Nascondi5
Marco Aime
Antropologia
(Pixel)
Milano: Egea, 2016.
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Ligi Gianluca
Antropologia dei disastri
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2009
Cosa hanno in comune lo tsunami che si è abbattuto sulle coste dell’Indonesia, la contaminazione ambientale da scorie chimiche di Love Canal o quella radioattiva che ha inquinato i pascoli saami della Lapponia svedese? Che differenze ci sono fra i disastri dell’Occidente e quelli nei Paesi in via di sviluppo? Qual è il modello interpretativo più efficace di cui disponiamo? Un evento naturale estremo o una catastrofe tecnologica non sono pure fatalità ma il prodotto di rapporti economici, politici, culturali e affettivi che legano comunità umane, tecnologia e ambiente. Le teorie e i metodi di ricerca dell’antropologia culturale, applicati allo studio dei contesti di emergenza di massa, offrono una lettura efficace del grado di vulnerabilità di una comunità, delle sue percezioni del rischio, delle sue possibilità di reazione. (Da sito Laterza)
Vedi indicePremessa - 1. Concetti di disastro - 2. Un mondo fragile - 3. Storicizzare la vulnerabilità - 4. La costruzione culturale del rischio - Epilogo. Nemici svelati? - Riferimenti bibliografici - Indice dei nomi
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Sapelli Giulio
Antropologia della globalizzazione
Milano: B. Mondadori, 2008
Questo libro presenta al lettore un'interpretazione dei rapporti esistenti tra culture ed economie, proponendo una nuova concezione dell'antropologia come disciplina storico-sociale. Tale proposta si compone di una introduzione teorica e di una essenziale antologia di testi tratti dalle più significative opere apparse sulle dinamiche simboliche dell'agire economico. Agire che si dipana nella divisione sociale del lavoro che è via via sempre più interdipendente e differenziata in tutto il mondo. Uno strumento originale per meglio comprendere quel fenomeno sociale, culturale ed economico che si indica comunemente con il termine di “globalizzazione”. (Da sito B. Mondadori)
Vedi indiceer l’antropologia economica: culture e pratiche nella divisione sociale del lavoro (G. Sapelli)
I. Pratiche economiche, rappresentazioni simboliche
Le sciamane coreane e gli spiriti del capitalismo (L. Kendall)
Il mercato come specchio o modello. Come i commercianti riconfigurano le transazioni economiche e sociali in un’economia rurale (M. Lindh de Montoya)
Discorso elitario del mercato ed etnografia narrativa (D. Rose)
La sopravvivenza dei più grandi: politica del business, discorso manageriale e incertezza in un’alleanza globale di business (K. Applbaum)
II. La vita delle persone nelle relazioni “economiche”
Sviluppo sostenibile nella megalopoli. Può essere un concetto applicabile? (U. Wikan)
Industria, famiglia e classe sociale: la comunità operaia a Barreiro (A. Nunes de Almeida)
L’ordine del caos. Il motivo della gestione parametrica dell’industria della pesca (J.M. Acheson e J.A. Wilson)
III. La parentela nella divisione sociale del lavoro
Strategie ereditarie (J. Goody)
Possesso e spoliazione: maternità e mortalità in Marocco (V. Maher)
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Comba Enrico
Antropologia delle religioni: un'introduzione
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2015
Fino ad anni recenti, alcune prospettive teoriche ampiamente diffuse vedevano come prossima ed inevitabile la scomparsa delle religioni, in particolare delle piccole religioni dei popoli nativi, travolte e inglobate dalla modernità. Come molte altre profezie in auge nelle scienze sociali, anch’essa non si è realizzata. Anzi, nonostante i complessi e travolgenti fenomeni di globalizzazione e trasformazione socio-economica, le esigenze di differenziazione, di autonomia, di contrapposizione si sono moltiplicate nel mondo contemporaneo, utilizzando spesso come forma di espressione la pratica e la professione religiosa. Osservare questi fenomeni religiosi, la loro natura, il loro perpetuarsi, la loro capacità di adattamento e di trasformazione e, al tempo stesso, la loro caparbia insistenza in un radicamento nel passato, consente di considerare in una luce più ampia e differenziata la pluralità delle espressioni religiose che caratterizza il mondo contemporaneo. (Da sito Laterza)
Vedi indicePremessa - I. Un intreccio di sguardi: religioni e complessità - II. Dalle forme elementari della religione alla complessità dei sistemi simbolici - III. Alla ricerca della «visione del nativo» - IV. Universi religiosi e pratiche della violenza - V. La creatività del sacro: trasformazione del sé e ricreazione del cosmo - Conclusione - Bibliografia
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Gusman Alessandro
Antropologia dell'olfatto
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2004
Un viaggio nel tempo e nello spazio, attraverso culture europee ed extra-europee, passate e presenti, alla scoperta dei simboli e dei significati attribuiti all’olfatto. Una sintesi originale e inedita che consente all’antropologo di cogliere sfere di significato inaccessibili al solo sguardo e al lettore di scoprire quanto le nostre percezioni siano culturalmente influenzate. (Da sito Laterza)
Vedi indiceIntroduzione – I. L’antropologia sensoriale – II. L’antropologia dell’olfatto – III. L’odore dell’Altro – IV. Odori e riti – V. Odore di vita, odore di morte – VI. Olfatto e plasticità neuronale – Conclusione Due punti di vista – Bibliografia – Indice dei nomi di persone e di popoli
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Cannada Bartoli Vincenzo
Antropologia e linguistica
(Bussole)
Roma: Carocci, 2009
Che cos’hanno in comune antropologia e linguistica? Possiamo considerare l’analisi dell’interazione come un campo che le accomuna? Che ruolo può avere in questo ambito l’antica arte della retorica? Il libro mostra il rapporto fra queste discipline nel loro costituirsi reciproco, dallo strutturalismo alla filosofia del linguaggio, soffermandosi sulla concezione del contesto, sulla dimensione dell’uso linguistico e sull’analisi della conversazione. Queste prospettive convergono nell’esame finale di un’interazione, tratta da una ricerca etnografica dell’autore. (Da sito Carocci)
Vedi indice1. Punti di inizio
Un sistema di opposizioni/Lingue e culture/Etnografia, traduzione, contesto di situazione
2. Intersezioni
Langue e cultura/Strutturalismi/Il primato della linguistica/Opposizione e inversione simbolica
3. Universalismo e contesto
Codice e messaggio/Strutture della sintassi/Linguaggio e società/Prospettive sulla comunicazione/Pratica sociale
