianni Canova propone una lettura del cinema italiano attraverso l'analisi critica di 100 film attentamente selezionati. Mettendo da parte il criterio delle privatissime predilezioni del critico, l'autore discute le opere che «da più di un punto di vista appaiono imprescindibili per capire il rapporto che il cinema italiano del nuovo millennio intrattiene con l'immaginario collettivo e con il modo in cui l'immaginario stesso sta cambiando». (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
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D'Agostini Paolo
Commedia
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2009
ttraverso tematiche varie, l'autore riesce a dare una lettura trasversale ed esaustiva del genere, individuando le parole chiave, i protagonisti e selezionando 10 imprescindibili capolavori per ogni regista. Woody Allen alle prese con le nevrosi newyorkesi, l'indimenticabile Julia Roberts che, nei panni di Pretty Woman, ondeggia su tacchi altissimi lungo Hollywood Boulevard, l'ironia pungente dei fratelli Coen, l'eleganza, la grazia e il veleno di film come Colazione da Tiffany o Arsenico e vecchi merletti: un libro d'autore che con schede curate, illustrate con immagini di film, foto di scena e locandine, affronta uno dei generi cinematografici più amati. Partendo da origini popolari, la commedia arriva all'Olimpo della cinematografia con grandi nomi americani, come Billy Wilder, mentre nel nostro paese si declina all'italiana tra gli spaghetti di Alberto Sordi e le macchiette di Totò. Con temi e personaggi sempre al passo dei tempi e dei mutamenti sociali, la tradizione della commedia non si esaurisce, come dimostrano i grandi registi degli anni '70-'80-'90, le più recenti produzioni e le grandi interpreti ormai entrate, con i loro ruoli, nell'immaginario collettivo. (Da sito Electa)
Indice non disponibile
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Fadda Michele
Corto circuito: il cinema nell’era della convergenza
Bologna: Archetipolibri, 2012
La prospettiva estetica e mediale del cinema ci propone una possibilità di mondo che è da sempre frutto di una circolazione di senso: non un significato unico e stabilito una volta per tutte, ma il risultato di un confronto tra immagini e testi, media differenti attivato da una costante pratica di negoziazione tra le più diverse istanze che si dibattono nello spazio sociale e culturale. In che modo però una tale prospettiva può ancora attuarsi nell’orizzonte digitale del 2.0, o nel nostro universo sempre più multiculturale e multimediale, caratterizzato dalla immediata accessibilità dei materiali e dall’attenuarsi dei confini che dividono un mondo da un altro, dal venir meno della specificità di ogni singolo linguaggio? Una sorta di cortocircuito sembra essersi messo in atto, e ogni film va oggi inseguito all’interno di quella “rete” che costituisce il tessuto connettivo della comunicazione e dell’orizzonte geopolitico e culturale. Attraverso una serie di saggi originali, questo volume interroga quindi il cinema contemporaneo alla luce della nuova “convergenza” mediale offerta dalle odierne tecnologie, o della trasmigrazione di contenuti e forme imposta da una dimensione sempre più globale e sempre meno “nazionale”. Una mutazione capace di intervenire a livello testuale, di ridiscutere le forme di produzione e consumo, di rimettere in gioco il cinema come fenomeno collettivo. E di identificare, in ultima analisi, quella condizione ibrida e intermedia, in transizione tra passato e futuro, che è il marchio fondamentale per comprendere l’evoluzione stessa della nostra dimensione contemporanea. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
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Braga Roberto
Cos’è un film di successo?: storia, economia e modelli del blockbuster contemporaneo
(Stili di vita)
Bologna: Archetipolibri, 2012
Il successo di un film è un risultato imprevedibile e irripetibile anche quando Hollywood mette in campo ingenti budget produttivi, star e campagne promozionali estensive. I blockbuster, oggetti disegnati per il successo, possono comunque fallire nella loro missione, soprattutto se inseriti in un contesto mediale articolato e sfuggente. L’obiettivo di questo volume è quello di indagare il blockbuster – inteso come costellazione di testi, di forme di intrattenimento e di flussi merceologici – attraverso un’analisi multidisciplinare capace di sposare le principali linee di ricerca sull’economia dell’audiovisivo e un approccio basato sulla sociologia della cultura. Ripercorrendo l’evoluzione dell’industria cinematografica, il volume cerca di far luce sulle dinamiche di costruzione del successo commerciale e culturale, non solo delle produzioni a ultra budget, ma anche delle pellicole minori o indipendenti, fornendo le basi per un approccio analitico in grado di penetrare le strategie dell’industria dell’audiovisivo e suggerire un ripensamento delle modalità con cui si è soliti definire il successo di un film. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
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Pezzotta Alberto
La critica cinematografica
(Bussole)
Roma: Carocci, 2007
Come ragionano i critici? Quali sono le premesse su cui fondano i propri giudizi? Com’è cambiata la loro professione nel tempo? Il libro analizza la critica cinematografica con gli strumenti della retorica e della teoria dell’argomentazione, per fare chiarezza su tanti miti mai discussi: dal primato dell’Autore al concetto di autoriflessività. Ne traccia una sintetica storia, dalle origini all’era del trash, approfondendo i momenti in cui si è aperto uno iato tra specialisti, quotidianisti e accademici. E torna a leggere i maestri (da Bazin a Daney, da Flaiano a Sacchi), per riflettere sul metodo e la funzione di una ’professione ingrata, difficile e poco nota’, come la definiva Truffaut. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. Funzioni e leggende della critica/’Professione ingrata, difficile e poco nota’/Un’identità incerta tra storia e teoria/’Inutile ma necessaria’/Tra gli autori e il pubblico/Per riassumere…
2. La critica in Italia dalle origini a internet/La nascita della critica/Gli anni trenta e quaranta/I dibattiti del dopoguerra e gli anni cinquanta/Gli anni sessanta e settanta/Dagli anni ottanta a oggi/Per riassumere…
3. I luoghi e i generi della critica/La recensione/Altri generi/Nell’epoca multimediale/Usi impropri/Nell’epoca dell’homevideo: un po’ di filologia/Per riassumere…
4. La critica come argomentazione/Retorica e generi di discorso/Le basi dell’argomentazione/Premesse e gerarchie di valori/Interpretazione e selezione dei dati/Per riassumere…
5. Le forme del ragionamento/Tecniche di argomentazione/L’associazione/Il paragone/ L’analogia e la metafora/La dissociazione/Criteri di verificabilità/Per riassumere…
6. Lo stile della critica/La dispositio/L’elocutio/Per riassumere…
7. Metodi, temi e miti/Metodi/Temi/Il mito dell’autore/I generi/L’autoriflessività/Per riassumere…
8. Le oscillazioni del giudizio/L’attribuzione di valore/Dinamiche della rivalutazione/La stroncatura/Per riassumere…
Bibliografia.
76
Bisoni Claudio
La critica cinematografica: un'introduzione
Bologna: Archetipolibri, 2013
La critica cinematografica incontra oggi una rinascita grazie al web. Sempre più siti e portali ospitano discussioni sul cinema e recensioni di film. Il cinema continua a stare al centro della discussione culturale. Il volume presenta un’agile introduzione alla storia della critica, ai metodi per scrivere recensioni, ai trucchi del mestiere di critico. Attraverso uno strumento scritto con linguaggio rigoroso e al contempo accessibile il lettore ha a disposizione una panoramica sulle principali correnti che hanno animato la storia della critica cinematografica e sulle voci di scrittori o critici che hanno attraversato il Novecento, fino ai giorni nostri: da François Truffaut a Jacques Rivette, da Eric Rohmer a Serge Daney, da Giuseppe De Santis a Enzo Ungari. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
77
Palombi Stefano, Rossi Mori Marco
Dal click al ciak: introduzione alla fotografia cinematografica
Roma : Edup, 2009
Questo libro risponde a due esigenze: fornire una panoramica su come creare e come leggere le immagini in movimento, e permettere l'acquisizione di una più aggiornata consapevolezza dei codici di una fonte di comunicazione così quotidiana e così complessa. Questi codici, infatti - che lo si sappia o meno, che lo si voglia o meno - li usiamo tutti ogni giorno. I computer in rete, le televisioni digitali, perfino i cellulari che abbiamo in tasca, stanno silenziosamente rimescolando le categorie degli autori e dei fruitori. Il nostro tentativo perciò sarà di aprirci a nuovi interrogativi utili ad entrambi i ruoli, stimolando ad un approccio consapevole delle enormi potenzialità espressive della cultura audiovisiva: all'incrocio di linguaggi che proprio dal fotografico traggono origine. (Da sito Edup)
Indice non disponibile
78
Alonge Giaime
Il disegno armato: cinema di animazione e propaganda bellica in Nord America e Gran Bretagna (1914-1945)
(Serie umanistica. Cinema)
Bologna: Clueb, 2000
Tra il 1914 e il 1945, l’epoca della “guerra totale”, il cinema gioco’ un ruolo centrale nelle campagne di propaganda organizzate dai diversi paesi belligeranti per sostenere il morale del fronte interno e delle truppe combattenti. In questa vasta produzione cinematografica comparvero anche molti film di animazione, soprattutto in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e – limitatamente alla Seconda guerra mondiale – in Canada. In questo vasto corpus vi erano testi estremamente diversi fra loro. (Da sito Clueb)
Vedi indiceSOMMARIO
IL DISEGNO ARMATO.
Cinema di animazione e propagande bellica in Nord America e Gran Bretagna (1914-1945).
Introduzione.
1.La propaganda bellica e l’animazione prima della Grande Guerra. / 2.Per una definizione di “film di animazione e propaganda. / 3.A special relationship: Gran Bretagna, Canada e Stati Uniti nel XX secolo. / 4.Una premessa teorica.
Capitolo I.
GRAN BRETAGNA, 1914-1918
1.La propaganda bellica in Gran Bretagna durante la Grande Guerra. / 2.Dai lighning sketches agli animated cortoons: la costruzione di un nuovo linguaggio. / 3.The war as a boardgame: le mappe animate. / 4.La guerra e il sogno di Momi: un film per il mercato inglese?.)
Capitolo II.
STATI UNITI, 1914-1918
1.Gli Stati Uniti dalla neitralita’ alla
belligeranza. / 2.Il cinema americano durante la Grande Guerra.
/ 3.I disegni animati della neutralita’. / 4.I disegni animati
della belligeranza. / 5.Lest we forget: the Sinking of the
Lusitania.)
Capitolo III.
LA GUERRA CIVILE EUROPEA 1917-1939
1.Il dibattito sulla propaganda dopo la Grande
Guerra. / 2.Agit-prop e cartoon: rivoluzione e anti-comunismo nel cinema di animazione fra le due guerre. / 3.Medici e postini: l’uso dell’animazione come strumento educativo e
pubblicitario.)
Capitolo IV.
GRAN BRETAGNA, 1939-1945
(1.The people’s war: la Gran Bretagna durante la Seconda guerra mondiale e il nuovo Ministry of Information. / 2.Il cinema inglese durante la Seconda guerra mondiale. / 3.I
cartoons: humor e buoni consigli. / 4.Neopositivismo logico e sperimentazione visiva.)
Capitolo V.
CANADA 1939-1945
(1.Il Canada durante la Secoinda guerra mondiale. / 2.John Grierson e il National Film Board of Canada. / 3.Walt Disney e il National Film Board of Canada. / 4.Norman McLaren: the artist as a civil servant. / 5.La produzione minore: i giovani animatori canadesi. Philip Ragan. / 6.Animazione e geopolitica: le mappe animate.)
Capitolo VI.
STATI UNITI 1941-1945
(1.La propaganda americana durante la Seconda guerra mondiale. / 2.Not politically correct: la rappresentazione del nemico. / 3.The Great Teacher. Walt Disney
e la propaganda bellica. / 4.Victory through Air Power: the ultimate propaganda cartoon.)
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Zotti Minici Carlo Alberto
Dispositivi ottici alle origini del cinema: immaginario scientifico e spettacolo nel XVII e XVIII secolo
(Serie umanistica. Cinema)
Bologna: Clueb, 1998
Una delle problematiche più ampie entro cui questo lavoro si colloca è quella dell’incerta definizione del concetto pre-cinema. Ottica e magia, spettacolo e immaginazione letteraria, viaggi e scoperte non sono che alcuni modelli di una vera e propria cosmologia, iconografica e iconologica, che istituisce una sorta di alfabetizzazione visiva, premessa alla nascita del cinema. All’interno di questo viaggio nella visione, elemento-guida è il desiderio di evidenziare il lato spettacolare partendo dagli strumenti ottici e dal loro universo scientifico, per metterli in rapporto al loro utilizzo a cavallo tra scienza e fantastico. Volendo tracciare dei limiti cronologici, che vanno dal XVII al XIX secolo, vengono esaminati quegli aspetti che intendono la visione come processo di ampliamento attraverso confronti, analogie e costruzioni immaginarie che modificano la sfera percettiva degli osservatori, contribuendo a creare le modalità sulle quali si fonda la visione cinematografica. L’esame dei trattati seicenteschi permette di individuare le prime descrizioni di strumenti per la riproduzione di immagini e l’universo culturale entro il quale si sono poi sviluppati, all’interno di pratiche scientifico-spettacolari. Le macchine cifrate di Giovanni da Fontana come le prime descrizioni alla camera oscura di Leonardo, le visioni attrezzate di Della Porta e i deliri ottici di Kircher e di tutto la schiera di uomini di scienza visionari come Scheiner, Niceron, Schott, Traber o Sturm, che a vario titolo si sono occupati di magia parastatica, descrivendo strani congegni per ottenere immagini, rappresentano il momento iniziatico di questa indagine. Sulla possibilità di creazione e riproduzione della meraviglia sembra si giochino i destini della maggior parte degli strumenti presi in considerazione. La fisica sperimentale, che si affermò in Inghilterra agli inizi del XVIII secolo, si avvalse di una molteplicità di strumenti scientifico-dimostrativi, per molti versi riconducibili alle pratiche spettacolari. Tra questi il mondo nuovo e la lanterna magica giungono agli inizi del Settecento nelle mani degli ambulanti, diffondendo il verbo visivo lungo percorsi che si ramificano fino ai luoghi più lontani e dimenticati, creando un linguaggio internazionale, ampliando e unificando l’immaginario visivo di pubblici diversi e sempre più ampi. Nella scoperta della persistenza dell’immagine retinica ad opera di Joseph Plateau nella Dissertation sur quelques proprietàs des impressions produites par la lumière sur l’organe de la vue; del 1829 si può individuare un limite cronologico che costituisce il punto di demarcazione tra le ricerche sei e settecentesche e il progressivo sviluppo di congegni meccanici sempre più sofisticati che, in seguito all’invenzione della fotografia, permetteranno di mettere a punto la macchina da ripresa e da proiezione cinematografica. Questo lavoro è il risultato delle ricerche svolte per il Dottorato in Discipline dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna, coordinatore prof. Claudio Meldolesi, relatori prof. Gian Piero Brunetta e prof. Antonio Costa conseguito nel 1993. (Da sito Clueb)
Vedi indiceIntroduzione. * CAPITOLO I 1.1 Dall’evoluzione meccanica al dispositivo cinematografico. 1.2 L’occhio finestra dell’anima. 1.3 L’occhio attrezzato di Della Porta. 1.4 Naturalia e Artificialia: i deliri ottici del barocco. 1.5 Jucunda Spectacula: le macchine della visione di Kircher. 1.6 Moltiplicare e riprodurre la meraviglia: la trattatistica della fine del XVII secolo. 1.7 Ma che non dobbiamo noi a questo studio osservare…. 1.8 La nuova scienza: dall’occultamento alla
trasmissione del sapere. 1.9 La ricerca scientifica moderna: macchine utili e dilettevoli. * CAPITOLO II 2.1 Lo spettacolo della Filosofia Sperimentale. 2.2 Tra scienza e spettacolo: l’ottica alla conquista si nuovi mondi. 2.3 Mostri apocalittivi e mulini a vento: la lanterna magica di Rhanaeus. 2.4 La lanterna magica nella trattatistica scientifica: s’Gravesande, Musschenbroek, Noller,
Euler. 2.5 Strumenti ottici nello spettacolo della scienza. 2.6 Burlini e Selva, ottici della Serenissima. 2.7 Il Teatro di Filosofia Sperimentale di Poleni. * CAPITOLO III 3.1 L’ottica sulla scena dello spettacolo popolare: impresari e
icononauti. 3.2 Spettri Fantasmi e Redivivi: la lanterna degli ultimi negromanti. 3.3 Conclusioni: dalla divulgazione alla popolarizzazione della scienza. APPENDICE Indice delle traduzioni Traduzioni dalla trattatistica esaminata. Bibliografia.