4. Uso del linguaggio
Giochi linguistici/Atti linguistici
5. Quale contesto?
Contesto interno ed esterno/Situazioni a confronto/Giochi di faccia/Politeness theory e implicatura/Dentro il contesto
6. Analisi della conversazione
Un sistema a turni/Context-free, context-sensitive/Trascrizione/Una rivoluzione epistemologica/Interdisciplinarietà
7. Pratica della teoria
Struttura del testo/Testo e racconto/Racconto e interazione/Analisi di un racconto
Bibliografia
Sitografia
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Lombo José A., Russo Francesco
Antropologia filosofica: una introduzione
Roma: Edusc, 2007
Indice non disponibile
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Tucci Roberta, Bravo Gian Luigi
I beni culturali demoetnoantropologici
(Bussole)
Roma: Carocci, 2006
I beni demoetnoantropologici sono stati di recente riconosciuti come parte del patrimonio culturale italiano. La loro specificità sta nel riferirsi alle diversità culturali che caratterizzano le classi popolari dell’Occidente e le popolazioni senza scrittura degli altri continenti. Il volume ne dà una trattazione articolata: ricerca antropologica e schedatura, valorizzazione, contenuti specifici, dalle feste al canto, ai musei, interventi delle istituzioni, ricerca scientifica e didattica universitaria. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa
1. Il patrimonio demoetnoantropologico/Beni culturali e cultura/La formazione dei beni demoetnoantropologici/La rivitalizzazione delle tradizioni popolari/Conclusioni/Per riassumere… 2. Beni materiali e immateriali: territorio, rilevamento, documentazione/Rilevamento sul terreno dei beni materiali/Rilevamento sul terreno dei beni immateriali/Beni etnomusicali/Archivi sonori e audiovisivi/Per riassumere…
3. Beni materiali e immateriali: feste, musei/Beni materiali e immateriali/Feste/Musei, ecomusei/Conclusioni/Per riassumere…
4. Istituzioni e legislazioni/Lo Stato/Le Regioni e gli enti locali/Le organizzazioni internazionali/Le organizzazioni italiane/Per riassumere…
5. Catalogazione/Specificità demoetnoantropologiche/Le schede FK/Le schede BDM e BDI/Le schede FPF e AMRP/Altre esperienze catalografiche/Per riassumere…
6. Ricerca scientifica e formazione/La ricerca scientifica/La formazione/Per riassumere…
Bibliografia.
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Vidale Massimo
Che cos'è l'etnoarcheologia
(Bussole)
Roma: Carocci, 2004
L’archeologia condivide con le altre scienze storiche la necessità di ricostruire eventi passati e non direttamente osservabili, quasi procedendo a ritroso nel tempo. Gli etnoarcheologi imparano a ’tradurre’ i resti archeologici del mondo antico studiando la cultura materiale, le tecniche, la formazione dei depositi archeologici odierni, sia presso le culture tradizionali del Terzo Mondo sia nella nostra stessa società. I processi di globalizzazione economica e culturale del pianeta, in questo stesso momento, minacciando la diversità economica e culturale delle società tradizionali superstiti, rendono urgente e difficile questo tipo di ricerca. (Da sito Carocci)
Vedi indice1. Teorie e definizioni/Archeologi in panne/Indagine dei processi di formazione/Indagine delle regolarità transculturali/Critiche al concetto di analogia/Tra uniformitarismo e contestualismo/L’etnoarcheologia diverge dall’etnologia/Per riassumere...
2. Lo sfondo storico dell’attualismo/Alle prese con la diversità umana/Selvaggi viventi e selvaggi preistorici/Evoluzionismi e reazioni/Antropologie comparative/L’osservazione del reale nelle nuove archeologie/Vecchie etnologie, archeologie non nuove/Per riassumere...
3. Formazione di siti e di depositi/Nei siti dei cacciatori/Processi di formazione ciclica/Sopra, sotto, dentro i piani viventi/Terziarietà/Formazione-distruzione/Dimensioni sociali della formazione di siti e di depositi/Funerali e cimiteri/Autoarcheologie: i nostri depositi odierni/Per riassumere...
4. Tecniche e manufatti/Catene operative: un’idea fuorviante/Produzioni ipertrofiche e ipotrofiche/Congruenza, coesione, analisi: un esempio pratico/Correlazioni incrociate/Ricerche su spazi e tempi allargati/Cultura materiale del nostro mondo/Per riassumere...
5. Processi cognitivi e classificazioni/Produzione e basi cognitive/Manufatti, categorie e confini sociali/Fondamenti concettuali della decorazione/Il concetto di tipo nelle realtà viventi/Idee di spazio/Per riassumere...
6. Problemi di metodo/Gli informatori/Indagini etiche o emiche/Rischi di falsificazione/Come muoversi sul campo/Per riassumere...
7. Enciclopedie e globalizzazione/Riflessione su due vicende estreme/Promuovere o musealizzare, un falso dilemma/Dissezionando sistemi culturali/Dichiarazioni di intenti sulla diversità culturale/Coniugare etnoarcheologia e profitto/Per riassumere...
Conclusioni
Bibliografia
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Matera Vincenzo
Comunicazione e cultura
(Bussole)
Roma: Carocci, 2008
Per comprendere i modi in cui le persone comunicano occorre studiare, oltre al linguaggio, la cultura e la società, utilizzando una prospettiva etnografica. Un’azione comunicativa ci dice molto sull’identità di chi la esegue e di chi la riceve, e non è mai neutrale dal punto di vista politico e ideologico: studiare la comunicazione significa perciò anche approfondire le dinamiche politiche, quindi i rapporti di forza, esistenti in un determinato contesto. In questo libro l’autore presenta in modo chiaro e sulla base di un ricco corredo di esempi i concetti fondamentali per capire il significato antropologico della comunicazione. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione
1. Comunicare
Che cos’è comunicazione?/Il linguaggio verbale: i segni/Il significato/La pragmatica/Oltre le parole/Comunicazione è misura della nostra vita/Per riassumere…
2. Lingua e cultura
L’antropologia linguistica/Una dicotomia risolvibile/La relatività sociolinguistica/La forza delle parole/ Per riassumere…
3. Etnografia del parlato
Lingua e identità/I costi dell’identità/Il destino di lingue e culture/Omologazione, emergenze, perdite, invenzioni/Identità e marginalità/Negoziazioni identitarie: la commutazione di codice/Per riassumere…
4. Etnografia della scrittura
La scrittura: il “grande spartiacque/Che cosa significa etnografia della scrittura/Il superamento dello spartiacque/Per riassumere…
5. Appendice
Bibliografia
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Francesco Remotti
Cultura sul corpo
(Lampi)
Roma; Bari: Laterza, 2015
Dalla profumazione ai piercing, dalle diete ai tatuaggi, dalla scarificazione fino alla chirurgia estetica. Uno dei più autorevoli antropologi italiani, Francesco Remotti, analizza i principali interventi estetici che l’uomo compie sul proprio corpo, dalle comunità native della Nuova Guinea fino alle società occidentali contemporanee. (da sito editore)
Indice non disponibile
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Remotti Francesco
Cultura: dalla complessità all'impoverimento
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2013
La cultura è per sua natura sommamente precaria, incompleta, non ereditabile da nessun Dna. Non solo, ogni cultura comporta inevitabilmente una riduzione della complessità e contiene sempre in sé il germe di un qualche impoverimento: la cultura è sempre una coperta troppo corta rispetto alla complessità del mondo. Per questo motivo le culture non sono tutte uguali, tutte ricche o tutte povere allo stesso modo. Eppure la cultura ha rappresentato un indubbio vantaggio evolutivo per il genere umano, altrimenti votato all'estinzione. È compito degli antropologi, che hanno fatto della cultura un loro concetto cardine, indagarne e svelarne gli aspetti problematici e i lati oscuri: in queste pagine, Francesco Remotti avanza l'ipotesi che sia giunto il momento di rivedere in profondità il concetto di 'cultura', restaurarlo e difenderlo oltre che criticarlo, così da trarre nuovi strumenti e indicazioni utili per l'antropologia e la nostra comprensione del mondo. (Da sito Laterza)
Vedi indicePremessa v
Riferimenti bibliografici, p. x
I. Cultura, 3
1. Concezioni diverse di ‘cultura’, p. 3 - 2. Abiti, costumi, esteriorità, p. 7 - 3. Il differente peso della cultura e la sua imprescindibilità biologica, p. 13 - 4. Simboli condivisi, p. 21 - 5. Reificazione e precarietà: l’‘in più’ culturale, p. 26 -
6. Le variazioni e il mutamento, p. 31 - 7. La selezione e le possibilità alternative, p. 36 - 8. Dilatazioni e sconfinamenti concettuali, p. 41 - Riferimenti bibliografici, p. 46
II. Natura e cultura, 51
1. Natura/cultura: da domini ‘naturali’ a costrutti ‘culturali’, p. 51 - 2. Scienze della natura e scienze della cultura: gerarchia, separazione, avvicinamento, p. 53 - 3. La cultura prima dell’uomo, p. 59 - 4. Cultura umana, p. 63 - 5. La
seconda natura, p. 68 - 6. La seconda nascita: tradizioni e rituali, p. 73 - 7. ‘Finzioni’ antropopoietiche, p. 77 – Riferimenti bibliografici, p. 86
III. Apertura, 89
1. Scenette di vita isolana, p. 89 - 2. La breccia nella sfera, p. 91 - 3. Nelle oscurità dell’etnocentrismo, p. 94 - 4. L’ambiguità dello straniero e le oscillazioni degli antropologi, p. 97 - 5. Il carattere intrinseco dello straniero, p. 100 - 6. Un
doppio ‘disagio’ culturale, p. 103 - Riferimenti bibliografici, p. 106
IV. Comunicazione, 108
1. Dalle interconnessioni ai ‘noi’, p. 108 - 2. Comunicazione interculturale, p. 110 - 2.1. La comunicazione a senso unico, p. 111 - 2.2. La comunicazione priva di senso, p. 114 - 2.3. La comunicazione indispensabile, p. 118 - 3. Questione di scelte, teoriche e pratiche, p. 121 – Riferimenti bibliografici, p. 125
V. Incompletezza, 127
1. Definizioni e approssimazioni, p. 127 - 2. Completezza come soglia critica e tipi/gradi di incompletezza, p. 130 - 3. Tollerabilità oggettiva e tollerabilità soggettiva; rimediabilitàculturale, p. 132 - 4. L’incompletezza come privilegio (l’autopoiesi come esclusività antropologica?), p. 135 - 5. Completezza ontica e completezza funzionale, p. 137 - 6. Sistemi chiusi e sistemi aperti, p. 141 - 7. Incompletezza di base o cultura originaria?, p. 144 - 8. Incompletezza come carattere positivo, p. 148 - 9. Completamenti antropopoietici e il variare della soglia di completezza, p. 155 - 10. Incompletezza culturale, p. 159 - 11. Incompletezza dei sistemi, p. 167 - 12. Il riconoscimento dell’incompletezza e l’aspirazione alla completezza, p. 173 - 13. Credere nella completezza o saggezza dell’incompiuto?, p. 177 – Riferimenti bibliografici, p. 182
VI. Complessità, 186