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Pravadelli Veronica
Le donne del cinema: dive, registe, spettatrici
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2014
Di fronte allo schermo, dentro l’immagine, dietro la macchina da presa: spettatrici, attrici e registe, di quali desideri e identificazioni, di quali espressioni e di quali produzioni sono state protagoniste le donne nella storia del cinema? Sedute al buio della sala hanno imitato le loro eroine e si sono riconosciute in loro. Sono state dive irraggiungibili e insieme personificazioni di tipi sociali, come per esempio la New Woman degli anni ’20, con la sua relazione inedita con il lavoro, il tempo libero, il sesso. Il libro interpreta le immagini di dive come Clara Bow, Barbara Stanwyck e Joan Crawford sino a Sophia Loren, Jane Fonda e Angelina Jolie. Ma ripercorre anche l’opera delle registe: partendo dal cinema muto, attraversa i classici hollywoodiani, le nouvelles vagues europee, il cinema d’avanguardia femminista, la narrazione sperimentale degli anni ’70 e ’80, sino al cinema indipendente degli ultimi vent’anni. (Da sito Laterza)
Vedi indiceNota introduttiva, v
Ringraziamenti, vii
Parte prima
Spettatrici
I. La spettatrice in sala tra emancipazione, intrattenimento e piacere, 4
1. Il cinema delle origini e l’esperienza quotidiana: cinema, New Woman e modernità, p. 4 - 2. La spettatrice del cinema classico e le forme dell’identificazione, p. 21 - 3. La spettatrice intellettuale della feminist avant-garde, p. 37
Parte seconda
Dive
II. Dive al lavoro: working girls e donne forti nel cinema americano dagli anni ’10 agli anni ’50, 46
1. La diva e le teorie del divismo, in breve, p. 46 - 2. Femministe e donne forti nel cinema degli anni ’10 e ’20, p. 50 - 3. Clara Bow, «the It Girl», p. 55 - 4. Barbara Stanwyck, «the Girl from the Wrong Side of the Tracks», p. 60 - 5. Joan Crawford, «the Queen of the Working Girls», p. 66
III. Dive moderne, femministe e celebrità nel cinema del secondo Novecento, 71
1. Divismo e nuovo cinema europeo, p. 71 - 2. Dal divismo del volto al divismo del corpo: Brigitte Bardot e Sophia Loren, p. 74 - 3. Dall’America all’Europa e ritorno: il caso di Jane Fonda, p. 79 - 4. Dal divismo alla celebrity culture: Angelina Jolie celebrità globale, p. 85
Parte terza
Registe
IV. Le registe-pioniere del cinema muto, 92
1. La teoria dell’autore/autrice, in breve, p. 92 - 2. Alice Guy, prima pioniera del cinema, p. 95 - 3. Lois Weber, moralista-riformista americana, p. 104 - 4. Elvira Notari, regista napoletana, p. 116
V. Il cinema d’avanguardia e le forme del desiderio femminile, 123
1. Le prime avanguardiste: Germaine Dulac e Maya Deren, p. 124
- 2. Il women’s cinema e il movimento femminista, p. 134 - 3. L’écriture féminine di Chantal Akerman, p. 137 - 4. Il cinema teoricodecostruttivo di Laura Mulvey, p. 141 - 5. Il documentario sperimentale di Michelle Citron e Alina Marazzi, p. 144 - 6. Il cinema lesbico e i Dunyementaries di Cheryl Dunye, p. 154
VI. Il cinema narrativo dalla classicità al World Cinema contemporaneo, 162
1. La regia femminile nel cinema classico americano: Dorothy Arzner e Ida Lupino, p. 164 - 2. Le registe delle Nouvelles Vagues europee: Agnès Varda e Věra Chytilová, p. 172 - 3. Il cinema indipendente americano e le pratiche dell’identità, p. 183 - 4. Women’s cinema/World Cinema: il caso delle registe del Mediterraneo, p. 192
Bibliografia, 201
Indice dei nomi, 215
Indice dei film, 221
81
Caprara Valerio
Erotico
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2007
Il cinema detto erotico focalizza i contenuti e la scenografia sugli aspetti della seduzione e della sessualità. Il genere ha una storia lunga e tanto diversificata quanto lo è la concezione personale di erotismo che ogni regista ha. Sta di fatto che molti grandi nomi del cinema si sono a un certo punto confrontati con questo genere cinematografico, che vanta, infatti, una filmografia gloriosa. Da Belle de jour a Histoire d'O, da Emmanuelle a Ultimo tango a Parigi, dall'Impero dei sensi al recente Short Bus, il libro racconta questo genere importante del cinema, il suo linguaggio specifico, i retroscena della recitazione e delle tecniche di regia, gli intrecci con il cinema drammatico e la commedia, attraverso un repertorio di cento film. (Da sito Electa)
Indice non disponibile
82
Pizzella Mario
Estetica del cinema
(Lessico dell'estetica)
Bologna: Il Mulino, 2010.
Considerato a buon diritto l'arte emblematica della modernità, fino alla metà del Novecento il cinema ha avuto tra le diverse forme di spettacolo di massa un chiaro ruolo egemone. La sua storia è divisa fra gli stereotipi del puro intrattenimento, che stimola l'identificazione e lo stupore passivo dello spettatore, e le forme critico-espressive, che vorrebbero indurlo ad approfondire ed elaborare consapevolmente il fluire delle immagini. Nel delineare un'estetica del cinema, il volume da un lato analizza i diversi linguaggi cinematografici sperimentati nel corso del tempo, dall'altro identifica i tratti costitutivi dell'arte cinematografica: la mimesi della realtà, la narrazione, l'immagine, il montaggio. Questa nuova edizione contiene, oltre ad importanti aggiornamenti sullo stato degli studi sul cinema, una utile filmografia. (Dal sito Il Mulino)
Vedi indicePremessa
1. Un'arte della modernità
2. L'immagine mimetica
3. La narrazione e il visibile
4. Il gesto e il montaggio
5. Esempi di analisi
Bibliografia
Filmografia
Indice dei nomi
83
Moscariello Angelo
Fantasy
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2007
Maghi, draghi, troll, folletti, eroi e principesse, paladini del Bene impegnati in una lotta titanica contro le forze del Male: l'universo fantastico del Fantasy ha trovato spazio sul grande schermo fin dagli albori del cinema muto, appassionando milioni di spettatori. Molto spesso il Fantasy trae ispirazione dalla tradizione letteraria. Il Signore degli anelli ne è un esempio paradigmatico poiché diventando film dà finalmente un volto ai personaggi di Talkien che generazioni di lettori avevano fin lì solo immaginato. Alla saga del Signore degli Anelli si deve anche riconoscere il merito di avere ridato vitalità a un genere cinematografico un po' dimenticato, che pure vanta una storia gloriosa di cui questo libro vuole evidenziare la ricchezza: dagli Argonauti al Ladro di Bagdad, dalla Storia infinita alle avventure del simpatico Harry Potter. Molto interessanti, in quanto particolarmente significativo per questo genere cinematografico, le pagine dedicate ai retroscena, alle tecniche filmiche e agli effetti speciali. (Da sito Electa)
Indice non disponibile
84
Campari Roberto
Il fascino discreto dell' Europa
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2001
Dal film storico a quello di costume, dalle ricostruzioni d’ambiente alle fiabe dei cartoni animati, dagli eroi dell’antichità ai protagonisti di celebri romanzi, c’è in molto cinema americano il reiterato proposito di rappresentare il mitico est. Un ritorno alle origini espresso in modi e con risultati molto diversi tra loro che costituisce un’interessante chiave interpretativa per un’analisi della produzione hollywoodiana, a partire dalla nascita del cinema fino ad oggi. Molti, significativi capolavori di tale produzione sono infatti riconducibili non solo all’opera di registi quali Hitchcock o Lubitsch o Wilder - che si sono trasferiti dall’Europa in America nel corso della loro carriera - ma anche ad autori, tra gli altri, quali Ford, Minnelli e Coppola che, pur essendo americani, hanno scelto di privilegiare il loro legame con le radici familiari europee, o a Walt Disney che si è rifatto alla tradizione letteraria del vecchio continente per dare vita al suo mondo fantastico. L’autore delinea così un panorama a tutto campo dal quale emergono le affinità culturali ma anche i luoghi comuni, gli stereotipi, gli intenti didascalici e le prese di posizione ideologiche della giovane America che si misura, attraverso il cinema, con le sue origini. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
85
Zinni Maurizio
Fascisti di celluloide: la memoria del ventennio nel cinema italiano (1945-2000)
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2010
Ricordare il ventennio fascista è stata una necessità evidente e duratura per la società dell'Italia repubblicana. Ancora molti anni dopo la sua fine, il fascismo è apparso alla maggioranza degli italiani non come un'esperienza storica chiusa e metabolizzata ma, al contrario, come una fase per certi aspetti ancora aperta e fonte continua di giudizi, riflessioni, spunti. Le semplificazioni, i luoghi comuni, le banalizzazioni che hanno accompagnato la lettura di quel fenomeno nel corso degli anni attingono a un retroterra tematico e iconografico diffuso e fortemente consolidato che inizia a strutturarsi negli anni stessi del regime ma che, dopo la sua caduta, troverà piena definizione e organizzazione. Si arriva in questo modo alla diffusione di una sua rappresentazione fortemente stilizzata, sia nel senso di una defascistizzazione del fascismo sia, all'estremo opposto, di una demonizzazione di questo. Il cinema, con il suo collocarsi a cavallo tra espressione culturale originale e comunicazione di massa, rappresenta la cartina di tornasole per valutare come la società italiana si sia di volta in volta orientata nel costruire un proprio fascismo della mente che sempre meno aveva a che fare con la realtà stessa del fenomeno e sempre più batteva strade, a seconda dei casi, utili alla denuncia di responsabilità passate e presenti o, al contrario, ad assoluzioni generalizzate. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
86
Abis Mario, Gianni Canova (a cura di)
I festival del cinema: quando la cultura rende
Monza: Johan & Levi, 2012
I festival del cinema in Italia hanno svolto, fin dal capostipite veneziano inaugurato nel 1932, un importante ruolo di crescita culturale, offrendo al pubblico un’occasione di confronto con esperienze diverse e lontane. Il moltiplicarsi di tali manifestazioni sul territorio nazionale a partire dagli anni ottanta ne ha fatto un ingranaggio fondamentale per lo sviluppo del mercato audiovisivo e per la valorizzazione delle economie locali, innescando una forte concorrenza tra eventi e una serrata ricerca di finanziamenti. In un contesto, come quello attuale, di forte riduzione delle sovvenzioni pubbliche e di ridimensionamento generale degli investimenti privati, il futuro del sistema dei festival del cinema non può prescindere dalla comprensione dell’indotto economico di queste rassegne e, più in generale, della cultura. Come si misura tale valore? Lo studio qui presentato sviluppa un modello, applicabile anche ad altri ambiti, che mette in luce la capacità dei festival di fungere da stimolo all’economia del territorio attivando processi virtuosi di incremento della domanda di beni e servizi nelle aree interessate dalla manifestazione, impulso che si traduce in un ritorno sull’investimento in grado di attrarre anche finanziatori privati, le cui decisioni sono inevitabilmente legate a una resa, diretta o indiretta ma comunque evidente e immediata. Per completare la visione del valore economico dei festival, questa volta in termini più specifici, si fornisce un approfondimento sul ruolo tecnico delle manifestazioni nella filiera di produzione e promozione cinematografica, soprattutto per i film indipendenti. (Da sito Johan & Levi)
Vedi indiceIl valore della cultura, di Giovanni Puglisi
Fra il pellegrinaggio e il rito. La via italiana dei festival del cinema, di Gianni Canova
I festival del cinema come valore del territorio, di Mario Abis
Alla fiera delle meraviglie, di Giorgio Gosetti
L’impatto economico degli eventi sul territorio: un’esperienza concreta, di Cesare Vaciago
I festival del cinema
Nota metodologica
Parte prima Introduzione
1. I festival si presentano
1.1 I trend di partecipazione
1.2 I rapporti con il territorio
1.3 I rapporti con la filiera
1.4 Le difficoltà quotidiane
1.5 I modelli organizzativi
Parte seconda L’economia dei festival
2. I bilanci
2.1 I bilanci: un equilibrio precario
2.2 L’allocazione delle risorse
2.3 I finanziamenti: lo scoglio maggiore
3. Il valore creato sul territorio
3.1 L’impatto dei festival
3.2 Le spese di gestione
3.3 La spesa turistica degli spettatori dei festival
3.4 L’impatto complessivo
Parte terza Festival e pubblico
4. Il target di riferimento
4.1 Dati sociodemografici
4.2 Provenienza
5. Le modalità di fruizione
5.1 Tempo di permanenza
5.2 Strutture ricettive
6. La valutazione degli aspetti organizzativi
7. L’attrattività dei festival
7.1 L’affezione al festival
7.2 Drivers di attrattività
8. Festival e animazione culturale
9. Caratteristiche e valutazione dei film in concorso
10. Festival: capacità di promozione dei film Tabella di riepilogo
Note
Festival, mercati e work in progress, di Luca Mosso
Michelangelo Frammartino in conversazione con Luca Mosso
87
Campari Roberto
Film della memoria
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2005
Il passato recente nel cinema di John Ford, la terra d’origine nel cinema di
Pasolini, l’ambiente familiare in quello di Visconti, la memoria del cinema
in Woody Allen, il ricordo del sentimento d’amore nel musical americano, la memoria involontaria nelle immagini di Resnais, l’infanzia in Fellini, la campagna in Olmi… memoria autobiografica e memoria collettiva di intere generazioni sono affrontate attraverso l’analisi di film particolarmente significativi della storia del cinema classico. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
88
Gandini Leonardo
Il film noir americano
Torino: Lindau, 2001
L’espressione «film noir» è stata creata dalla critica francese nel secondo dopoguerra, in riferimento a una serie di pellicole hollywoodiane, realizzate in epoca classica, di argomento poliziesco/criminale. Ad accomunarle, diversi elementi di natura stilistica, tematica e narrativa. Con il passare degli anni l’etichetta di «film noir» è stata applicata a una categoria di film sempre più eterogenea, sempre più spesso priva delle caratteristiche che avevano originariamente motivato quella definizione. Per Gandini si tratta dunque di tornare alle origini, per portare alla luce gli aspetti che fanno di un film un «noir» e la riflessione critica che fonda uno dei generi cinematografici più amati. (Da sito Lindau)
Indice non disponibile
89
Buccheri Vincenzo
Il film: dalla sceneggiatura alla distribuzione
Roma: Carocci, 2003
Come si realizza un film? Quali sono le tappe della lavorazione prima, durante e dopo le riprese? Quali le tecniche per scrivere, girare e montare un racconto per il grande schermo? Questo libro illustra il processo di produzione di un film, dalla formulazione dell’idea narrativa alla distribuzione del prodotto finito. Il ciclo produttivo viene ripercorso sia dal punto di vista tecnico-organizzativo, sia da quello estetico-creativo: vengono considerate le professioni, i modi di lavorazione e le attrezzature tecnologiche di una produzione cinematografica, ma anche i principi della narrazione e del linguaggio per immagini. Particolare attenzione è riservata alle tecniche della sceneggiatura, della regia e del montaggio, attraverso un ricco apparato iconografico e l’analisi di sequenze (riprodotte nel libro) che esemplificano alcuni "stili" della storia del cinema. Scopo del volume, che si pone all’incrocio tra la manualistica tecnica e gli studi sul linguaggio cinematografico, è infatti fornire un’introduzione al fare cinema che non parta da regole astratte, ma dall’analisi storico-critica dei film. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa. La produzione cinematografica
Parte prima. La pre-produzione
1. L’ideazione
L’idea drammatica/Il soggetto/La scaletta/Il trattamento
2. La sceneggiatura
La struttura in tre atti/ Il viaggio dell’eroe/Altri modelli/La forma della sceneggiatura/Descrizioni e dialoghi
3. La pianificazione
Il piano di finanziamento/Lo spoglio della sceneggiatura/Il preventivo di spesa
4. La preparazione
Le locations/Il casting/La scenografia/I costumi/Lo storyboard/La sceneggiatura tecnica/Il piano di lavorazione
Parte seconda. La produzione
5. L’equipaggiamento tecnico
La macchina da presa/La pellicola/Gli obiettivi/Il parco lampade/Attrezzature di registrazione sonora/Supporti della macchina da presa/ Videocamere e standard video
6. La lavorazione
Obblighi di legge, amministrazione e organizzazione/Il set/Si gira/Il bollettino di edizione, il foglio di montaggio e il diario di lavorazione/L’ordine del giorno
7. La regia
Il regista/L’inquadratura/I movimenti di macchina/Pratiche di regia/La continuità visiva/Schemi per i dialoghi/Gli attori e la recitazione/Stili di regia: tre esempi storici
8. La fotografia
Il direttore della fotografia e il suo reparto/La luce/Tecniche di illuminazione/Piccola storia della fotografia
Parte terza. La post-produzione
9. Il montaggio
Strumenti e processi/Le funzioni del montaggio/Il montaggio narrativo
10. Dopo il montaggio
Il missaggio/ L’edizione/La diffusione
Bibliografia
Filmografia
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Micciché Lino
Filmologia e filologia: studi sul cinema italiano
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2002
Come si può analizzare un film? Come si interpretano le sequenze, quali sono i significati, come si rapportano all’intero film e alle intenzioni del regista? Questo libro vuole essere una guida metodologica che ci insegna ad apprezzare la complessità di ogni realizzazione cinematografica. Sulla base di esempi significativi, non solo sul piano autoriale – da La terra trema a Sciuscià, da Una vita difficile a Io la conoscevo bene, da La prima notte di quiete a Cadaveri eccellenti –, Micciché ripercorre alcuni grandi momenti del cinema italiano offrendo puntuali strumenti alla comprensione delle teoriche e delle tecniche che sottendono la realizzazione di un’opera filmica. Una filologia applicata al cinema che risulta essere, al tempo stesso, un utile ed efficace compendio sulla genesi di un film. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
91
Angelucci Daniela
Filosofia del cinema
Roma: Carocci, 2013
Regno delle ombre, dei fantasmi, dei desideri, impronta digitale della realtà, legione straniera dell’intelligenza, occhio meccanico, arte balbuziente e, naturalmente, invenzione senza futuro. Infiniti i modi in cui il cinema è stato definito, infinite le riflessioni provocate dal carattere complesso e ibrido di un’arte che – questa la tesi del libro – è la più filosofica tra tutte. A partire da tale prospettiva viene ripercorsa la storia delle teorie, condensata attorno a quattro elementi: l’analogia tra meccanismo cinematografico e funzionamento del pensiero; la partecipazione del cinema al mondo dell’immaginario; la sua intimità con il reale e, infine, il rapporto tra visibile e narrativo. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. Pensiero
«Chiediamo di poter entrare!»
Il cinematografo interiore
Un’estetica della violenza
Una coppia di fatto e di diritto
2. Immaginario
Un altro mondo
«Sì, lo so, ma comunque…»: psicoanalisi e doppia credenza
Lo specchio e lo sguardo
La spettatrice allo specchio
Rêve e rêverie
«Della stessa forma di cui son fatti i sogni»
Simulacri e potenza del falso
3. Reale
Un’impronta digitale dell’universo
Alleati e biciclette
Il paradosso del pedinamento
Ancora in Italia, tra arte e realtà
Tecnica e modernità
La redenzione della materia
Il digitale: la svolta
Il digitale: la continuità
4. Visione e racconto
Fotogenia e pensiero visivo
Fisionomia e senso ottuso
Arte visiva. Oppure no?
Montaggio e narrazione
L’immagine orientata
Vita e morte
Immagine ottica pura e favola contrastata
Note
Bibliografia
Indice dei film
Indice dei nomi
92
Terrone Enrico
Filosofia del film
Roma: Carocci, 2014
La filosofia del film si è affermata negli ultimi vent’anni per merito di autori come Carroll, Currie e Wartenberg, incidendo profondamente sull’estetica analitica e sulle teorie dei media. Il libro presenta e discute i principali interrogativi affrontati da questa nuova disciplina, che ambisce a cogliere quel che vi è di essenziale nel cinema. Che genere di entità sono i film? In quali modi i film acquisiscono significato? Quali funzioni svolgono i film nelle nostre pratiche culturali? In quale misura i film contribuiscono alla nostra comprensione del mondo? (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione
Parte prima. Il cinema come tema filosofico
1. Ontologia. I film come entità del mondo
Il modo di esistenza dei film
La definizione del film
2. Semantica. I film come rappresentazioni
Linguaggio, immagine: come significano i film
Realtà, finzione: che cosa significano i film
3. Pragmatica ed estetica. I film come artefatti e come opere
Pragmatica: dalle rappresentazioni agli artefatti
Estetica: dagli artefatti alle opere
Parte seconda. I film come discorsi filosofici
4. La nuova questione del cinema come filosofia
Cinema e linguaggio, cinema e arte
Cinema e realtà
Cinema e mente, cinema e sogno
Cinema e filosofia
5. La sfida scettica: i film non possono filosofare
Bruce Russell e il problema della singolarità
Murray Smith e il problema dell’ambiguità
Paisley Livingston e il dilemma della parafrasi
Postilla su Crimini e misfatti
6. La risposta iperbolica: i film filosofano per conto proprio
Stanley Cavell e il cinema come immagine mobile dello scetticismo
Stephen Mulhall e il cinema come pensiero in azione
Note su Deleuze e Žižek
7. La risposta dialettica: i film filosofano dialogando con i filosofi
Thomas Wartenberg e il cinema come filosofia proiettata
Damian Cox, Michael Levine e il cinema come filosofia incarnata
Note sul negoziato concettuale
Conclusione
Riferimenti bibliografici
Indice dei nomi
Indice dei film
93
Zagarrio Vito
Frank Capra: il cinema americano tra sogno e incubo
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2009
Attraverso l'opera di uno degli autori più importanti, ma anche più discussi e contraddittori dell'universo filmico hollywoodiano, Frank Capra (1897-1991), il volume offre uno schema di indagine utile in generale per la rivisitazione di un regista, indica un metodo di analisi del film, del suo progetto estetico e del suo modo di produzione. È anche una proposta di controlettura di Capra, da tempo oggetto di revivals, di remakes e anche di feroci polemiche. Più che una monografia su Capra, si tratta dunque di una controanalisi dei suoi film, riletti da un lato alla luce della storia del cinema e della società americani dalla Depressione alla Guerra fredda, dall'altro in una prospettiva di analisi filologica e filmologica. Frank Capra è sempre stato identificato come un portatore di ideologie populiste, demagogiche, paternalistiche e conservatrici: la retorica del buon vicinato e della gente, l'ottimistica fiducia in una non meglio identificata Democrazia americana. La sua opera, invece, è molto più complessa di questa visione di superficie. Un'analisi più in profondità permette di trovare dei lati oscuri dell'universo poetico e ideologico del regista, e insieme del sogno americano che egli incarna. Il libro concentra l'analisi soprattutto sull'opera meno conosciuta di Capra, quella compresa tra il 1928 e il 1934 (tra la fine dell'epoca del muto e la Hollywood classica, tra l'inizio della Depressione e il New Deal), ma allarga poi la riflessione a tutta la sua filmografia, sino ai film più noti (come La vita è meravigliosa). In tutta la Commedia di Capra la costruzione di un apice drammatico e la risoluzione finale poco credibile o amarognola permettono di ragionare sul rapporto tra dramma e commedia e sulla fragilità del lieto fine. Da qui la formula dell'unhappy ending, il non lieto fine. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
94
Aprà Adriano (a cura di)
Fuori norma: la via sperimentale del cinema italiano
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2013
Questo volume intende analizzare, da diverse prospettive, un fenomeno che si è manifestato con evidenza negli ultimi anni, e che continua a manifestarsi: quello di un cinema (e di un video) “fuori norma”, fuori dalle regole correnti, controcorrente. Esso riguarda film di finzione, documentari, film di animazione, film sperimentali, corti, medi e lunghi, in pellicola o in video, che hanno l’ambizionedi collocarsi al di fuori delle regole canoniche dei diversi generi per proporre esplorazioni innovative di forme espressive. L’indagine condotta ha rivelato un vasto universo, benché spesso sotterraneo, che testimonia di una vera corrente di nuovo cinema italiano che merita di essere indagata da vicino. C’è una esplosione di sperimentalismo indipendente, a volte diffusa solo nella rete. Essa è il segno da una parte di una insofferenza, e di una opposizione, alle forme consuetedi produzione e distribuzione, dall’altra è certamente il risultato della presenza del digitale. Ci sono autori che hanno avuto una qualche forma di visibilità, come Paolo Benvenuti, Franco Piavoli, Tonino De Bernardi, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Daniele Ciprì e Franco Maresco, Michelangelo Frammartino, Alina Marazzi, Corso Salani, Pietro Marcello, ma molti altri - la maggior parte - sono sfuggiti a una vera forma di distribuzione. Contribuiscono al volume saggisti, spesso giovani, che si sono interessati a queste “periferie” del nostro cinema in maniera diretta e che analizzano il fenomeno trasversalmente o, talvolta, analizzando un genere o un autore in particolare. Ci auguriamo che questo volume valga a suscitare la curiosità di lettori e spettatori alla ricerca della “via sperimentale del cinema italiano”. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
95
Mazzei Luca, Vitella Federico
Geometrie dello sguardo: contributi allo studio dei formati del cinema italiano
(Cinema/Tecnologia)
Roma: Carocci, 2007
Il libro svolge una prima ricognizione su un aspetto del cinema che finora è stato studiato pochissimo: il formato rettangolare dello schermo, soprattutto in relazione al cinema italiano. Dal vecchio formato del Cinematografo Lumière, utilizzato anche dal padre del cinema italiano Filoteo Alberini, al formato del cinema narrativo classico, definito Academy e caratterizzato dal rapporto aureo 4/3, al CinemaScope, e via via fino agli schermi panoramici moderni, sempre più larghi e spettacolari, la storia dei formati è caratterizzata da una straordinaria quantità di invenzioni e varianti. Nelle due analisi, che riguardano la prima il cinema muto, la seconda il periodo moderno, si riportano alla luce queste invenzioni, e viene fatto emergere il contrasto fra la potenza utopica della macchina-cinema, che spinge i suoi autori e inventori a cercare soluzioni sempre nuove e stupefacenti, e l'opposta esigenza, quella normativa-commerciale che, per fare del cinema uno strumento universale, richiede la disciplina e l'adeguamento a norme standard e la rinuncia a inventare modelli sempre nuovi. (Da sito Carocci)
Vedi indicePrefazione, di Sandro Bernardi
Introduzione, di Adriano Aprà
Parte prima. L'età del formato unico Il rettangolo dei pigri. Appunti per una storia italiana del mascherino, di Luca Mazzei
1. Il mondo senza confini
2. Il mondo rettangolare
3. Il mondo circolare
4. Il mondo a confine variabile
Parte seconda L'età dello schermo largo Una questione di standard. Il passaggio dall'Academy ai formati panoramici, di Federico Vitella
1. Ingegneri e inventori dietro lo schermo
2. La modernizzazione dell'esercizio
3. (Finalmente) si gira: la produzione panoramica nazionale
4. A ciascuno il suo formato: tecnologia e modo di produzione
5. Pionieri, mestieranti, autori
6. Dallo schermo panoramico alla carta
7. Conclusioni
Bibliografia selettiva, di Luca Mazzei e Federico Vitella
96
Menduni Enrico
La grande accusata: la televisione nei romanzi e nel cinema
Bologna: Archetipolibri, 2012
La televisione è stata descritta come capro espiatorio dei problemi culturali dell’Italia contemporanea: volgare, asservita al commercio o alla politica, nemica della “vera” cultura, capace di impressionare i bambini, o altri soggetti deboli, con la rappresentazione esplicita della violenza, di istigare a comportamenti devianti o di creare dipendenza, come si trattasse di una droga. In prima fila, in queste critiche, gli altri media, anche per ragioni di concorrenza, considerando che si vedono derubati del loro spazio. Dall’analisi delle critiche rivolte alla televisione emergono significative concordanze con la storia degli eventi politici, sociali e con l’attualità. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
97
Nepoti Roberto
Guerra
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2010
Le grandi battaglie raccontate dal cinema in sequenze memorabili come quelle di Platoon o Salvate il soldato Ryan. La Grande Guerra, il secondo conflitto mondiale, poi il Vietnam a cui si sono ispirati registi come Oliver Stone, Stanley Kubrick o Steven Spielberg. Il cinema di guerra può racchiudere gli scontri militari ma anche riferire gli stravolgimenti e la disperazione della vita civile sotto assedio. Da racconti di finzione a ricostruzioni biografiche e storiche, mescolando anche entrambi gli aspetti, il genere ha un suo pubblico di appassionati cui è dedicato questo libro d'autore dove trovano spazio i migliori film, le tematiche e le caratteristiche specifiche in una descrizione puntuale, insieme a immagini e locandine. (Da sito Electa)
Indice non disponibile
98
Di Marino Bruno
Hard Media: la pornografia nelle arti visive, nel cinema e nel web
Monza: Johan & Levi, 2013
Che cos’è la pornografia? Un mero fenomeno sociologico o addirittura una categoria estetica? E soprattutto: com’è cambiata la rappresentazione pornografica negli ultimi anni con l’evoluzione dei media? Con un ampio saggio che abbraccia vari ambiti della realtà contemporanea – dalla fotografia alla televisione, dalle arti visive al cinema, dalle performance al web –, Bruno Di Marino indaga le molteplici sfaccettature della scrittura dell’osceno: un’approfondita disamina storico-critica dall’Origine du monde ci porta, attraverso gli oggetti di Duchamp, le “stagioni” di Man Ray e le performance erotico-politiche, fin dietro le quinte del porno con le fotografie di Sultan e Greenfield-Sanders; approdiamo, quindi, al grande schermo con il fortunato connubio fra cinema sperimentale e mondo X-Rated nelle pellicole calde di maestri come Gioli e Warhol, con il found-footage pornografico e le nuove frontiere della videoarte e dei videoclip; infine, il decisivo passaggio dal privé alla rete, con il dischiudersi dell’universo infinito di YouPorn e la moltiplicazione di pratiche di scambio fra reale e immateriale sempre più ardite. Negli ultimi due decenni si è dunque assistito a un processo di normalizzazione e insieme spettacolarizzazione della pornografia che ha definitivamente violato il suo tabù, anche – anzi, soprattutto – per il pubblico femminile, provocando un aumento incontrollato della produzione amatoriale e, di conseguenza, una crisi dell’hard professionale. Divenuta un archivio ipermediale frammentario e illimitato di forme, codici, linguaggi e immagini, la pornografia è ormai un mondo a cavallo tra fiction e realtà, che rischia di trasformare in una messa in scena perfino aspetti essenziali della quotidianità. (Da sito Johan & Levi)
Vedi indiceLa piccola morte al lavoro. Per un’estetica dell’immagine pornografica
La legittimazione dell’immagine hard
Il porno è un genere?
Il visibile pornografico
Pornografia e desiderio
La scrittura del corpo Barthes/Sade
Produzione e consumo
Note
Pornografie. L’osceno nell’arte contemporanea
In principio era Courbet
Gli oggetti di Duchamp e le “stagioni” di Man Ray
L’immaginario erotico dei surrealisti e oltre
Manichini e falli: l’oscenità tra grottesco e giocoso
La performance tra politica e sessualità
Fotografia e pornografia
Dietro le quinte del porno: Sultan e Greenfield-Sanders
Il porno, il pop e il kitsch
La pittura hard tra iperrealismo e nuovo espressionismo
Note
Pellicole calde e creature in fiamme. Sperimentazione audiovisiva e cinema a luci rosse
Genet, Smith, Warhol
Serialità e ambiguità
Il found-footage pornografico
Le pellicole calde di Gioli
Desiato o l’eros formato Super 8
Kern e il cinema della trasgressione
l paradiso perduto di Roy Stuart
Pornografia, videoarte e videoclip
Quando l’hard diventa sperimentale
L’artcore di Blake e Ninn
Note
Dal privé alla rete. Pratiche pornografiche di scambio tra reale e immateriale
L’immagine dello scambio
Oltre il vetro, dentro lo schermo
L’universo infinito di YouPorn
Atti osceni in luogo pubblico
La messa in scena di un contratto
Macchine celibi
Note
99
Moscariello Angelo
Horror
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2008
Il cinema horror risale agli anni Dieci - fu introdotto soprattutto da registi tedeschi come Paul Wegener o F.W. Murnau, autore del primo grande capolavoro del genere, Nosferatu, il vampiro - ed è tuttora fiorente, spesso con contaminazioni di altri generi quali il thriller, il fantasy o la fantascienza.