1. Quale complessità?, p. 186 - 2. Legame profondo, p. 194 - 3. Lotta contro la complessità, p. 201 - 4. Complessità in agguato, p. 208 - 5. Temi di antropologia della complessità, p. 214 - Riferimenti bibliografici, p. 220
VII. Densità, 225
1. Imprescindibilità, p. 225 - 2. Il paradosso della precarietà, p. 226 - 3. Tragressioni, p. 227 - 4. Azioni, p. 228 - 5. Impregnazione, p. 229 - 6. Il prezzo dell’automatismo, p. 230 - 7. Questioni di spessore, p. 231 - 8. Riflessioni sulla
variabilità dello spessore culturale, p. 232 - 9. ‘Fin dove arriva la cultura’: venir meno, bordi sfumati, p. 233 - 10. Sospensioni e vuoti programmati, p. 235 - 11. C’è altro, oltre alla cultura, p. 236 - 12. Lacerazioni, p. 237 - 13. Perdita,
p. 238 - 14. Effetti delle perdite, p. 239 - 15. Sradicamento e violenza, p. 240 - 16. Problemi di ecologia culturale, p. 241 - 17. Dubbi e patti, p. 242 - 18. Rifare accordi, p. 243 - Riferimenti bibliografici, p. 244
VIII. Sospensione , 247
1. Il concetto di sospensione o «epoché», p. 247 - 2. I Ba-Nande e la lotta contro la foresta, p. 251 - 3. Dalla foresta alla boscaglia, p. 254 - 4. Le piccole foreste: risorse preziose e irrinunciabili, p. 257 - 5. Con la collaborazione della foresta, p. 266 - 6. Una «epoché» dalle conseguenze drammatiche, p. 271 - Riferimenti bibliografici, p. 279
IX. Impoverimento e creatività, 281
1. Appunti sull’impoverimento culturale, p. 281 - 2. Entropia o creatività?, p. 285 - 3. Cultura: un tessuto continuamente da rifare, p. 289 - 4. Vuoti autoimposti, p. 293 - 5. L’àncora della metacultura, p. 295 - Riferimenti bibliografici, p. 299
Fonti dei testi, 303
17
Fabietti Ugo, Malighetti Roberto, Matera Vincenzo
Dal tribale al globale: introduzione all'antropologia
Milano: B. Mondadori, 2012
Indice non disponibile
18
Angelini Pietro
Ernesto de Martino
Roma: Carocci, 2008
Ernesto de Martino (Napoli 1908-Roma 1965) è ormai considerato non solo il padre rifondatore dell’etnologia in Italia e uno storico delle religioni di grande spessore teorico, ma anche uno dei massimi intellettuali del Novecento. Amato e seguito da un vasto pubblico fin dagli anni cinquanta per i suoi studi sui rituali magici del Sud, per la tensione del suo impegno etico-politico e per l’originalissimo stile di pensiero e di scrittura, viene oggi riscoperto come un autore-chiave di quella nuova branca del sapere che è l’antropologia simbolica. Così il corpus di studi sul suo conto si è talmente accresciuto negli ultimi anni, che è diventato quasi impossibile — per il lettore non specializzato — orientarsi nella foresta delle interpretazioni e delle ricostruzioni, sia metodologiche sia biografiche. Di qui l’esigenza di un agile profilo, in grado di fornire non tutto quello che de Martino ha pensato e fatto, ma almeno ciò che è utile sapere su di lui, ossia le principali proposte teoriche, la partecipazione al dibattito politico-culturale, le spedizioni etnografiche, i testi esemplari, la fortuna critica. (Da sito Carocci)
Vedi indiceAvvertenza
1. Le due guerre
Storicismo eroico/La persona magica
2. Gli anni del sole a picco
«La civiltà contadina» /Il folklore progressivo
3. Dal campo al libro
«Una spedizione etnologica» /Magia lucana /Sud e magia
4. «Gli ultimi tempi»
Verso La fine del mondo /L’alienazione e la riconquista del bene-tempo /
Nota biobibliografica
Indice dei nomi
19
Fabietti Ugo, Matera Vincenzo
Etnografia: scritture e rappresentazioni dell'antropologia
Roma: Carocci, 1997
Indice non disponibile
20
Remotti Francesco
Fare umanità: i drammi dell'antropo-poiesi
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2014
La specie umana non è l’unica specie culturale. È però la specie più culturale: l’uomo non solo produce cultura, ma è esso stesso un prodotto culturale. Questi sono i presupposti bio-antropologici della teoria dell’antropo-poiesi, cioè della fabbricazione sociale degli esseri umani. Dopo avere distinto un’antropo-poiesi che ci modella in ogni istante, con i gesti minuti della vita quotidiana, e una antropo-poiesi programmata e consapevole, Remotti si sofferma sulla grande varietà degli interventi estetici sul corpo, una ricerca quasi ossessiva della bellezza, persino in contrasto con la funzionalità fisiologica e anatomica dell’organismo umano. Anche in questo modo, l’autore intende sottolineare le implicazioni drammatiche dell’antropo-poiesi: se infatti gli esseri umani sono da un lato condannati a fare umanità, dall’altro i loro modelli sono nulla più che invenzioni culturali, dunque instabili, revocabili, discutibili. Non riconoscere questa precarietà, ovvero presumere di possedere le chiavi risolutive e permanenti dell’antropo-poiesi, ha generato il furor antropo-poietico e con esso le maggiori tragedie. (Da sito Laterza)
Vedi indicePremessa V
Parte prima
Presupposti e struttura teorica
I. Dalla cultura all’antropo-poiesi 4
1. Natura, costumi, cultura, p. 4
2. Teorie dell’incompletezza, p. 9
3. Plasticità, p. 14
4. Inventare o scoprire?, p. 19
5. Come ridurre la responsabilità antropo-poietica, p. 22
6. Le difficoltà dell’invenzione, p. 27
II. Temi, nodi, ipotesi: la struttura a rete dell’antropo-poiesi 33
1. Terminologia, p. 33 - 2. Fonti, p. 35 - 3. Quante nascite?, p. 35 - 4. Antropo-genesi, p. 36 - 5. Riti antropogenetici, p. 36 - 6. Antropo-genesi e antropo-poiesi, p. 37
- 7. Finzioni, p. 37 - 8. Modernità/tradizioni, p. 38 - 9. Critica di Eliade, p. 38 - 10. Antropo-genesi e antropo-poiesi: ideologia o necessità ineludibile?, p. 39 - 11. Antropopoiesi irrinunciabile, p. 40 - 12. L’uomo come essere incompleto,
p. 40 - 13. La cultura che dà forma all’uomo, p. 41 - 14. Herder e la prospettiva antropo-poietica, p. 41 - 15. Considerazioni biologiche, p. 43 - 16. Rifiuto del
determinismo biologico e del determinismo culturale, p. 44 - 17. Capacità di auto-plasmazione (auto-poiesi) e grado di libertà, p. 45 - 18. Ineludibilità dell’ideologia, p. 45 - 19. Fecondità dell’ipotesi antropo-poietica, p. 46 - 20.