Il dizionario di Angelo Moscariello - un autore che considera l'horror un genere cult - illustra attraverso una selezionata filmografia la storia, le tematiche ricorrenti, le specificità del linguaggio. Particolarmente interessante in questo libro è tutta la documentazione di backstage relativa a effetti speciali, tecniche di ripresa, trucco degli attori. (Da sito Electa)
Indice non disponibile
100
Bertozzi Marco
L'immaginario urbano nel cinema delle origini: la veduta Lumière
(Serie umanistica. Cinema)
Bologna: Clueb, 2001
I film hollywoodiani di ambientazione urbana realizzati a cavallo tra gli anni Venti e Trenta risentono del dibattito culturale, che, nella stessa epoca, ruota intorno ai pregiudizi sulla metropoli propri dell’ideologia rurale e provinciale. Allo stesso modo, l’immagine della città viene condizionata da eventi di portata storica (la grande crisi economica) e relativi all’evoluzione del linguaggio cinematografico (l’avvento del sonoro). Nella prima parte l’autore tratta il cinema urbano individuando alcuni pecorsi narrativi e tematici, arrivando infine a tracciare una mappa degli spazi metropolitani più rappresentativi. La seconda parte e’ invece dedicata a un’analisi dettagliata di tutti i film che hanno costituito la base della ricerca: dai classici dell’epoca (Luci della città , Piccolo Cesare, ecc.) a pellicole meno conosciute, ma ugualmente importanti per la definizione della città hollywoodiana. (Da sito Clueb)
Vedi indicePRIMA PARTE.
* TEORIE
- I.1 Premesse storiche e culturali.
(I.1.1 Dell’impresa scientifica. / I.1.2 Lo sguardo nuovo della storia. La nuova storia del cinema. L’approccio socio-culturale. “Gli occhi come remi”. / I.1.3 Tracce per la ricerca. L’equilibrio precario fra il dao e l’idea. / I.1.4 Il Project Lumiere. La ricostruzione del corpus. / I.1.5 L’organizzazion del lavoro di visione. / I.1.6 Considerazioni sulla “purezza”.)
- I.2 L’immagnario urbano. Una dimensione sottile fra cinema e architettura.
(I.2.1 Sulle ali dell’immaginario. La prospettiva iconologica. / I.2.2 Della sua dimensione urbana. Urbanistiche sottili. / I.2.3 Seduzioni e fenomenologia di un rapporto complesso. Antinomia fra costruire e decostruire. / I.2.4 Il cinema, architetto suo malgrado. Cine.citta’. La scala architettonica. Scene e balocchi. / I.2.5 Una fonte per la storia delle citta’. grandi citta’, grando immaginari. / I.2.6 Il cinema, o la citta’ immaginaria. Parigi visionaria. Territori della veduta.)
SECONDA PARTE
* ALLA RICERCA DELLE ORIGINI
- II.1 Per una iconografia del vedutismo irbano nel “precinema”.
(II.1.1 La citta’ in camera. “Tutto quello che si fa fuori piazza…”. Paesaggi del rappresentare: arte e “scaraboti”. / II.1.2 Pantascopi per l’Europa. Scatole di sguardi, modelli di progetto. Composizione e punto di vista. Disastri e teatri. / II.1.3 Il fascino della proiezione. Deboli iconografie dell’urbano. E poi le citta’… / II.1.4 Immersi nel Panorama. Del vedere in tondo. Dall’urbs alle battaglie. / II.1.5 Il mondo in rilevo, il mondo profondo. panorami e fotografie “imperiali”. Album di citta’. / II.1.6 Dimenticate cronofotografie. / II.1.7 Citta’ ideali e occhi principeschi. Mirabili prospettive. Dalla veduta di strada alla veduta teatrale. Citta’ infinite. / II.1.8 Modelli. Occhi anamorfici. Liberazione e persistenza. In volo sull’apparenza.)
- II.2 La storiografia cinematografica e il problema dell’invenzione.
(II.2.1 Dei nai e dei giganti. Filogenesi cronofotografica del Cinematographe. / II.2.2 Storie del cinema: frammenti dalla pubblicistica di fine Ottocento. Del vagare editoriale sull’idea di cinema. “La Cinematographe n’est pas…une chose de plaisir”. / II.2.3 La macchina Lumiere: inventare, concretizzare, industrializzare. / II.2.4 Il cinema come invenzione culturale. L’estetica negata. / II.2.5 Fra archeologia e teleologia. Gli scavi documentati. Emergenze e prospettive teoriche. / II.2.6 Storie d’anniversario. Precarie Correspondances.)
TERZA PARTE
* LA CITTA’ LUMIERE
- III.1 Geografie del vedere dinamico.
(III.1.1 Poesia e strategia. Operatore, professione dinamica. Una cartolina dal mondo. / III.1.2 Dinamismi urbani vicini e lontani. Sugli albori di qualche tema. Una famiglia alla stazione. / III.1.3 Monumento/Documento statico. Berlino – Londra via Cinematographe. Guide, piccioni e chasseurs d’images. / III.1.4 Dall’operatore flaneur al cosmonauta cinematografico. Sguardi dal treno. Compenetrazione.)
- III.2 Urbanistiche sottili.
(III.2.1 Sguardi sulla disciplina. Esercizi della visione realista. Vetrine francesi. Giardini anglo-tedeschi. / III.2.2 Scena, quadro, modernita’. premeditazione e imponderabilita’. La presenza porosa. L’effetto della verita’. / III.2.3 Metafore dello spettacolo. La citta’ in scena. La citta’ palcoscenico. Il teatro universale. / III.2.4 La citta’ di Droctfult. Geografie della civilta’: Elisee Reclus e Albert Khan. L’evidenza della visione. Citta’ e civilta’. / III.2.5 Citta’ laboriose. Tecnica, topografia, mentalita’. “Et quel excellent moyen de publicite’”. / III.2.6 Le citta’ dell’ordine. Rappresentazione e potere.)
- III.3 Riflessi.
(III.3.1 Il catalogo come piano, le vedute come strade. Dell’impresa tassonomica. Pensare, ordinare, giudicare. Inventari stradali. / III.3.2 Realismo e veduta urbis. Impressionismi. Fra il racconto e la visione: la citta’. / III.3.3 Anthropos. Folle. La veduta, il passage e l’incanto. / III.3.4 Fra immaginari nel cinema e immaginari nella societa’. Dalle permanenze ai crolli. Italiche brecce. / III.3.5 Dalla veduta al film. Corrispondenza fra film e metropoli. / III.3.6 Le “origini” e “L’autore”. Lumiere autore. / III.3.7 Strabismi e tempi della storia. Il valore delle immagini. Storie finali)
Bibliografia.
Indice dei nomi.
Indice delle tavole.
Resume’.
Summary.
101
De Gaetano Roberto
L'immagine contemporanea: cinema e mondo presente
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2010
Eyes Wide Shut, Millennium Mambo, Lost in Translation, Elephant, In the Mood for Love, A History of Violence, Kill Bill, Il caimano, sono i film di cui si parla in questo piccolo volume. Partire dalle opere per pensare la contemporaneità, costruirne una mappa concettuale e stilistica, non significa tornare indietro alla questione del testo e dell'autore. Tutt'altro, significa partire dall'espressione, dai segni, perché è solo lì, nel gioco fra prossimità e distanza istituito dal segno, che vediamo e sentiamo l'emergere del contemporaneo. Una cartografia del cinema contemporaneo non può che essere anche una cartografia del mondo contemporaneo, dei sentimenti e delle immagini che lo compongono. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
102
Di Giammatteo Fernaldo
Introduzione al cinema : con dizionario delle tecniche, dei generi e del linguaggio
(Campus strumenti)
Milano: Bruno Mondadori, 2002.
Una ricca e approfondita analisi del fenomeno culturale e artistico che ha caratterizzato il XX secolo. Un esauriente dizionario, nella seconda parte del volume, chiarisce i termini tecnici (anche quelli delle nuove tecnologie), la natura e i contenuti delle varie teorie del cinema. (da sito Mondadori)
Vedi indice1. “La natura del cinema. Una storia di equivoci”
2. Dizionario dei termini tecnici
103
Perego Elisa
La traduzione audiovisiva
(Bussole)
Roma: Carocci, 2005
La traduzione audiovisiva costituisce un vasto dominio di ricerca a carattere interdisciplinare che si presta a essere analizzato da molteplici angolature. Questo lavoro predilige la dimensione linguistica e si propone di mettere in luce le caratteristiche salienti della sottotitolazione attraverso esempi in lingue diverse. Il libro illustra lo sviluppo e la diffusione a livello europeo delle molteplici metodologie di traduzione audiovisiva, permettendo al lettore di venire a conoscenza di procedimenti poco noti (sopratitolazione per il teatro, voice-over, commento, narrazione, descrizione audiovisiva) in un paese che per ragioni storiche e culturali da sempre predilige il doppiaggio. (Da sito Carocci)
Vedi indice1. Che cos’è la traduzione audiovisiva/Definizione/Un campo di ricerca complesso/Il traduttore audiovisivo/Traduzione audiovisiva come disciplina universitaria/L’Europa audiovisiva/Sottotitolazione e doppiaggio in Europa/Le metodologie di trasferimento linguistico/Per riassumere
2. Dalla traduzione audiovisiva alla sottotitolazione/La sottotitolazione: dal cinema muto al sonoro/Influenza dei media sulle tecniche di sottotitolazione/La sottotitolazione nell’ambito della traduzione/Alcuni concetti chiave nella teoria della traduzione/I tratti distintivi della sottotitolazione/La dimensione polisemiotica/Aspetti salienti dei sottotitoli/I sottotitoli: tipi e ambiti applicativi/Per riassumere
3. Le fasi di realizzazione dei sottotitoli/La riduzione testuale/La trasformazione diamesica/Le strategie di sottotitolazione/Per riassumere
Bibliografia
104
Canova Gianni (a cura di)
Il lato oscuro delle macchine: la rappresentazione della tecnologia nel cinema italiano contemporaneo, fra processi simbolici e dinamiche sociali
(Cinema/Tecnologia)
Roma: Carocci, 2005
Che rapporto c'è fra il cinema italiano contemporaneo e le nuove tecnologie che si sono affermate con la rivoluzione elettronica e digitale' Che modi di rappresentazione ha adottato il cinema italiano di fronte alla pervasiva diffusione di Internet e della telefonia cellulare, dei videogames e delle nuove tecnologie della visione e della produzione audiovisiva' I saggi raccolti in questo volume, elaborati per lo più da giovani studiosi facenti capo all'Università IULM di Milano all'interno di una ricerca interuniversitaria nazionale, nascono dall'intento di operare un censimento il più possibile significativo dei modi e delle forme con cui il cinema italiano dell'ultimo ventennio ha contribuito alla costruzione di un immaginario simbolico della tecnologia, interagendo con i processi sociali oltre che con le dinamiche produttive e di mercato. Il fatto che nella maggior parte dei film esaminati il rapporto fra utente e oggetto tecnologico assuma la forma del conflitto o quella della disfunzionalità è un dato che fa riflettere, e che induce a interrogarsi ulteriormente sull'origine di quei 'fantasmi' antitecnologici che si aggirano minacciosi in tanta parte del nostro cinema contemporaneo. (Da sito Carocci)
Indice non disponibile
105
Cortellazzo Sara, Tomasi Dario
Letteratura e cinema
(Alfabeto Letterario)
Roma: Laterza, 2008
Da Lolita di Nabokov a Guerra e pace di Tolstoj, per fare solo due esempi, quanti romanzi o, comunque, testi letterarii hanno ispirato film più o meno riusciti? In che cosa consiste l'adattamento che di un testo letterario si fa per lo schermo? In questo agile volume si colgono e si illustrano chiaramente tutti gli aspetti di tale operazione: in che modo esso si comporta con le strutture in profondità, le manifestazioni in superficie, le forme discorsive. Si evidenziano, poi, quelle che sono le principali strategie dell'adattamento: l'addizione, la sottrazione, la condensazione, la variazione, il principio dell'equivalenza, il ricorso o meno a una voce narrante ecc. La seconda parte del libro si concentra su alcuni casi esemplari, quali quello dell'adattamento in prima persona (i film di Truffaut da Roché e James), del lavoro sul personaggio e della sua trasformazione (Le notti bianche di Dostoevskij trasposte da Visconti e Bresson) e del modo in cui l'adattamento può essere profondamente condizionato dall'intervallo temporale che lo divide dall'opera letteraria (La tregua di Levi e Rosi). (Da sito Laterza)
Vedi indice1. Dal romanzo al film, dal film al romanzo: l'adattamento – 2. Pagine di cinema; 3. Bibliografia e filmografia
106
Rossi Fabio
Lingua italiana e cinema
(Bussole)
Roma: Carocci, 2007
Come parla il cinema italiano? In che modo i film riflettono il linguaggio comune o entrano in relazione con altri modelli comunicativi, da quello letterario a quelli teatrale e televisivo? Il cinema ha contribuito alla formazione della lingua italiana? Il libro risponde a queste e ad altre domande, tracciando una sintetica storia del ’parlato’ filmico, dal muto ai giorni nostri, dalle correnti realistiche a quelle espressionistiche. Particolare attenzione è dedicata all’uso dei dialetti e delle lingue straniere, al doppiaggio, ai rapporti con la letteratura, alle caratteristiche semiotiche del linguaggio cinematografico, con esempi tratti da decine di film più o meno celebri. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione. Nozioni fondamentali
1. Dal cinema muto agli anni quaranta
Le origini e la fase orale/La lingua scritta del cinema/Il parlato dei primi film sonori/Tra realismo, letterarietà e propaganda/Per riassumere
2. Dal neorealismo alla commedia all’italiana
L’irruzione della realtà/ Ossessione/La nuova comicità/Altre strade del cinema ’serio’/Altre strade del cinema comico/ Per riassumere
3. L’italiano, i dialetti, le altre lingue
Prima del neorealismo/Il neorealismo/Dopo il neorealismo/Totò/Alberto Sordi/Per riassumere
4. Il doppiaggio
Cenni storici, tecnici e teorici/L’innalzamento stilistico/I calchi/Lo spostamento/Per riassumere
5. Rapporti tra cinema, teatro e letteratura
Una fonte quasi imprescindibile/Il teatro e le questioni di fedeltà/Un esempio di trasposizione: L’innocente/Per riassumere
6. Gli ultimi trent’anni
Nuove ondate realistiche/La scoperta del toscano/I nuovi comici degli anni ottanta/Altre varietà/Per concludere/Per riassumere/Bibliografia.
107
Lischi Sandra
Il linguaggio del video
(Bussole)
Roma: Carocci, 2005
Cosa si intende per "video"? L’immagine elettronica non è solo quella della televisione e degli effetti speciali del cinema: contraddistingue anche esperienze e produzioni indipendenti, non narrative, artistiche, sperimentali. Il libro esplora le caratteristiche tecniche e di linguaggio del video anche in rapporto agli altri media e fa il punto sulla storia e la ricerca di linguaggi innovativi: gli spiragli di "television art", gli usi teatrali, poetici e documentari dell´immagine elettronica, infine lo scenario audiovisivo attuale, dalle installazioni all´avvento del digitale. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. Il video tra i media 1.1. Tra cinema e radio 1.2. La televisione 1.3. L’immagine elettronica: alcune riflessioni 1.4. La scatola luminosa 1.5. Televisione e video Per riassumere
2. Un nuovo linguaggio? 2.1. Video, film, cinema elettronico 2.2. Il video e le arti: musica, pittura, cinema espanso 2.3. Suono e immagine 2.4. Parola e immagine 2.5. Gli effetti Per riassumere
3. La "television art" e il ripensamento dei generi 3.1. La sperimentazione televisiva: gli anni settanta 3.2. Gli anni ottanta e la "television art" 3.3. Il documentario di creazione 3.4. Nuove narrazioni e poesia elettronica 3.5. Il video e la scena 3.6. Videoarte e video d´artista Per riassumere
4. Tra arte e tecnologia 4.1. Le videoinstallazioni 4.2. Centri di produzione e nuove committenze 4.3. L’avvento del digitale 4.4. L’immagine numerica: elementi di riflessione 4.5. Il digitale e il video
Per riassumere
Bibliografia
108
Micciché Lino
Luchino Visconti: un profilo critico
Venezia: Marsilio, 2002
Tutto Visconti dalla A alla Z. I suoi film, le regie teatrali e d’opera durante tutta la sua carriera. I grandi temi che attraversano tutto il suo cinema: la letteratura, la musica, la storia, la pittura, il sesso, le donne, il melodramma.