Casualità, arbitrarietà, senso delle possibilità, p. 47 - 21. Umorismo, p. 48 - 22. Riflessioni e senso critico, p. 49 - 23. Altre finzioni, p. 49 - 24. Livelli e modi diversi di fare umanità: a) antropo-poiesi anonima, continua, inconsapevole, p. 50 - 25. Livelli e modi diversi di fare umanità: b) antropo-poiesi programmata, discontinua, consapevole, p. 51 - 26. Eterogeneità e contrasto tra le due modalità antropo-poietiche, p. 51 - 27. Come si fa a “fare umanità”?,
p. 52 - 28. Irreperibilità dei modelli di umanità, p. 53 - 29. Accettazione della precarietà antropo-poietica (reazione “a”), p. 54 - 30. Celare la precarietà antropo-poietica (reazione “b”), p. 55 - 31. Diventare sempre più simili a Dio,
p. 56 - 32. Antropo-poiesi trans-umanistica, p. 56 - 33. Completezza o incompletezza antropo-poietica, p. 58 - 34. Deificazione o débrouillardise antropo-poietica?, p. 58 - 35. L’inizio a cui aggrapparsi, p. 59
Parte seconda
Fare-disfare corpi
III. L’enigma dell’ornamento. Prologo darwiniano 62
1. Debolezza e successo biologico della specie umana, p. 62
2. Un ponte tra animali ed esseri umani: la cultura, p. 66
3. Il senso del bello. Come spiegarlo?, p. 70
IV. Interventi estetici sul corpo 78
1. La dimensione estetica e i suoi confini, p. 78
2. Tipologia (categorie I-XIX) , p. 83
I. Oggetti esterni, p. 85 - II. Toilette, p. 88 - III. Profumazione,
p. 89 - IV. Cosmesi, coloritura e pitture corporali, p. 90 - V. Modellamento di annessi della pelle (peli, unghie, capelli), p. 92 - VI. Modellamento di struttura muscolare, p. 93 - VII. Modellamento di struttura ossea dall’esterno,
p. 94 - VIII. Modellamento del comportamento, p. 97 - IX. Modellamento della voce, p. 98 - X. Tatuaggi, p. 99 - XI. Scarificazioni, p. 102 - XII. Bruciature e marchiature della pelle, p. 104 - XIII. Perforazioni e inserimento di
oggetti esterni, p. 105 - XIV. Intaglio dei denti, p. 108 - XV. Amputazioni, p. 110 - XVI. Chirurgia genitale, p. 112 - XVII. Chirurgia estetica moderna, p. 122 - XVIII. Alimentazione e diete, p. 124 - XIX. Interventi chimici e
ormonali, p. 126
3. Intermezzo sulla moda e sulla morte, p. 127
4. Tipologia (categorie XX-XXIII), p. 135
XX. Interventi in vista della morte, p. 137 - XXI. Trattamento del cadavere, p. 139 - XXII. Produzione e trattamento dei resti umani, p. 142 - XXIII. Dissoluzione, p. 146
Parte terza
Le tragedie delle certezze e il respiro del dubbio
V. Furori antropo-poietici 152
1. Sul furore, p. 152
2. Sradicare e sopprimere, p. 161
3. Il regno dell’uomo-dio, p. 171
4. L’idea dell’uomo nuovo, p. 181
5. Tragedie degli “uomini nuovi”, p. 187
VI. Ma un uomo, che cos’è? 196
1. Meditazioni da un piccolo angolo di mondo, p. 196
2. Richieste rivolte alla divinità e agli antenati, p. 199
3. L’avventurosità del viaggio, p. 202
4. Dubbi e perplessità tra ecologia e antropologia, p. 203
5. Rituali, sofferenza, coscienza critica, p. 206
6. La discontinuità, la morte e il senso delle possibilità, p. 209
7. Modelli di umanità, p. 212
8. Tra foresta e “modernità”: la sfida del cristianesimo, p. 214
Riferimenti bibliografici 219
21
Angioni Giulio
Fare, dire, sentire: l'identico e il diverso nelle culture
Nuoro: Il Maestrale, 2011
I tre grandi temi indicati nel titolo di questo libro – fare, dire, sentire – sono qui trattati a partire da convinzioni del senso comune colto o popolare. Il senso comune afferma che «tutto il mondo è paese» ma anche che «paese che vai usanza che trovi», e prescrive che «moglie e buoi dei paesi tuoi». Forse il maggior compito di ogni antropologia è riuscire a tenere alla pari, facendole diventare utili “verità”, sia che «tutto il mondo è paese» e sia che «paese che vai usanza che trovi», per potere evitare il negativo di prescrizioni che vogliono «moglie e buoi dei paesi tuoi». L’umanità a cui apparteniamo è diversa nel fare, nel dire, nel sentire, ed è uguale sempre perché sempre deve fare, dire e sentire, deve produrre e riprodurre la sua vita producendo e riproducendo beni, regole, senso. L’assunto principale del saggio di Angioni è perciò la varianza-invarianza delle culture: il coincidere in un tutto omogeneo e il diversificarsi dei modi di vivere umani. Suo scopo essenziale è quello di contribuire a elaborare un atteggiamento non etnocentrico e tanto meno eurocentrico, non chiuso in se stesso e non ostile agli altri modi di vivere. (Da sito Il Maestrale)
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Destro Adriana, Pesce Mauro
Forme culturali del cristianesimo nascente
Brescia: Morcelliana, 2008
L’antropologia delle religioni ha oggi un compito irrinunciabile all’interno dell’organizzazione del sapere: garantisce la comunicabilità del discorso sulle religioni nella comunità civile; rispetta la diversità e i pluralismi e nel contempo analizza i fatti religiosi in quanto parti di complessi processi sociali umani. Questo libro propone un’antropologia del cristianesimo primitivo, e nasce dal desiderio di scoprire ciò che giace nascosto nelle testimonianze più antiche che parlano del modo in cui Gesù e i suoi primi seguaci costruirono il loro essere nel mondo. Gli autori tentano qui di individuare le forme culturali che i gruppi dei primi cristiani hanno prescelto per realizzare i loro progetti religiosi (le organizzazioni comunitarie, le pratiche ritenute in grado di instaurare un corretto rapporto con la divinità, alcune forme di differenziazione e di conflitto religioso). Comprendere quali siano state le forme aggregative o organizzative adottate dal primo cristianesimo è di importanza centrale per coglierne la natura e la dinamica culturale. Gesù e i suoi discepoli scelsero forme e modalità differenti sia da quelle parentali sia da quelle rappresentate dalle principali istituzioni religiose (la sinagoga e il Tempio di Gerusalemme), creando così una dialettica e un impatto sociale che insieme esprimono un distintivo progetto di alterità e di trasformazione. (Da sito Morcelliana)
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Comba Enrico
Introduzione a Lévi-Strauss
(Maestri del Novecento Laterza)
Roma; Bari: Laterza, 2000
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Arioti Maria
Introduzione all'antropologia della parentela
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2006
Il processo riproduttivo biologico e la socialità dei primati non umani; l’elaborazione culturale dei legami che si instaurano nella riproduzione; le tecniche linguistiche e grafiche impiegate per annotare le relazioni genealogiche; i termini di parentela e i sistemi logici in cui si inseriscono; la proibizione dell’incesto e le regole che guidano le scelte matrimoniali; le diverse forme del matrimonio; i gruppi domestici e le diverse forme di nucleo familiare; la discendenza, i clan, i lignaggi; il matrimonio come scambio: in forma chiara e sistematica la parentela, i suoi legami, la famiglia e le elaborazioni culturali che le ruotano intorno, alla base delle principali discipline antropologiche, dall’antropologia fisica, sociale e culturale all’etnologia, alla demologia. (Da sito Laterza)
Vedi indicePrefazione – 1. La parentela fra natura e cultura – 2. Etnobiologia della riproduzione – 3. La notazione delle relazioni parentali – 4. Le terminologie di parentela – 5. Divieto di incesto e regole matrimoniali – 6. Il matrimonio – 7. Famiglia e parentado – 8. I gruppi di discendenza – 9. Il matrimonio come scambio – 10. Lo scambio delle donne – Conclusioni – Bibliografia – Glossario – Indice dei nomi di popoli
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Viazzo Pier Paolo
Introduzione all'antropologia storica
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2014
Dopo un lungo periodo di disinteresse e diffidenza, antropologia e storia sono tornate a incontrarsi. È nata così l’antropologia storica, una disciplina di frontiera giovane ma già dotata di una sua autonomia e specificità. Seguendo percorsi che si snodano tra la ricerca sul campo e quella d’archivio, il libro esplora i principali terreni d’incontro tra storia e antropologia, tracciando un aggiornato bilancio della ricerca e risalendo alle indicazioni teoriche di autori classici. Emergono così i pregi e anche i limiti dei metodi che caratterizzano uno dei settori più dinamici nel panorama attuale delle scienze umane, il quale, dopo aver ridato voce alle masse silenziose della storia europea, si confronta ora con le storicità diverse e spesso enigmatiche delle culture extraeuropee. (Da sito Laterza)
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Aime Marco
Il primo libro di antropologia
Torino: Einaudi, 2008.
Che cos'è l'antropologia culturale? Se lo chiedete a una persona di media cultura, ne avrete forse una risposta abbastanza sensata. Se lo chiedete a un antropologo, preparatevi ad ascoltare una trattazione lunga e complessa dalla quale uscirete con le idee meno chiare di prima. Marco Aime prova a spiegare chi è e cosa fa un antropologo oggi, rovesciando gli approcci teorici tradizionali. In effetti la natura dell'antropologia non è piú cosí definita, di popoli sconosciuti da studiare ce ne sono sempre meno, i confini tra l'Occidente e il cosiddetto Sud del mondo sono sempre piú labili, i paradigmi del secolo scorso sono crollati e l'antropologo si trova ad affrontare problematiche sempre nuove, i terreni di ricerca sono mutati e in molti casi gli studiosi sono tornati a casa, occupandosi di eventi culturali vicini, contaminandosi con altri saperi. La purezza, cosí come l'oggettività, non è piú una virtú. Ai quattro angoli del mondo come sotto casa propria, l'antropologo osserva, guarda, ascolta, assaggia, tocca, annusa. Il suo sapere si costruisce su basi sensoriali, prima di arrivare a tradursi in teorie e modelli. Sul terreno, egli non vede strutture, società, politica, economia, ma gente che si incontra, parla, combatte, si scambia oggetti, produce, costruisce, mangia, si organizza, prega, vive. Perciò questo libro ha una scansione percettiva: parte dall'osservazione concreta di quanto è sotto gli occhi di tutti, per arrivare solo alla fine ai costrutti teorici piú ampi di un mondo intricato ed affascinante. (Da sito Einaudi)
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Sozzi Marina
Reinventare la morte: introduzione alla tanatologia
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2009
Chi vive oggi, tra il XX e il XXI secolo, affronta più di un disagio nel rapportarsi alla morte. Lo spaesamento nella relazione con chi ha subìto una perdita, l’imbarazzo a visitare un amico morente, il terrore di arrivare alla fine della vita non autosufficienti sono tutti indizi del fragile rapporto tra noi e l’idea della morte. Marina Sozzi rilegge la ‘rarefazione’ della nostra cultura funebre alla luce delle categorie antropologiche, ne ricerca le ragioni storiche e indaga i modi in cui la società è comunque riuscita a far fronte al trauma della morte, chiamando in soccorso ‘supplenti’ d’emergenza: la medicina, che si è presa cura dei morenti negli ospedali, la psicoanalisi e la psicologia, che hanno costruito il paradigma del ‘lavoro del lutto’. (Da sito Laterza)