Indice non disponibile
109
Luigi Comencini
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2007
Questo volume intende risarcire Luigi Comencini di un debito che la critica ha nei suoi confronti: quello di aver esitato a individuarne la personalità autoriale, di averlo confuso con colleghi coevi – in debito di riconoscimento anch’essi – sotto etichette generiche (quella dell’“eclettismo” per esempio) quando non fuorvianti. A Comencini è capitato in particolare con i generici accostamenti alla commedia all’italiana e alla “specializzazione” dei film con bambini. Ma il suo cinema è ben altrimenti ricco. Se è vero che il suo essere autore comporta anche un confrontarsi col cinema popolare, più che specificamente con i suoi generi, se è vero che non sempre è all’altezza di se stesso (da artigiano, quale si rappresenta, è disposto ad accettare commissioni che non gli si addicono), è più spesso vero che la sua personalità si esprime nella maggior parte dei suoi film al di là dei generi, al di là dei condizionamenti produttivi: e a volte in maniera segreta, altre in maniera sorprendente (come nel suo documentarismo televisivo). Questo libro, affidato a fresche riletture di aspetti della sua opera o di singoli film, intende dare a Comencini il posto che merita nella storia del cinema italiano del dopoguerra. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
110
Bertetto Paolo
La macchina del cinema
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2013
«Il cinema non è una finestra sul mondo, non è un’arte realistica, ma una macchina complessa che produce immagini, senso, emozioni e rapporti. È macchina e illusione, ma anche tecnica e immaginario.» Paolo Bertetto accompagna il lettore-spettatore in un percorso che restituisce tutta la ricchezza dello schermo, la sua forza e capacità di produrre figure e fantasmi insieme a concetti e idee sul mondo contemporaneo. (Da sito Laterza)
Indice non disponibile
111
Pellanda Marina
Marco Bellocchio tra cinema e teatro: l' arte della messa in scena
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2012
Uscendo dallo schema rappresentativo che a teatro lega il testo alla messa in scena, Marina Pellanda analizza e studia nel contesto dell’opera di Marco Bellocchio quella fusione di segni che, intersecando il palcoscenico con il cinema, dà vita al mondo poetico del cineasta. L’autrice si sofferma su ambiti di indagine fino ad ora trascurati: il teatro come tema sia implicito sia esplicito, la Commedia dell’arte, il Kammerspiel, il sogno che assume la categoria della messa in scena, le costanti cinematografiche nei lavori teatrali del regista. Conclude il volume una conversazione con Marco Bellocchio. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
112
Aprà Adriano (a cura di)
Marco Bellocchio: il cinema e i film
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2012
Indice non disponibile
113
Buccheri Vincenzo, Malavasi Luca (a cura di)
La materia dei sogni: l'impresa cinematografica in Italia
(Cinema/ Tecnologia)
Roma: Carocci, 2006
Attraverso una serie di saggi e di testimonianze viene affrontato lo studio dell'industria cinematografica, e in particolare di quelle imprese italiane che, fin dai primi anni del Novecento, hanno svolto un ruolo fondamentale nella produzione tecnica. Se infatti molto si sa sulla 'fabbrica dei sogni', poco, al contrario, si conosce dell'altra faccia, certo meno scintillante, dell'industria del cinema, attiva nella progettazione e fabbricazione di pellicola, macchine da presa, moviole, carrelli, testate, proiettori. Eppure l'Italia può vantare ancora oggi in questo campo livelli di eccellenza tecnologica e un notevole successo internazionale, in particolare grazie a Cartoni e Cinemeccanica. Altre imprese analizzate nel libro, un tempo gloriose, sono invece scomparse (Elemack, Fedi, Pion) o, con gli anni, hanno dovuto ridimensionare il proprio organico (Prevost, Ferrania). Il volume ne racconta le singole storie, ricavando al tempo stesso indicazioni più generali per comprendere l'assetto e le logiche industriali che caratterizzano questi fornitori di 'materie prime' e il loro influsso sulla storia del cinema. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione, di Vincenzo Buccheri e Luca Malavasi
Cinemeccanica, la luce alle spalle, di Ugo De Berti
La tecnologia dimenticata: la gloriosa storia della Prevost, di Federico Rovida
Officine Meccaniche Pio Pion, artigianato e innovazione, di Paolo Michetti
Una volta si scriveva così: ferraia, di Luca Giuliani
'Insetti' sul set. La Elemack di Sante Zelli, di Miriana Scorza e Ugo De Berti
Cartoni SPA. Panoramica su un'azienda, di Miriana Scorza e Ugo De Berti
«Era un validissimo venditore»: Raffaello Fedi, a cura di Paolo Michetti
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Porro Maurizio
Mélo
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2008
Per cinema melodrammatico (o melò) si intende quel genere di film a tinte forti, basato su una trama romanzesca, ricca di colpi di scena, con personaggi fortemente caratterizzati, dichiaratamente mirato a commuovere lo spettatore. Affidato all'indiscussa competenza di Maurizio Porro, che nutre una vera e propria passione per questo genere di film, questo dizionario raccoglie molti capolavori, da Viale del tramonto di Billy Wilder a Eva contro Eva di Mankiewicz, da Senso di Visconti, fino al recente Volver di Pedro Almodóvar. (Da sito Electa)
Indice non disponibile
115
Cucco Marco, Richeri Giuseppe
Il mercato delle location cinematografiche
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2013
I luoghi in cui si realizzano le riprese di un film, una fiction televisiva o un documentario ottengono importanti benefici sul piano economico e spesso incrementano la propria notorietà a livello nazionale e internazionale. Per queste ragioni sempre più enti locali in Italia e all’estero stanno adottando iniziative volte ad attirare produzioni audiovisive (e in particolar modo cinematografiche), come la creazione di una film commission e l’istituzione di un film fund. Ciò ha portato alla nascita di una inedita competizione tra territori, ha favorito una maggior mobilità geografica delle produzioni cinematografiche e soprattutto ha fatto nascere un vero e proprio «mercato delle location» dove amministrazioni locali e imprese cinematografiche negoziano investimenti, servizi e visibilità. Il libro ripercorre le più importanti fasi storiche che dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi hanno portato le produzioni cinematografiche ad abbandonare le tradizionali sedi di riprese e a testare nuove ambientazioni. Una particolare attenzione è riservata al fenomeno delle film commission, di cui vengono analizzate le origini, i modelli organizzativi e le ricadute economiche generate sul territorio. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
116
Ciardi Marco
Le metamorfosi di Atlantide: storie scientifiche e immaginarie da Platone a Walt Disney
Roma: Carocci, 2011
Il mito di Atlantide, la civiltà perduta descritta da Platone intorno al 360 a.C., ha affascinato donne e uomini di ogni epoca ed età. È stato discusso da filosofi e scienziati, specialisti e dilettanti, in migliaia di volumi, saggi e articoli. Ha ispirato tutte le forme d’arte, dalla letteratura al cinema, alla musica, ai fumetti, tanto da rendere difficile distinguere gli elementi scientifici da quelli fantastici, le teorie plausibili da quelle inattendibili. L’unico modo di fare chiarezza è ripercorrere la storia delle metamorfosi del racconto di Platone, analizzando come i diversi generi, dalle testimonianze degli antichi fino alle incredibili avventure dell’universo Disney, si sono sviluppati, intersecati o sovrapposti nel corso del tempo. Soltanto alla fine di questo straordinario viaggio potremo tentare di rispondere alla domanda: dov’era Atlantide? (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione. Istruzioni di viaggio per la ricerca di Atlantide
1. Dal mito alla scienza
L’origine del mito
Atlantide nel mondo antico
Il Medioevo: dalla fenice alle scoperte geografiche
L’America e Atlantide
L’ipotesi dell’isola atlantica
Lo spostamento delle Colonne d’Ercole
Atlantide non e mai esistita
2. Dalla scienza alla letteratura
Atlantide e Lemuria
L’origine dell’uomo e della civiltà fra scienza ed esoterismo
Le città perdute dei Maya, la scoperta di Troia e Ignatius Donnelly
Deriva dei continenti, civiltà minoica, diffusionismo
Lo spiritismo e la nascita dell’Atlantide esoterica
Le razze colorate e la città delle porte d’oro
I canali di Marte e gli extraterrestri
3. Dalla letteratura al cinema
Fantascienza e fantasy
Burroughs: John Carter e Tarzan
Il racconto di Aelita
La regina Antinea
Conan Doyle e l’abisso di Atlantide
Da Yambo a Namor, principe di Atlantide
4. Dov’era Atlantide?
Archeologia terrestre e archeologia spaziale
Giornalismo, divulgazione e comics
La fine del continente atlantico
Creta e Santorini
Scettici a oltranza
Disney e dintorni
Conclusione. Martin Mystere e la soluzione dell’enigma
Bibliografia
Indice dei nomi
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Bertetto Paolo
Metodologie di analisi del film
(Biblioteca universale Laterza. Istituzioni dello spettacolo)
Roma; Bari: Laterza, 2014
L’analisi del film ha trasformato gli studi sul cinema e li ha iscritti nell’orizzonte della cultura interpretativa contemporanea. Il volume spazia dalla post-semiotica alla critica stilistica, dal rapporto tra cinema e gender all’analisi iconologica, all’ermeneutica e alla decostruzione, presentando una gamma delle possibili tecniche di interpretazione del film diffuse nelle ricerche internazionali. (Da sito Laterza)
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118
Bertetto Paolo
Microfilosofia del cinema
Venezia: Marsilio, 2014
Nel cinema, Deleuze rivendica la centralità della dimensione intellettuale. «I concetti sono immagini - dice -. Sono immagini di pensiero». Il cinema dunque non è lontano dal pensiero. Anzi ne è straordinariamente vicino. E se la filosofia è una forza, cioè un sapere concettuale che ci consente di allargare e di approfondire la conoscenza del cinema, il cinema, insieme, affronta i problemi e le figure della filosofia e li declina per immagini. Il cinema e la riflessione sul cinema, cioè, sono un modo per dialogare con la filosofia e proporre idee, concetti che - forse - interessano anche la filosofia. Microfilosofia del cinema è quindi un libro che ruota attorno ai concetti creati dalla filosofia, ma anche dal cinema. Anzi è un libro che riflette sulla relazione cinema-filosofia attraverso i concetti. Non è una teoria del cinema intesa in senso tradizionale. È un percorso intellettivo che indaga su un doppio movimento, dal cinema alla filosofia e dalla filosofia al cinema. Considera quindi il cinema non come un terreno che la filosofia può rischiarare, ma come un orizzonte che crea concetti e rielabora idee: e dunque pensa il cinema non come una dimensione subalterna, ma come una macchina che produce anche sul piano della speculazione. Questa idea di cinema è sviluppata attraverso analisi di film e di autori importanti della storia del cinema, da Buñuel a Fellini, da Godard a Wenders, da Lang a Hitchcock, dall'espressionismo ad Antonioni sino alla ricerca contemporanea di Lynch, Tarantino, Bigelow e della science fiction, letti attraverso Nietzsche, Benjamin e Marx. E in particolare sono studiati i modi attraverso cui il cinema influenza il pensiero riflettendo sui rapporti concettuali tra Buñuel-Dalí e Lacan, Fellini e Debord, Godard e Derrida, Wenders e Deleuze-Guattari. (Da sito Marsilio)
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119
Gerritsen Willem P., Van Melle Anthony G.
Miti e personaggi del Medioevo: dizionario di storia, letteratura, arte, musica e cinema
Milano: Bruno Mondadori, 2006.
Il Medioevo ci ha lasciato un ampio corpus di racconti, epici e romanzeschi, un tempo narrati e amati in tutta Europa. Molti di essi, tramandatisi in epoche successive, continuano ancora oggi a esercitare la propria magia. Nel corso dei secoli, i racconti medievali hanno ispirato scrittori, compositori e artisti, che li hanno rinarrati, rielaborati e rappresentati. Questo volume costituisce una guida preziosa per orientarsi nel retaggio narrativo dell'Europa medievale e nelle forme che esso ha di volta in volta assunto nelle differenti manifestazioni artistiche di ogni epoca. Le gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini, di re Artù e dei suoi cavalieri, di Tristano e Isotta si accompagnano ad altre storie forse meno conosciute ma altrettanto affascinanti, dalle versioni medievali delle avventure di Alessandro il Grande ed Enea alla parodia dell'eroismo in Robin Hood, dalle imprese di Attila e di Teodorico ai racconti del Cid. Strutturato come un agile dizionario in singole voci che analizzano le principali figure dell'epoca, reali e immaginarie, il libro ricostruisce la diffusione, le versioni più recenti e le varie declinazioni artistiche della storia narrata, corredandosi di un vasto apparato bibliografico. (Dal sito B. Mondadori)
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Moormann Eric M., Uitterhoeve Wilfried
Miti e personaggi del mondo classico: dizionario di storia, letteratura, arte, musica
Milano: Bruno Mondadori, 2004.
I soggetti mitologici e storici del mondo greco-romano che hanno maggiormente influenzato la cultura antica e tardoantica: 264 figure del mito e della storia, oltre a una sintesi dei racconti, degli aneddoti più caratterizzanti e dei giudizi che ci sono stati tramandati dalle fonti antiche. Di ogni personaggio viene ricostruita la ricezione nella letteratura, nell'arte e nella musica, dall'antichità fino a oggi. Precisi riferimenti alle fonti antiche così come alla letteratura specialistica moderna – con sintetici richiami in margine a ogni singola voce e un'esaustiva bibliografia generale a conclusione del volume – rendono questo testo non solo un dizionario avvincente e di facile consultazione per un vasto pubblico, ma anche uno strumento utile per gli studiosi. (Da sito B. Mondadori)
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Stapper Léon, Altena Peter, Uyen Michel
Miti e personaggi della modernità: dizionario di storia, letteratura, arte, musica e cinema
Milano: Bruno Mondadori, 2006.