Vedi indiceIntroduzione - Ringraziamenti - I. La tanatologia: da ambito della medicina a crocevia di saperi - II. Il valore esistenziale della tanatologia - III. Gli antesignani - IV. Le rappresentazioni collettive della morte - V. La condizione del morente e le scelte di fine vita - VI. I riti funebri, dal declino della tradizione all’invenzione della tradizione - VII. Perdita, cordoglio, lutto: il paradigma psicologico - Note - Bibliografia - Indice dei nomi
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De Sanctis Gianluca
La religione a Roma
Roma: Carocci, 2012
Quando ci si accosta a quella che viene definita – un po’ semplificando – “religione romana”, si ha l’impressione di imbattersi in un mondo esotico, quasi selvaggio, fatto di riti, credenze e divinità che incuriosiscono e impressionano l’osservatore moderno in virtù della loro distanza culturale. Il volume racconta il mondo religioso dei Romani proprio a partire dalle sue “stranezze”; si pensi alle tecniche divinatorie, ai sacrifici, alle interdizioni cui erano soggetti alcuni sacerdoti, alla divisione giuridica dei giorni, alla sconcertante varietà dell’universo teologico. Ne deriva, più che una storia, una lettura antropologica della religione romana, ricostruita attraverso il fitto intrico delle voci native, da Cicerone a Livio, da Varrone a Ovidio. (Da sito Carocci)
Vedi indiceIntroduzione. Una prospettiva “emica”
1. Che cos’è la “religione romana”
Religione, religio, religiones
Pervasività religiosa
Una religione politica
Un mondo di segni: presagi e prodigi
2. Luoghi
Il grande teatro della religione romana
Anatomia del lucus e presupposti teologici della città
Luoghi nevralgici: focolare e crocicchio
Sulla nozione di templum
Segni celesti e luoghi “augusti”
Urbs, pomerium e imperium
Cippi terminali e divinità del confine
3. Culti
La pratica rituale come sistema di comunicazione
Sacra publica e sacra privata
“Ingrassare” gli dèi
Sinossi del sacrificio pubblico
Hostia e victima
Evocatio e devotio: due forme particolari di votum
Sacrifici umani, forse che sì, forse che no
Il caso degli Argei e il modello interpretativo ovidiano
4. Sacerdoti
L’ordo sacerdotum e il rex sacrorum
I flamini e i castus del flamen Dialis
I pontefici, ovvero i signori del sacro
Il calendario romano di età repubblicana
La qualità giuridica dei giorni
Dies religiosi, dies atri e altri giorni speciali
Vestali, onori e tristi lutti
I feziali, il “patto colpito” e il problema della guerra giusta
5. Dèi
Politeismi e monoteismi
Rappresentazioni e tassonomie divine
Dii certi e indigitamenta
Nomina sunt consequentia rebus
Dèi come strumenti epistemici
Conclusioni. Il problema della credenza
Bibliografia
Indice dei nomi
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Favole Adriano
Resti di umanità: vita sociale del corpo dopo la morte
(Percorsi. Antropologia)
Roma; Bari: Laterza, 2012
Che ne è del corpo dopo la morte? Perché le società umane non si limitano a sbarazzarsi dei corpi, come se si trattasse di rifiuti organici? Perché alcune categorie di resti umani, dalle reliquie cristiane ai crani rimodellati dell’Oceania ai cadaveri imbalsamati di leader politici, destano il nostro interesse? E ancora: come spiegare l’avidità con cui gli Occidentali hanno raccolto e collezionato i resti di altre forme di umanità? Pur muovendosi nel contesto dell’antropologia culturale, “Resti di umanità”, con un linguaggio accessibile e un taglio interdisciplinare, si addentra nei territori della storia, della politica, della museografia, dell’anatomia e della biomedicina per indurre a riflettere sul rapporto ambivalente che gli esseri umani intrattengono con i corpi dei morti e con i loro resti. (Da sito Laterza)
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Lorusso Anna Maria
Semiotica della cultura
(Libri del tempo. Serie di semiotica)
Roma; Bari: Laterza, 2010
Che cos'è la semiotica della cultura? Cosa ne caratterizza l'approccio? In cosa si distingue dalla semiotica del testo o dalla socio-semiotica? Negli ultimi anni, lo sguardo della semiotica si è fortemente spostato su fenomeni sociali, culturali, etnografici, senza problematizzare forse abbastanza la definizione stessa di 'cultura', la specificità semiotica nell'osservare questo tipo di oggetti d'analisi, gli strumenti metodologici a disposizione. In queste pagine Anna Maria Lorusso introduce, con una presentazione sintetica e organica, ai temi basilari della semiotica della cultura e ai pensatori che hanno contribuito a definirne il campo, da antropologi come Lévi-Strauss o Clifford Geertz a linguisti come Jakobson, a semiotici come Roland Barthes, Umberto Eco, Jurij Lotman. (Da sito Laterza)
Vedi indice1. Qualche chiarimento preliminare, 3
1. Tre testi esemplari, p. 5 - 2. Il punto di vista culturale, p. 13 - 3. Autori e problemi, p. 23
2. Prodromi di uno sguardo semiotico sulla cultura, 28
1. L’approccio sistematico di Claude Lévi-Strauss, p. 29 - 1.1. L’approccio sistematico-strutturale, p. 29 - 1.2. Lo studio dei miti, p. 32 - 2. Processualità, narratività e logica del senso, p. 38 - 2.1. Il comparativismo strutturalista di Dumézil, p. 38 - 2.2. Da Propp alla narratività come costante del Senso, p. 41 -