I miti e i personaggi che hanno animato la modernità dalle sue origini rinascimentali ai suoi epigoni novecenteschi: Faust, Amleto, Napoleone, Giovanna d'Arco, Robin Hood, Don Giovanni, Don Chisciotte, Dracula, Guglielmo Tell... Cinquantaquattro personaggi, alcuni dei quali storicamente vissuti e mitizzati dai contemporanei o dai posteri, altri semplice frutto della fantasia di scrittori e artisti, vengono presentati attraverso un'introduzione storica e un resoconto completo dei riferimenti culturali, dalla letteratura all'arte, dalla musica al cinema. A corredare il volume, una ricca bibliografia e un rigoroso apparato di indici di orientamento. (Dal sito B. Mondadori)
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Di Marino Bruno, Spagnoletti Giovanni (a cura di)
Il mouse e la matita: l' animazione italiana contemporanea
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2014
Quali strade ha preso e quali evoluzioni ha subito il cinema d’animazione in Italia negli ultimi quindici anni, anche grazie all’avvento del digitale? Quali sono i nuovi autori scesi in campo e quali nuove forme, tematiche e stilemi si sono affermati? Il presente volume, che accompagna l’omonima retrospettiva organizzata dalla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, cerca di rispondere a queste e ad altre domande esplorando il variegato panorama dell’animazione di casa nostra a 360 gradi, dal cortometraggio sperimentale e d’autore al lungometraggio mainstream, dal clip animato alla sigla e allo spot, fino alla web animation. Il tutto senza tralasciare i rapporti con il mondo delle arti visive, della grafica e dell’illustrazione e comprendendo un approfondimento sul suono e sulle tecniche e sui programmi di computer animation 2d e 3d. Due saggi sono infine dedicati alle scuole in Italia - l’isa di Urbino (che quest’anno compie 60 anni di attività) e il csc di Torino -, palestre che hanno formato e continuano a formare schiere di professionisti del campo. Analizzare oggi l’animazione italiana vuol dire anche inserirla in un contesto storico per sottolineare tanto i legami quanto le fratture con la tradizione: il titolo stesso, Il mouse e la matita, allude a una realtà sospesa tra passato e futuro, tecnica e tecnologia, materia e software. (Da sito Marsilio)
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Zagarrio Vito (a cura di)
Nanni Moretti: lo sguardo morale
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2012
«Un regard moral», uno “sguardo morale”: è questa l’espressione usata dal critico francese Serge Toubiana sui «Cahiers du Cinéma» a proposito di un film di Nanni Moretti. Prendiamo in prestito l’intensa espressione per titolare questo libro e sintetizzare il cinema di Moretti, secondo la critica francese il più grande cineasta italiano contemporaneo. Un Autore che ha attraversato vari decenni della storia del cinema nazionale, dagli anni settanta al nuovo millennio; un regista che ha saputo sempre interpretare, e anzi anticipare gli avvenimenti dell’ex Bel Paese, ma sempre usando un linguaggio filmico alto e sperimentando nuove vie di comunicazione; un artista che ha saputo fare Cinema anche attraverso il suo volto e il suo corpo, sino a mettersi a nudo e farci gridare che “il re è nudo”. Ma anche un operatore culturale (produttore, distributore, esercente, direttore di festival), un intellettuale impegnato nella battaglia politica diretta e indiretta (dai primi corti “militanti” ai “girotondi”, dal Portaborse al Caimano), un uomo di grande intuito e di raffinata intelligenza che ha valorizzato ogni volta, novello “re Mida” del nostro cinema, quello che ha toccato, da Mazzacurati a Luchetti, dall’esordio di Garrone a Cesare deve morire dei fratelli Taviani. E infine, oltre che un “personaggio” - non sempre facile -, una persona vera, che ci inchioda spesso alle nostre responsabilità civili e culturali, e ci obbliga a riflettere. (Da sito Marsilio)
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Bandirali Luca, Terrone Enrico
Nell’occhio, nel cielo: teoria e storia del cinema di fantascienza
Torino: Lindau, 2008
Da “Il viaggio nella Luna” di Georges Méliès ai mondi lontanissimi di George Lucas, dalle architetture avveniristiche di Fritz Lang ai replicanti di Ridley Scott, dai mostri invasori degli anni ’50 ai benevoli visitatori spielberghiani, dalle visioni allucinatorie di Kubrick e Tarkovskij alle illusioni di “Matrix”, il cinema di fantascienza ha dato vita alle più spettacolari allegorie del XX secolo, influenzando in misura decisiva l’immaginario contemporaneo. Di tale centralità rende ragione questo saggio, che si candida a essere un testo definitivo sul genere. Non soltanto, infatti, elabora una mappa dettagliata del «territorio» (attraverso una filmografia che supera gli 800 titoli), ma propone una nuova definizione del film fantascientifico e ne indaga con perspicacia e rigore le strutture profonde. (Da sito Lindau)
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Parigi Stefania
Neorealismo: il nuovo cinema del dopoguerra
Venezia: Marsilio, 2014
Il neorealismo attraversa la storia del cinema e della cultura italiana come una sorta di fantasma. Viene continuamente evocato sia da chi ne vuole distruggere la mitologia sia da chi cerca di recuperarlo e riattivarlo nelle dinamiche della contemporaneità. A quasi settant'anni dal suo insorgere, confrontarsi con questo sfuggente e ingombrante fenomeno significa scavare nelle pieghe più riposte del nostro passato, fare i conti con la nostra identità cinematografica. E, al contempo, interrogarsi sull'aspetto monstruosus - anche nel senso di prodigioso - di un evento dalle mille facce e risonanze. Il neorealismo è l'espressione di un periodo storico, delle sue rovine, dei suoi traumi, dei suoi desideri; è la manifestazione, ibrida e contraddittoria, di una nuova estetica; è un formidabile meccanismo generatore di immagini capaci di resistenza al tempo e passibili, insieme, di continue sopravvivenze. Mescolando varie prospettive e metodologie di ricerca, questo libro analizza le vedute e le visioni neorealiste come campi di tensioni, forze dinamiche che operano in molteplici direzioni: iconografiche, concettuali, tematiche, stilistiche, narrative, discorsive, produttive, ricettive. Le immagini del neorealismo sono contemporaneamente quelle impresse nei film del dopoguerra, quelle costruite dai discorsi dei critici e dei teorici, quelle che sono rimaste nella memoria collettiva e che tornano, con la loro aura di inattualità, a incidere su molte esperienze - disperse nello spazio e nel tempo - di riconquista cinematografica di un'identità antropologica ed estetica. Nel momento in cui, da più parti, si decreta la fine del postmoderno e si ricomincia a parlare di New Realism, in sede letteraria come in sede filosofica, misurarsi con il vecchio spettro del neorealismo cinematografico comporta anche, necessariamente, porsi delle domande sul concetto usurato e mobile di realismo: sulla natura dell'immagine e del suo rapporto con il mondo sensibile. (Da sito Marsilio)
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Moller Olaf, Spagnoletti Giovanni (a cura di)
Oltre il muro: il cinema tedesco contemporaneo
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2008
Sospesi tra l’elaborazione di un passato doloroso e un futuro ancora tutto da scrivere (e girare), i nuovi cineasti tedeschi del Terzo millennio hanno saputo conquistarsi l’attenzione del pubblico e della critica internazionale come non succedeva dai tempi di Wenders, Herzog o Fassbinder. Lo dimostrano il Premio Oscar a “Le vite degli altri ”(Das Leben der Anderen) e il crescente numero di titoli selezionati dai grandi festival internazionali. (Da sito Marsilio)
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Bernardi Sandro
Il paesaggio nel cinema italiano
Venezia: Marsilio, 2002
Che rapporto c’è nel cinema tra paesaggio e racconto, tra paesaggio e personaggi, tra paesaggio e sguardo? Che cosa significa guardare un paesaggio? Spesso il cinema classico sceglie o inventa i suoi spazi a uso e consumo delle storie che narra, magari mettendo assieme frammenti di luoghi lontani fra loro. Ma quale ruolo aveva avuto prima il paesaggio? E nel cinema moderno che cosa accade? Diventa sempre più difficile raccontare alla vecchia maniera. L’azione si allenta, i tempi si allungano, il paesaggio sembra assumere il peso di un nuovo personaggio. Lo spazio non obbedisce più alla storia, sembra volere una sua autonomia a tutti i costi. La prima parte di questo libro descrive la funzione trasgressiva che il paesaggio ha spesso avuto nel cinema, e in particolare in quello italiano, tanto da farne una delle esperienze più interessanti del Novecento. Non si tratta solo di estetica, ma anche di etica, perché imparare a guardare è una tappa importante nella conoscenza di noi stessi, del nostro mondo e dei nostri limiti. Lo studio di alcuni film di Antonioni, nella seconda parte del volume, tende a mettere in luce questa duplice valenza del paesaggio. (Da sito Marsilio)
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Parigi Stefania
Paisa': analisi del film
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2005
Un’analisi testuale di Paisà affidata a sei autori diversi. La natura polifonica del libro riproduce quella del film, nel tentativo di cogliere, attraverso una pluralità di sguardi, uniti da un patto metodologico ma liberi nell’interpretazione, le strategie formali che sono alla base del realismo di Rossellini. Pur essendo considerato un film simbolo della Resistenza, della rinascita della società e del cinema italiano del dopoguerra, Paisà è stato più celebrato che studiato, più nominato che analizzato. Questo libro, ideato da Lino Micciché, si propone di colmare una lacuna e di offrire un valido strumento didattico alle nuove generazioni. (Da sito Marsilio)
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Fantoni Minnella Maurizio
Paradise now! Sulle barricate con la macchina da presa: cinema e rivoluzione negli anni sessanta e settanta
(Saggi. Cinema)
Venezia: Marsilio, 2010
Il presente volume intende fornire un contributo originale nell'interpretazione degli avvenimenti del Sessantotto e dei successivi anni settanta puntando l'attenzione sul linguaggio cinematografico, che nel corso del xx secolo si è rivelato il più flessibile e universale, e pertanto efficace a esprimere, attraverso la finzione o il documentario, la complessa dimensione della realtà, politica e sociale. Accanto a un'introduzione ai fatti storico-politici, l'autore presenta un'ampia analisi critica delle opere cinematografiche di quel periodo e delle loro implicazioni estetico formali e politiche, con un capitolo interamente dedicato all'attuale rivisitazione del Sessantotto e degli anni settanta, dall'Europa all'America Latina. (Da sito Marsilio)
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Comand Mariapia
I personaggi dei film
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2012
Questo libro parla di emozioni, sentimenti, fantasie nascoste, di desideri, bisogni e illusioni, di pensieri manifesti e intenzioni segrete, di attese, di energia sprigionata o trattenuta, di dilemmi, congetture e conflitti, di gesti e silenzi eloquenti, di inviti, seduzioni e imperativi, di movimenti, slanci e arresti, di viaggi, scambi e paradossi e dei legami tra le cose: questo libro parla dei personaggi dei film. (Da sito Marsilio)
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Jandelli Cristina
I protagonisti: la recitazione nel film contemporaneo
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2013
Come recitano i protagonisti del cinema contemporaneo, quali figure incarnano attori e divi incaricati di rappresentare la crisi del personaggio di finzione nel complesso scenario attuale? Mentre la tecnologia digitale riconfigura fisionomie e prestazioni, indagare il contributo degli interpreti appare particolarmente necessario. La riflessione complessiva muove dall'analisi della recitazione dei protagonisti di una ventina di film recenti europei e americani. Il loro stile di recitazione emerge dalla lettura di singole interpretazioni che inevitabilmente rimandano ad altre, intrecciando percorsi in grado di evidenziare il valore artistico del lavoro attoriale per lo più occultato dalle storie del cinema, dal sistema produttivo e dai circuiti della comunicazione. Osservare la recitazione dei protagonisti aiuta a comprendere l'indispensabile funzione dell'attore nel film di finzione: valutandone l'espressività ed esplorandone il corpo, luogo di tutte le tensioni che attraversano il suo statuto nella contemporaneità, emerge la performance. Volti, gesti, espressioni e voci danno vita a personaggi sempre più dissociati e multiformi, inevitabilmente legati alla condizione esistenziale delle donne e degli uomini del nostro tempo. (Da sito Marsilio)
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Muscio Giuliana, Spagnoletti Giovanni (a cura di )
Quei bravi ragazzi: il cinema italoamericano contemporaneo
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2007
Registi come Michael Cimino, Francis e Sofia Coppola, Abel Ferrara, Brian De Palma, Martin Scorsese, Quentin Tarantino; attori o Dir-Actors come Robert De Niro, Al Pacino, Leonardo DiCaprio, Nicolas Cage, Steve Buscemi, John Travolta, Sylvester Stallone, Stanley e Michael Tucci, Susan Sarandon, John Turturro, Christina Ricci, Vincent Gallo, Marisa Tomei, Annabella Sciorra, Joe Pesci, Ben Gazzara, Vincent Spano, Danny Aiello, Paul e Mira Sorvino, Gary Sinise, Danny DeVito, Chazz Palminteri e tanti altri, affollano da trent’anni e più gli schermi dentro (e fuori) Hollywood. Senza di loro lo show business Usa sarebbe quasi inimmaginabile. Questo libro vuole documentare soprattutto l’ultima generazione di una straordinaria fioritura di talenti. Il cinema italoamericano di oggi, in cui emergono anche figure di cineaste come Nancy Savoca o Marylou Tibaldo-Bongiorno, mostra pochissimi padrini, ma molte famiglie e coppie alle prese con ruoli e valori entrati in crisi ovunque. Nel giro di un secolo la comunità italoamericana è passata dal gradino più basso della scala sociale alla stanza dei bottoni. E avendo raggiunto un ottimo grado di legittimazione sociale, non ha più bisogno di confermare un’assodata americanità, ma può rivendicare anche le proprie origini, non più motivo di vergogna, al contrario, vanto e glamour identitario. (Da sito Marsilio)
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Dagrada Elena
La rappresentazione dello sguardo nel cinema delle origini in Europa: nascita della soggettiva
(Serie umanistica. Cinema)
Bologna: Clueb, 1998
Come nasce la soggettiva? Come si codificano quelle forme dell’immagine cinematografica che lo spettatore odierno interpreta come la rappresentazione dello sguardo di un personaggio? Da dove viene l’immagine del mascherino circolare che ancora oggi ricorre abitualmente per rappresentare il cannocchiale attraverso cui un personaggio ne osserva altri, magari di nascosto? Questa ricerca, svolta per un dottorato in Discipline dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Bologna, risponde a tali domande iscrivendosi nell’ambito di una storia delle forme del linguaggio cinematografico. Anzitutto, rintracciando i film appartenenti alla prima età di vita del cinema, comunemente detta cinema delle origini, dove compaiono per la prima volta immagini che rappresentano ciò che vede un personaggio intento a guardare attraverso il buco della serratura. Ma soprattutto sforzandosi di osservare tali immagini accantonando il punto di vista di noi spettatori odierni, per assumere il punto di vista dello spettatore a cui erano destinate. Tre sono le ipotesi che hanno guidato la ricerca. La prima è che la forma di rappresentazione dello sguardo inaugurata qui non viene dal nulla, bensì deriva da pratiche iconografiche e spettacolari che precedono la nascita del cinema e che nel cinema confluiscono in forma di artificio ottico esibito come spettacolo. Esaminati alla luce del loro contesto, i film dove compare la forma che darà vita alla soggettiva non appaiono dominati dall’urgenza di costruire la sintassi narrativa solida e lineare del linguaggio cinematografico che oggi conosciamo, bensì dalla meraviglia di mostrare allo spettatore del loro tempo vedute ingrandite e in movimento, meccanicamente riprodotte. Risultano dominati dall’urgenza di testimoniare l’avvenuta modifica degli abituali rapporti percettivi tra l’uomo e l’universo circostante, messa a punto in secoli di progresso tecnologico e di sperimentazione ottico-scientifica che trova nell’avvento del cinema il definitivo consolidamento. La seconda ipotesi è che quella stessa forma di rappresentazione dello sguardo va però da qualche parte, in direzione cioè della messa a punto di una modalità di montaggio necessaria per raccordare tra loro le inquadrature attraverso lo sguardo dei personaggi. E questa modalità di montaggio, al pari di altre legate all’articolazione dello spazio e del tempo, è d’importanza decisiva sia per la messa a punto della soggettiva e delle figure dello sguardo, sia per la successiva evoluzione del linguaggio cinematografico in direzione lineare. Infine, la terza ipotesi riguarda il fatto che, nonostante il nome che assumerà nel tempo, la struttura destinata a dar vita alla soggettiva è inizialmente estranea all’espressione della soggettività. Quest’ultima, infatti, nel cinema delle origini è appannaggio di immagini mentali, oniriche o fantastiche, legate all’eredità di una concezione prefreudiana dei fenomeni cerebrali dove onirismo e visualizzazione del pensiero assumono spesso una valenza magica, divinatoria o premonitrice. Dall’articolazione di queste ipotesi emerge un viaggio nell’archeologia della visione, dove la soggettiva nasce come il prolungamento dell’esperienza percettiva dello spettatore del suo tempo. Un’esperienza modellata sulla tradizione figurativa delle arti popolari, che solo in seguito, sotto l’influenza dei modelli letterari della cultura alta, evolve verso la forma a noi familiare dove sutura, centramento e identificazione secondaria fanno della soggettiva una delle figure più affascinanti di quel linguaggio cinematografico che racconta storie usando lo sguardo dei personaggi. (Da sito Clueb)
Vedi indiceINDICE Introduzione.
PARTE PRIMA I. ARCHEOLOGIA DI UNA FIGURA 1.
Cinema delle origini, origine dello spettatore. (Lo spettatore del mondo. / Le trasformazioni del visibile.) 2. Il posto dello sguardo. II. FRONTIERE DEL VISIBILE 1. Il cerchio e la serratura, o della facolta’ dello sguardo. (La lente della nonna. / Storia delle forme e storiografia del cinema.) 2. Indizi per un paradigma. (Autonomia. / Visuale. / Movimento. / Mascherino. / Alternanza. / Gestualità. / Punizione) 3. Al di qua del cerchio, al di la’ della serratura.
III. VERSO LA LINEARIZZAZIONE 1. Sguardo e racconto. 2. Paratassi e ipotassi. (Commistioni isomorfe. / Commistioni polimorfe.) 3. Linearizzazione e buon raccordo (Il raccordo e lo sguardo. / Dall’ingrandimento al dettaglio. / Alternanza e sutura. / La visuale parziale. / Leggere e scrivere. / Lo spettatore diegetico.) 4. A occhio nudo.
IV. LO SGUARDO INTERIORE 1. Le forme della visione (Le magie dell’occhio prima del cinematografo. / Il cerchio e il fuoco. / Figure del sogno. / Attrazioni e apparizioni.) 2. Dalla magia all’introspezione.
SECONDA PARTE – Avvertenza. – Schede filmografiche. – Bibliografia.