3. Il linguaggio in azione di Roman Jakobson, p. 43 - 3.1. Il superamento delle antinomie saussuriane, p. 43 - 3.2. Stratificazioni di codici, p. 47
3. Unità e pluralismo della cultura: la teoria Jurij Lotman, 52
1. Cultura, comunicazione e traduzione, p. 52 - 1.1. La lezione dello strutturalismo, p. 53 - 1.2. La lingua come sistema modellizzante, p. 55 - 1.3. Il plurilinguismo, p. 57 - 1.4. Il ruolo della traduzione, p. 60 - 2. Modelli e tipologie della cultura,
p. 62 - 2.1. Le categorie topologiche, p. 64 - 2.2. Culture testualizzate e culture grammaticalizzate, p. 66 - 2.3. Passioni modello, p. 68 - 3. La vita dei testi, p. 72 - 3.1. Testi e comportamenti, p. 74 - 3.2. L’eterogeneità del testo, p. 76 - 4. La semiosfera come spazio di relazioni, p. 79 - 4.1. La semiosfera, p. 80 - 4.2. Traduzioni ed esplosioni, p. 83 - 4.3. La legge dell’asimmetria, p. 87 - 5. La memoria, p. 90 - 5.1. Memorie e dimenticanze, p. 90
4. Reti culturali e logiche interpretative, 96
1. Umberto Eco: enciclopedie, ideologie, traduzioni, p. 97 - 1.1. Semiotica e ideologia, p. 97 - 1.2. L’enciclopedia come formato della cultura, p. 103 - 1.3. La negoziazione sociale del senso, p. 110 - 1.4. La prassi semiosica, p. 114 - 2. Interpretazioni di interpretazioni: l’antropologia semiotica di Clifford Geertz, p. 118 - 2.1. La cultura come rete di significati, p. 118 - 2.2. Interpretazioni di interpretazioni, p. 122
5. Culture e discorsi sociali, 127
1. La critica della cultura di Roland Barthes, p. 128 - 1.1. L’ideologia delle forme, p. 129 - 1.2. La translinguistica, p. 131 - 2. Lo sguardo sociosemiotico: una forma di decostruzione culturale, p. 137 - 2.1. La produttività dei discorsi sociali, p. 138
- 2.2. Modi di interagire e regimi di senso, p. 140 - 2.3. Tra vedere e sentire, p. 142 - 3. La prassi enunciazionale, p. 147
6. Dalla semiotica della cultura alla semiotica generale, 154
1. Le soglie della semiotica, p. 154 - 1.1. La testualizzazione delle pratiche, p. 157 - 1.2. La costituzione delle semioticheoggetto, p. 166 - 2. Il problema dell’immanenza, p. 169 - 2.1. Contestualizzazione del testo e testualizzazione del contesto, p. 169 - 2.2. Le logiche della cultura, p. 171 - 3. Usi, abiti
e negoziazioni, p. 175
Ringraziamenti, 180
Riferimenti bibliografici, 181
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Piredda Maria Francesca
Sguardi sull’altrove: cinema missionario e antropologia visuale
Bologna: Archetipolibri, 2012
La produzione cinematografica degli Istituti missionari italiani rappresenta un tema ancora scarsamente esplorato sia dalla storia del cinema sia dall’antropologia visuale. È innegabile, infatti, come parlare di missioni significhi parlare dell’incontro tra culture differenti e come l’occhio della macchina da presa, ponendosi al servizio dei missionari sin dal primo decennio del XX secolo, ne abbia tradotto in immagini i sentimenti verso l’Altrove. Alla luce di un dibattito piuttosto controverso rispetto alle caratteristiche e agli oggetti di studio dell’antropologia visuale, il volume intende rispondere e verificare come e perché il cinema missionario possa dirsi “etnografico” e quale contributo possa fornire all’antropologia e alla storia del cinema. Attraverso studi di casi particolarmente significativi, l’attenzione si sofferma sull’analisi degli oggetti della rappresentazione, sulle modalità di costruzione del racconto (sia nel film di finzione sia nel documentario) e sui valori veicolati attraverso le immagini in movimento. (Da sito Clueb)
Indice non disponibile
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Bruni Attila
Lo studio etnografico delle organizzazioni
(Bussole)
Roma: Carocci, 2003
L’etnografia organizzativa consiste nell’osservare, descrivere e interpretare i processi quotidiani dell’organizzare. È un approccio che invita a guardare alle organizzazioni come a processi mai conclusi, arene di un (dis)ordine negoziato attraverso relazioni, linguaggi, oggetti e simboli. Il libro fornisce alcune indicazioni in merito al cosa significhi fare etnografia organizzativa e al come farla, mostrandone la rilevanza in termini teorici, metodologici, pratici e interpretativi. (Da sito Carocci)
Vedi indicePremessa/1.Un excursus storico introduttivo/Etnografia e antropologia/Etnografia e interazionismo simbolico/Etnografia ed etnometodologia/Etnografia e postcolonialismo/Per riassumere... 2.L’etnografia nelle dinamiche organizzative/Organizzazione, cultura, etnografia/Simboli e rituali organizzativi/Comunicazione ed estetica/Comunità di pratica e di apprendimento/Il genere come pratica organizzativa/La tecnologia come artefatto organizzativo/Frontiere: l’etnografia dei non-umani/Per riassumere... 3.Iniziare un’etnografia organizzativa/Deduzione e induzione/Scegliere un argomento/Negoziare l’accesso al campo/Per riassumere... 4.Fare etnografia organizzativa/Osservazione partecipante/Osservazione strutturata/Shadowing/L’intervista in etnografia/Le trappole dell’etnografia/Per riassumere... 5.Trucchi interpretativi e politiche dell’etnografia/Etnografia organizzativa e interpretazione/Interpretare i dati/Suggerimenti per l’interpretazione dei dati/Scrivere: una questione di stile/Per riassumere.../Bibliografia