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Spagnoletti Giovanni (a cura di)
Il reale allo specchio: il documentario italiano contemporaneo
(Saggi. Nuovocinema)
Venezia: Marsilio, 2012
Dall’inizio degli anni zero del nuovo millennio, il cinema documentario italiano, e più specificamente quello di creazione, sta vivendo uno straordinario momento di (ri)nascita, diventando così uno dei fattori privilegiati di rinnovamento estetico-culturale del cinema tout court nel nostro paese. Attraverso saggi e interviste, il presente volume vuole documentare questo fenomeno, analizzando a tutto campo il mondo del documentario italiano con analisi particolareggiate del sistema e dei problemi non piccoli della produzione, degli sbocchi distributivi tra festival e canali televisivi, dei “cervelli in fuga” all’estero, oltre al complesso rapporto teorico tra fiction e non fiction, tra cinema del “reale” e quello di “invenzione”. Senza tralasciare al tempo stesso l’approfondimento sugli stili, sull’elaborazione artistica dalla forma documentaria e degli stessi contenuti dove spesso si è privilegiato (ma non solo) un’accurata e tagliente ricognizione dei fenomeni trasformativi della società italiana in tutti i campi. A completare il volume un’ampia biofilmografia degli autori di cinema di non fiction. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
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Nicosia Aldo
Il romanzo arabo al cinema: microcosmi egiziani e palestinesi
Roma: Carocci, 2014
Che apporto ha dato il romanzo arabo al cinema mediorientale? Quattro best-sellers, scritti dagli anni Sessanta fino all’inizio del ventunesimo secolo, in Egitto e Palestina, hanno dominato la scena culturale dell’intero mondo arabo anche grazie ai loro adattamenti cinematografici. A Uomini sotto il sole, di Kanafani, è ispirato uno dei più forti film di denuncia della tragedia palestinese, che arricchisce il testo fonte di nuovi sensi e valenze. Miramar, del premio Nobel Mahfuz, e L’airone, di Aslan, propongono narrative polifoniche e microcosmi nazionali perdendo sul grande schermo funzioni simboliche e carica sovversiva; nel contempo indicano i percorsi ideologici dell’Egitto del post-1967 e i valori estetici del neorealismo degli anni Novanta. Infine, il microcosmo di Palazzo Yacoubian, di al-Aswani, offre preziosa materia per l’omonimo film, ma deve comunque subire l’influenza delle congiunture socio-politiche dell’Egitto contemporaneo e delle (auto)censure su temi scottanti come omosessualità, terrorismo e corruzione politica. (Da sito Carocci)
Vedi indiceAvvertenze
Premessa
1. Dalla letteratura al cinema
Parola vs immagine?/La sceneggiatura/Perché l’adattamento?/Tipologie di adattamento: dalla fedeltà alla libertà/Categorie narratologiche/Il linguaggio cinematografico/Microcosmi arabi: dalla nakba alla Guerra del Golfo (1948-1991)
2. Miramar
Sinossi del romanzo/Dal romanzo al film/I personaggi/Spazio-tempo dal romanzo al film/Finali a confronto/I finali di al-Bab al-maftum e Anaurra
3. al-Mahdu’un
3.1. Sinossi del romanzo Rigal fiil-sams/La gurba nel romanzo/Abu Qays e Salim: dal vecchio al moderno/Gioventù in esilio: As‘ad e Marwan/Abu Hayzaran/I finali a confronto/Reazioni della critica
4. al-Kitkat
Sinossi del romanzo Malik al hazin/Spazio-tempo nel romanzo/Struttura e stile del romanzo/Yusuf e l’alienazione dell’intellettuale/Sinossi di al-Kitkat/Šayh Husni e Yusuf, l’alternanza del protagonismo/Spazio-tempo nel film/Dialoghi e monologhi/Effetti musicali
5. ‘Imarat Ya qubiyan
Sinossi del romanzo/Il caso letterario/Stile e struttura del romanzo/I personaggi/Spazio-tempo nel romanzo/Spazio-tempo nel film/L’assenza del “Gran Capo/Altre strategie di adattamento/Il plot omosessuale tra romanzo e film/Reazioni della critica
Appendici
A. Cinema e letteratura in Egitto
B. Il cinema egiziano del periodo nasseriano
C. La questione palestinese nel cinema arabo
D. L’infitah nel cinema egiziano
E. L’intellettuale nel cinema egiziano
F. L’omosessualità nel cinema egiziano
G. L’integralismo e il potere nel cinema egiziano
H. Note biografiche di scrittori e registi
Bibliografia
136
Brunetta Gian Piero
Il ruggito del Leone: Hollywood alla conquista dell'impero dei sogni nell'Italia di Mussolini
Venezia: Marsilio, 2013
Grazie al cinema, dall'indomani della prima guerra mondiale si compie il prodigio di trasformare il popolo americano - sconosciuto, selvaggio e stravagante - non nell'invasore barbarico, ma nel prossimo tuo da accogliere e amare come ?te stesso. E di creare una dipendenza diffusa dal Sogno Americano. Il libro esplora, insieme, le strategie pubblicitarie e le reazioni individuali e collettive alla Marcia su Roma delle Majors hollywoodiane dai primi anni venti. In generale viene descritta la parabola delle tecniche di advertising con cui Hollywood ha puntato a impadronirsi dei gangli emotivi e desideranti dello spettatore universale. Nello specifico si stabilisce un contatto ravvicinato con le strategie adottate in Italia e con lo spettatore italiano tra il 1922 e il 1938, dalle Majors e, in particolare, dalla Metro Goldwyn Mayer. Il ruggito del Leone ci fa rivivere le percezioni di mondi possibili per lo spettatore italiano tra le due guerre, in cui accanto ai profumi delle divinità hollywoodiane era possibile respirare anche i profumi della libertà. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
137
Faccioli Alessandro
Schermi di regime: cinema italiano degli anni trenta: la produzione e i generi
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2010
Un'analisi per generi della produzione cinematografica italiana degli anni trenta, aggiornata alle più recenti ricognizioni teoriche. L'obiettivo è rompere la griglia ideologica e critica tradizionale entro la quale il cinema fascista è stato costretto in passato, per mettere a fuoco indirizzi estetici e narrativi, tendenze culturali e l'intensa sperimentazione di forme e pratiche provenienti da mezzi di comunicazione differenti: dal teatro di prosa e di rivista all'avanspettacolo, dalla radio ai rotocalchi e ai periodici illustrati. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
138
Zinni Maurizio
Schermi radioattivi: l' America, Hollywood e l' incubo nucleare da Hiroshima alla crisi di Cuba
Venezia: Marsilio, 2013
L'incubo nucleare ha funestato l'immaginario collettivo mondiale fin dalle prime notizie sulla distruzione della città giapponese di Hiroshima. Il 6 agosto 1945 si chiudeva una stagione luttuosa per il genere umano, ma il futuro di pace che si voleva costruire sorgeva all'ombra di una minaccia potenzialmente definitiva per le sorti del pianeta. Gli Stati Uniti vennero chiamati a confrontarsi direttamente con le profonde implicazioni dell'energia atomica e dei suoi possibili impieghi. Fu la politica stessa e furono gli uomini che per primi ebbero il compito di decidere dell'utilizzo di questa forza misteriosa e onnipotente a impostare un discorso ufficiale sulla nuova scoperta che ne dava un ritratto allo stesso tempo mitico e scientifico, in grado di proiettare la curiosità della società americana su orizzonti indefiniti, abitati da poche certezze e da molte fantasie, spesso cariche di dubbi e ansie. Negli anni più caldi della guerra fredda Hollywood, fabbrica di sogni e di inquietudini, si fece specchio dell'atteggiamento contrastante dell'opinione pubblica rispetto alla questione nucleare attraverso una serie di opere di genere poliziesco, noir, horror e fantascientifico che diedero consistenza cinematografica alle paure e alle speranze di una popolazione al tempo stesso affascinata e spaventata dall'atomo. Una narrazione pubblica che fondeva, fino a renderli indistinguibili, timori ancestrali e utopie futuribili, moniti millenaristici e promesse tecnologiche, fede e ragione, Dio e uomo. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
139
Albano Lucilla
Lo schermo dei sogni: chiavi psicoanalitiche
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2004
Tra cinema e psicoanalisi esiste un rapporto articolato e profondo e nei film,
forse più che in altre opere d’arte, tale legame risulta spesso fondamentale per una migliore comprensione del testo. In questo libro, vero e proprio breve compendio metodologico, a un’introduzione teorica sulle implicazioni tra psicoanalisi e cinema, segue una serie di chiavi interpretative di film scelti come esempi emblematici, da Nick’s Movie a L’anno scorso a Marienbad, da Sentieri selvaggi a L’ultimo dei Moicani, da Io ti salverò a Strategia del ragno. Emergono così, insieme a una figuratività stilistica molto vicina al linguaggio dell’inconscio, alcuni meccanismi preminenti nel rapporto tra schermo e spettatore: l’immaginario e l’onirismo, l’identificazione speculare e l’erotismo… (Da sito Marsilio)
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140
Tinazzi Giorgio
La scrittura e lo sguardo: cinema e letteratura
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2010
Scrivere di cinema e letteratura significa, di solito, occuparsi di storie prese a
prestito, rielaborate o fatte proprie. Vuol dire però indagare anche altri temi: il lavoro di sceneggiatura, le influenze reciproche, le ambientazioni di tanti libri, le diverse forme di racconto, gli incroci di mestieri, le strategie di mercato. Questo libro, presentato in una nuova edizione aggiornata e ampliata, fornisce elementi di conoscenza e interpretazione del complesso rapporto tra i due linguaggi. (Da sito Marsilio)
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141
Albano Lucilla
Il secolo della regia
Venezia: Marsilio, 2004
Nel tracciare una storia della regia a partire dalla nascita del cinema fino alle esperienze di questi ultimi anni, l’autrice si sofferma soprattutto su tre grandi momenti in Italia, negli Stati Uniti e in Francia: le origini della regia, la regia nel cinema industriale e commerciale di Hollywood e infine il cinema d’autore come si è venuto configurando tra gli anni cinquanta e sessanta. Si è così cercato di mettere in rilievo le novità e la problematicità della figura del regista e della nozione di autore in un’arte collettiva e industriale com’è il cinema. (Da sito Marsilio)
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142
Piredda Maria Francesca
Sguardi sull’altrove: cinema missionario e antropologia visuale
Bologna: Archetipolibri, 2012
La produzione cinematografica degli Istituti missionari italiani rappresenta un tema ancora scarsamente esplorato sia dalla storia del cinema sia dall’antropologia visuale. È innegabile, infatti, come parlare di missioni significhi parlare dell’incontro tra culture differenti e come l’occhio della macchina da presa, ponendosi al servizio dei missionari sin dal primo decennio del XX secolo, ne abbia tradotto in immagini i sentimenti verso l’Altrove. Alla luce di un dibattito piuttosto controverso rispetto alle caratteristiche e agli oggetti di studio dell’antropologia visuale, il volume intende rispondere e verificare come e perché il cinema missionario possa dirsi “etnografico” e quale contributo possa fornire all’antropologia e alla storia del cinema. Attraverso studi di casi particolarmente significativi, l’attenzione si sofferma sull’analisi degli oggetti della rappresentazione, sulle modalità di costruzione del racconto (sia nel film di finzione sia nel documentario) e sui valori veicolati attraverso le immagini in movimento. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
143
Campari Roberto
Sogni in celluloide
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2008
L’analogia tra cinema e sogno, non inteso in senso proprio quanto piuttosto interpretato come fantasticheria, come sogno ad occhi aperti, è qualcosa
che viene riconosciuto da subito: lo spettatore è un sognatore cosciente; e il
film ha una sua materialità, che lo rende un sogno condiviso. Si tratta, come
osserva Pasolini, di «fisicità onirica». (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
144
Teti Marco
Lo specchio dell'anime: l'animazione giapponese di serie e il suo spettatore
Bologna: Clueb, 2009
Il disegno animato di serie prodotto nell’arcipelago giapponese ha conquistato negli ultimi decenni un ruolo di assoluta centralità nel campo della cultura di massa. All’origine del fenomeno si collocano fattori di ordine diverso. Uno dei più importanti di essi, del quale ci si occupa in maniera approfondita nel presente volume, è rappresentato dalla creazione, da parte dei realizzatori degli anime (neologismo coniato in Giappone, ottenuto contraendo il termine inglese animation, per indicare le opere animate nipponiche), di un linguaggio diretto e immediato in grado di fare presa su di un pubblico costituito in prevalenza da bambini e adolescenti. Il saggio prende inoltre in esame la poetica, l’impianto strutturale e il progetto estetico che emergono dalle serie animate giapponesi. Alla base del successo registrato dalle suddette serie anche al di fuori dei propri confini nazionali va posta la capacità di suscitare l’interesse degli spettatori attraverso i temi trattati, gli espedienti narrativi usati e le strategie enunciative elaborate. L’anime trasfigura in forma simbolica le principali esperienze vissute dai ragazzi. Come uno specchio, esso riflette le paure più intime e le istanze psicologiche più profonde dei giovani, ai quali si rivolge. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
145
Casetti Francesco, Mosconi Elena (a cura di)
Spettatori italiani: riti e ambienti del consumo cinematografico (1900-1950)
(Cinema/Tecnologia)
Roma: Carocci, 2006
Gli spazi in cui il cinema viene fruito sono “dispositivi” che predispongono e contribuiscono a definire l’esperienza dello spettatore. Dal punto di vista storico è possibile cogliere in essi le fasi e le modalità del processo di stabilizzazione del cinema e parallelamente le dinamiche attraverso cui si declina la ritualità del consumo cinematografico in un confronto costante con le altre forme di spettacolo presenti nella società italiana. Il libro affronta diversi studi di caso – dalla presenza del cinema nei teatri politeama alla lunga commistione con il varietà, dall’incontro con un pubblico rurale alla costruzione delle grandi sale cinematografiche tra le due guerre, fino al consumo in spazi aperti – mostrando come nel periodo di formazione di un pubblico, e fino alla stagione della sua massima popolarità, il cinema “agisca” sugli spettatori anche attraverso gli spazi e i modi in cui si dà a vedere. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa, di Michele Canosa, Giulia Carluccio, Federica Villa
Discorsi, precetti, documenti. Nota delle curatrici, di Giulia Carluccio, Federica Villa
Parte prima: Saggi e contributi
L’occhio e il cervello dell’esercito. Tecnologia bellica e tecnologia cinematografica nelle riviste degli anni Dieci, di Giaime Alonge
Cinema/fotografia: il dibattito sulla tecnologia nelle riviste fotografiche italiane del primo Novecento, di Franco Prono
Parte seconda. Testi e documenti.
Lo spoglio delle riviste del cinema muto italiano: il corpus e i primi risultati, di Silvio Alovisio
Teatri di posa, a cura di Melita Mandalà
Regia, a cura di Melita Mandalà
Scenografia, trucco, costumistica, a cura di Melita Mandalà
Pellicola, a cura di Marco Grifo
Ripresa, a cura di Valentina Rossetto
Operatori e illuminotecnica, a cura di Melita Mandalà
Dal film colorato al cinema a colori, a cura di Marco Grifo
Accompagnamento musicale, a cura di Azzurra Camoglio
Sincronizzazione e registrazione del suono, a cura di Azzurra Camoglio
Proiezione, a cura di Valentina Rossetto
Percorsi bibliografici, a cura di Azzurra Camoglio, Marco Grifo, Melita Mandalà, Valentina Rossetto, con la collaborazione di Franco Prono
146
Buccheri Vincenzo
Lo stile cinematografico
Roma: Carocci, 2010
Lo stile è un concetto passe-partout che interseca vari campi dell’attività umana: storia dell’arte, critica letteraria, sociologia, antropologia, persino sport e moda. Ma l’idea di stile è tutt’altro che univoca: se nell’antichità e nel Medioevo se ne parlava in termini di ornatus, è solo a partire dal Settecento che lo si concepisce come il segno di quella profonda consonanza fra lingua e pensiero che costituisce la firma di un autore. Con il trionfo del concetto novecentesco di "stile visuale", si fa strada invece l’idea di un orizzonte percettivo definito dai mass media, e in particolare dal cinema, sul quale si stagliano soluzioni autoriali capaci di esprimere molto più che la personalità di un regista. L’autore ricostruisce e reinterpreta il dibattito attraverso un doppio itinerario, teorico e analitico, che comprende un’originale proposta metodologica: l’ipotesi di una socio-stilistica del cinema, in cui le forme appaiono come sintomi rivelatori di tensioni culturali e insieme come profondi schemi conoscitivi. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione di Francesco Casetti
1. Il punto sullo stile cinematografico
Il concetto di stile/Lo stile nella teoria del cinema
2. Prospettive di studio
Perché lo stile cinematografico/Definizioni/Un approccio sistemico/Un approccio integrato/Un approccio sintomatologico
3. Sul classico
Il classico in teoria/Un classico italiano?/Classico e noir/Il classico oggi: neoclassico, postclassico
4. Segni e stili del moderno
Moderno, moderni/Moderno, stile, recitazione: l’attore della Nouvelle Vague/Cinema Italiano Moderno?/Tra moderno e postmoderno
5. Quattro stili
Tipologia degli stili: una proposta/Classicismo/modernismo/Realismo/simbolismo/
Di un dialogo di Giulia Carluccio
Note
Bibliografia
Filmografia
147
Valentini Paola
Il suono nel cinema
Venezia: Marsilio, 2006
L’universo dei suoni del film - non solo per quanto riguarda le musiche ma anche per la ricchezza dei rumori e la forza della voce - costituisce un imprescindibile aspetto del fare cinema e della sua storia. L’autrice individua, ripercorrendo lo sviluppo delle tecniche e le grandi trasformazioni del linguaggio cinematografico, alcuni fattori fondamentali per l’interpretazione dei film in una carrellata di suoni e voci, versioni multiple e doppiaggio, riproduzioni meccaniche ed effetti speciali, dal cinema muto al digitale. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
148
Bernardi Sandro (a cura di)
Svolte tecnologiche nel cinema italiano: sonoro e colore: una felice relazione fra tecnica ed estetica
(Cinema/ Tecnologia)
Roma: Carocci, 2006
grandi mutamenti tecnologici comportano sempre cambiamenti culturali di analoga entità. L'introduzione del colore e quella del sonoro nel cinema italiano (e nel cinema in generale) rappresentano due punti d'incontro di massimo rilievo fra tecnica ed estetica, due banchi di prova per una riflessione non solo sul cinema, ma anche sulla storia della cultura, del consumo e della produzione d'immagini. Qui inoltre, in maniera specialissima, è possibile individuare il rapporto fra divertimento e cultura, fra spettacolo ed espressione, dove quest'ultima appare non come ricerca stilistica individuale, ma piuttosto come patrimonio della cultura popolare e dell'industria dello spettacolo. Scopo del libro è quindi non solo ricostruire queste due svolte tecnologiche in Italia, con le varie strumentazioni impiegate, i brevetti italiani e i loro tentativi di applicazione, o la lotta contro le colonizzazioni commerciali straniere, ma anche identificare, a partire da una ricerca storico-tecnologica, i modi e le forme di attuazione di una retorica del colore e del sonoro. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione. Il colore e il sonoro, tecnica ed estetica, di Sandro Bernardi
Parte prima. Il sonoro Inventare il suono in Italia, di Riccardo Redi
L'ambiente sonoro del film italiano degli anni Trenta. Tecnologia cinematografica e contaminazione del paesaggio mediale, di Paola Valentini
Tecnologie, tecniche, testi. Problematiche teoriche e metodologiche di restauro del film sonoro italiano dei primi anni Trenta, di Simone Venturini
Tecnologia cinematografica e brevetti. Appunti per un'analisi critica, di Alberto Friedemann
Parte seconda. Il colore. Dalle invenzioni ai film. Il cinema italiano alla prova del colore (1930-50), di Federico Pierotti
Il colore nel cinema di animazione italiano. Estetica e tecnica , di Orsola Silvestrini
Uno studio in rosso. Il colore nel melodramma e nel peplum del cinema italiano degli anni Cinquanta, di Costantino Maiani
Appendice I. Brevetti italiani di cinematografia sonora concessi dal 1930 al 1945, a cura di Alberto Friedemann
Appendice II. Brevetti italiani di cinematografia a colori concessi dal 1930 al 1945, a cura di Federico Pierotti
149
Casetti Francesco, Fanchi Mariagrazia (a cura di)
Terre incognite: lo spettatore italiano e le nuove forme dell'esperienza di visione del film
(Cinema/Tecnologia)
Roma: Carocci, 2006
Multiplex, home video, peer to peer, ma anche drive-in, flash-mob: il panorama delle situazioni che fanno da cornice all'incontro fra spettatore e film sta rapidamente cambiando, e con esso le forme dell'esperienza di visione cinematografica e il modo di pensare il cinema. Terre incognite è il resoconto di un viaggio attraverso gli apparati e i luoghi della fruizione di film oggi; ed è anche la cronaca del pedinamento del neospettatore di cinema, nel tentativo di ricostruirne le abitudini, i comportamenti e le azioni. Sullo sfondo si delineano il venir meno dei tradizionali modelli di visione e l'emergere di nuovi canoni che prevedono un'interazione più libera e spregiudicata con il testo filmico e con i quali lo spettatore scende (non senza fatica e difficoltà) a patti. Un quadro complesso che i saggi qui raccolti contribuiscono a illuminare nelle sue varie sfaccettature, mettendone in ril-ievo le ambiguità e i rischi ma anche le numerose e imprevedibili potenzialità per il cinema e per il pubblico. (Da sito Carocci)
Vedi indiceRingraziamenti
1. Novi territori. Multiplex, Home Theater, canali tematici, peer to peer e la trasformazione dell'esperienza di visione cinematografica / di Francesco Casetti
2. Tassonomia. Forme e valenze del cinema multiplex in Italia / di Sara Testori
3. Visioni binarie. La digitalizzazione delle sale in Italia / di Georgia Conte
4. Sogni e popcorn. Dal leisure entertainment center ai parchi tematici / di Valeria Mantegazza
5. L'IMAX. Virtual (cinema) experience / di Anna Maria Pasetti e Stefano Radice
6. Altri percorsi. I cityplex, i circuiti cittadini e i cinema monoschermo / di Georgia Conte
7. Drive-in Italia. Abitacoli di consumo cinematografico / di Adriano D'Aloia
8. Homecoming. Le tecnologie domestiche della visione / di Federica Francesca Riva
9. Cine-tecnofilia. Collezionismo e altre passioni del neospettatore di cinema / di Erica Cairati
10. Non entrate in quel film. Lo spettatore del cinema nella TV digitale / di Andrea Bellavita
11. Personal home cinema. La rete, lo spettatore e il crogiuolo digitale / di Nicole Rigamonti
12. Il cinema mobile / di Emiliana De Blasio
13. Metamorfosi, divinazioni e presagi. Un percorso attraverso le forme emergenti della visione filmica / di Mariagrazia Fanchi
14. Materiali / di Nicole Rigamonti
Bibliografia
Gli autori
150
Pavesi Maria
La traduzione filmica: aspetti del parlato doppio dall'inglese all'italiano
Roma: Carocci, 2006
La traduzione filmica ha di recente attratto l’interesse di studiosi e professionisti non solo per la sua presenza pervasiva nel mondo della comunicazione di massa, ma anche per la peculiarità dei tratti che la contraddistinguono come attività polisemiotica dal forte impatto sociolinguistico. Partendo da una rassegna dei concetti e dei temi fondamentali della traduzione per il doppiaggio, il volume si concentra sulle caratteristiche del parlato filmico tradotto, con particolare riferimento ad alcuni costrutti che hanno in comune un ordine delle parole diverso rispetto a quello canonico per l’italiano e che nel discorso svolgono varie funzioni sia a livello informativo, sia a livello interazionale. Analizzando un corpus di film recenti, il lavoro valuta l’aderenza del parlato filmico tradotto all’italiano e all’inglese dei copioni originali. Tale valutazione mira anche a identificare norme traduttive che emergono dall’interazione delle lingue coinvolte e dalla specificità del mezzo, insieme a processi e stilemi ripetuti nel doppiaggio contemporaneo.
Vedi indiceIntroduzione
1. La traduzione filmica: aspetti e problemi/1.1. Perché studiare la traduzione filmica/1.2. La traduzione filmica: traduzione totale o traduzione vincolata? /1.3. Il sincronismo/1.4. Il rapporto tra linguaggio verbale e non verbale/1.5. Doppiaggio e sottotitolaggio/1.6. Una traduzione orientata verso la lingua e la cultura di arrivo? /1.7. Il rapporto con la versione di partenza
2. Parlato filmico e lingua doppiata/2.1. Introduzione/2.2. Caratteristiche del dialogo filmico rispetto al dialogo faccia a faccia/2.2.1. Le funzioni del dialogo filmico: aspetti semiotici, narrativi e descrittivi/2.2.2. Tratti linguistici tipici del dialogo filmico/2.3. L’italiano doppiato/2.3.1. La fonetica e la variazione sociolinguistica/2.3.2. Tratti sintattici e morfologici e strategie di compensazione/2.3.3. Il lessico/2.34. Routines traduttive e moduli fissi nel doppiato/2.3.5. La contrastività al di là del lessico: gli allocutivi e le domande-coda/2.4. Parlato, normalizzazione e contrastività nella traduzione filmica/2.4.1. Standardizzazione, normalizzazione: verso la norma della lingua di arrivo/2.4.2. La legge dell’interferenza
3. Un’indagine sul parlato filmico tradotto/3.1. Quali approcci nella ricerca sul parlato filmico? /3.2. Obiettivi della ricerca/3.2.1. Ambiti linguistici e metodologia/3.2.2. Ordini marcati dei costituenti di frase/3.3. Il corpus dei film/3.3.1. Schede dei film
4. Dislocazioni a sinistra e a destra/4.1. Le dislocazioni/4.1.1. Le dislocazioni a sinistra in italiano/4.1.2. Le dislocazioni a destra in italiano/4.1.3. Dislocazioni a sinistra e a destra nella conversazione in inglese/4.1.4. Frequenze delle dislocazioni nelle due lingue/4.2. Le dislocazioni a sinistra e a destra nel corpus di film tradotti/4.2.1. Dislocazioni a sinistra e a destra in relazione all’italiano parlato/4.2.2. Il rapporto con la lingua di partenza/4.3. Conclusioni
5. Frasi scisse e frasi presentative/5.1. Le frasi scisse/5.1.1. Le frasi scisse in italiano e in inglese/5.1.2. Frequenze delle frasi scisse nelle due lingue/5.2. Le frasi scisse nel corpus di film tradotti/5.2.1. Frasi scisse/5.2.2. Pseudoscisse e pseudoscisse inverse/5.3. Conclusioni sulle frasi scisse/5.4. Le frasi presentative/5.4.1. Le frasi presentative nel corpus dei film tradotti/5.5. Conclusioni sulle frasi presentative/Considerazioni conclusive
Bibliografia
151
Brotto Denis
Trame digitali: cinema e nuove tecnologie
(Elementi)
Venezia: Marsilio, 2012
Cinema e nuove tecnologie. Tenendo conto degli ultimi aggiornamenti e sviluppi interni a questo complesso rapporto, il volume osserva i principali mutamenti, le innovazioni, ma anche i recuperi dal passato avvenuti in seguito all’introduzione del digitale nell’ambito della narrazione filmica. Accostando l’analisi di film noti allo spettatore a quella di opere meno conosciute, vengono inoltre approfonditi, con elementi di originalità, gli aspetti tecnici ed espressivi interni alle varie fasi di realizzazione di un film, alla sua consultazione e alle nuove possibilità della visione. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
152
Tinazzi Giorgio
Truffaut
Venezia: Marsilio, 2004
François Truffaut ha giocato molto sul rapporto tra diversità e analogia esistente nei suoi film. Ha infatti mutato continuamente di registro, passando dalla commedia al dramma, dal film di genere al film-saggio, dal monologo al quadro corale, dalla derivazione letteraria al soggetto autonomo. In queste ricercate differenze e in questa voluta discontinuità non è difficile tuttavia rintracciare delle precise costanti, tematiche e stilistiche. Giorgio Tinazzi interpreta Truffaut rinunciando all'impianto monografico e proponendo invece un'angolazione critica articolata per voci, che riuniscono in contenitori particolarmente significativi le varie indicazioni, sia formali che di contenuto. Il risultato è una nuova lettura trasversale dell'opera di uno dei registi più originali e più amati della storia del cinema. Un modo diverso per analizzare quel piacere della finzione che sta alla base dei suoi racconti per immagini. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
153
Brunetta Gian Piero
Il viaggio dell'icononauta
Venezia: Marsilio, 2001
Il lungo e straordinario viaggio raccontato da Gian Piero Brunetta è quello dei “navigatori delle immagini” cioè di coloro che sono riusciti a diffondere e interpretare con strumenti e apparecchi ottici forme e rappresentazioni di mondi reali e immaginari nei secoli che hanno preceduto l’invenzione del cinema.
Questo rito di iniziazione popolare ha origini lontane nel tempo ma, a partire dal Cinquecento, si viene diffondendo in tutta Europa grazie agli spettacoli ottici che favoriscono la partecipazione a una pratica di viaggio sedentario e immaginativo i cui esiti diventano ben presto sensazionali riuscendo a fondare una cultura visiva che raccoglie genti e popolazioni diverse per credo politico e religioso, lingua, cultura e appartenenza sociale. I racconti e gli spettacoli di magia luminosa iniziano infatti a modificare mentalità e modalità della visione e della percezione, creando, con la proliferazione anche di “luoghi delle immagini”, quella cittadinanza comune e quell’habitat senza i quali certo il cinema non avrebbe potuto svilupparsi. I venditori ambulanti di stampe popolari che partivano dal Trentino o i lanternisti savoiardi, i grandi illustratori degli spettacoli di Panorama e Diorama o i piccoli impresari di Mondo Nuovo o di Cosmorama ci appaiono così - come sostiene l’autore - i discendenti dei narratori omerici e gli eroi di un’epopea finora mai realmente considerata, che seppe creare un forte tessuto connettivo nella storia dell’Europa moderna e stabilire un ponte tra cultura alta e popolare. Nei repertori offerti dalle lastre della lanterna magica o dalle vedute del Mondo Nuovo, dal Panorama all’invenzione della fotografia, dalla stereoscopia ai gabinetti ottici di fiere e luna-park, è possibile dunque riconoscere un humus e un giacimento di segni e simboli che hanno contribuito ad alimentare - dalla Penisola iberica alla Russia - l’immaginario di milioni di persone introducendole a quella concezione di spettacolo che il cinema ha poi saputo raccogliere magistralmente. (Da sito Marsilio)
Indice non disponibile
154
Re Valentina, Guagnelini Giovanni
Visioni di altre visioni: intertestualità e cinema
(Prismi)
Bologna: Archetipolibri, 2009
Un film può contenere immagini di altri film attraverso citazioni e riprese testuali. Le intersezioni e le sovrapposizioni, consapevoli o involontarie, di diverse fonti audiovisive hanno creato nel tempo un immaginario ricco e variegato. Il déjà vu cinematografico può essere analizzato secondo le più aggiornate teorie scientifiche nelle diverse contaminazioni tra i media. Il volume si propone di far dialogare l’intertestualità in ambito letterario con le nuove categorie dell’analisi cinematografica e di fornire percorsi didattici efficaci per comprendere le citazioni nel cinema come il remake, le contaminazioni di genere o gli scambi intermediali. Uno strumento di alta formazione che si pone al confine tra cinema e letteratura e che offre una ricca antologia di testi critici commentati, alcuni tradotti per la prima volta: da Michail Bachtin a Roland Barthes, da Gérard Genette a Rick Altman, da Umberto Eco a Jorge Luis Borges, da Francesco Casetti a George P. Landow. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
155
Lucci Gabriele
Western
(Dizionari del cinema)
Milano: Electa, 2005
Mezzogiorno di fuoco, Ombre rosse, C'era una volta il West, Soldato blu, Gli spietati, sono solo alcuni dei grandi successi del cinema western che tutti conoscono: ma quali sono gli ingredienti che compongono un film western? Dalle tematiche alle tecniche di ripresa, dai luoghi ai protagonisti, ecco svelati in oltre 400 immagini tutti i segreti di un genere cinematografico fra i più popolari. Un vero e proprio manuale per immagini, che copre tutta la storia del cinema western, con un repertorio di 90 film western tutti presentati con scheda tecnica, sintesi della trama, commento critico e le immagini più significative. Completa il volume una scelta di 10 film cult raccontati attraverso una sequenza di 24 fotogrammi commentati che ripercorrono tutta la sceneggiatura. (Da sito Electa)
Indice non disponibile