Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale - classe 17
Collocazione: 5397

Autore: Bellotti Matteo
Data: 26/02/2007

Titolo: I FONDI PENSIONE E LA DESTINAZIONE DEL TFR: IL CASO FONDO PRIAMO

Relatore: Sartori Massimiliano

Autorizzazione per la consultazione: SI
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

Il sistema pensionistico italiano è tra i più particolari e complessi esistenti, sia per il numero dei diversi enti previdenziali pubblici, che hanno regole e costi diversi per fornire prestazioni pensionistiche differenti, sia per l’incredibile quantità di norme che regolano il settore e che vengono continuamente aggiornate e modificate. L’avvio e la diffusione di forme previdenziali integrative rispetto al regime pensionistico obbligatorio si pongono, ormai da diversi anni al centro del dibattito politico, coinvolgendo le parti sociali in un processo di riforma iniziato nei primi anni novanta. È dunque evidente l’estrema attualità che il tema dei nuovi ondi pensione riveste in un contesto socio-economico in continua evoluzione e alla ricerca di un migliore e più sostenibile equilibrio macroeconomico. L’argomento “fondi pensione” va dunque inquadrato in un ampio contesto, quale appunto quello di una modifica strutturale del sistema previdenziale italiano e, in tale ambito, si pone come uno degli assi portanti dello scenario che si sta delineando in materia di sicurezza sociale. In effetti, l’affermazione dei fondi pensione complementari dovrebbe consentire, almeno nelle intenzioni del legislatore, di ridurre il peso sopportato dagli enti pubblici di previdenza e divenuto ormai insostenibile e, allo stesso tempo, assicurare una copertura pensionistica complessiva in grado di garantire il mantenimento di un tenore di vita pressoché costante ai lavoratori aderenti. L’importanza della previdenza complementare non si esaurisce, però, sul piano sociale, ma è destinata ad estendersi altresì a livello economico-finanziario: nella loro veste di investitori istituzionali, i fondi pensione potranno divenire indiscussi protagonisti dei mercati finanziari italiani, così come è avvenuto in alcuni altri paesi e, onseguentemente, dei meccanismi di finanziamento delle imprese. In Italia i Fondi Pensione sono stati sino a qualche anno fa, principalmente legati a situazioni particolari ed hanno interessato specifiche categorie (bancari, assicurativi) o singole aziende che molto spesso introducevano esperienze già realizzate in altri Paesi. Infatti, la previdenza complementare Italia non ha registrato ancora quello sviluppo che si è avuto in altre Nazioni. Le ragioni sono molteplici e non sempre di facile interpretazione date le varie situazioni particolari. Alcuni privilegiano la tesi che la buona copertura del sistema previdenziale pubblico, unita all’esistenza abbastanza generalizzata di un’indennità di fine del rapporto di lavoro (TFR), sia la causa prima del non sempre soddisfacente afflusso di adesioni ai fondi pensione. Le maggiori difficoltà vengono da fattori quali la scarsa conoscenza della materia previdenziale da parte del grande pubblico, la preponderante presenza di piccole e piccolissime aziende, spesso a conduzione familiare, non vogliose di appesantire le proprie incombenze amministrative. Un quadro normativo generale meno soggetto a continui tentativi di cambiamenti, potrebbe stabilizzare la regolamentazione dell’industria dei fondi pensione in modo da renderla non incerta nella sua reale estensione e non disorientante per il lavoratore potenziale aderente. Dagli anni Novanta in poi, le modifiche apportate al sistema previdenziale pubblico, l'introduzione del D.Lgs. 21.04.1993 n.124, al quale hanno fatto seguito modifiche ed integrazioni legislative, che regolamenta le forme di previdenza complementare, ha aperto anche in Italia una più accentuata attenzione verso queste materie. Pertanto l'introduzione di Fondi Pensione attraverso la contrattazione collettiva si è andata sempre più affermando. Infatti, nelle varie tornate contrattuali nazionali e territoriali vi è stata una vera e propria esplosione del fenomeno previdenza complementare. Quasi tutte le piattaforme rivendicative, in occasione dei rinnovi contrattuali, hanno contenuto richieste per l'istituzione di Fondi Pensione. Dei contratti rinnovati ad oggi molti si sono chiusi con la previsione dell'istituzione di Fondi Pensione nazionali di categoria (nei settori chimici, metalmeccanici, del commercio, dei tessili, dell’industria agro-alimentare, etc.). Il decollo dei Fondi Pensione attendeva ormai solo l'emanazione della legislazione secondaria e delle norme regolamentative ed interpretative da parte della Commissione di Vigilanza su Fondi Pensione (COVIP). Com’è poi avvenuto dagli anni immediatamente successivi fino ai giorni nostri. Questa tesi si propone di affrontare il tema dei fondi pensione. A tale scopo, è stato esaminato il fondo pensione Priamo riservato ai lavoratori dipendenti del settore dei trasporti pubblici e dei lavoratori dei settori affini. Il primo capitolo introduce il lavoro, analizzando il sistema previdenziale italiano e la sua evoluzione. In esso vengono descritti i tre pilastri del sistema: il primo è rappresentato dal sistema previdenziale pubblico, destinato ad erogare trattamenti pensionistici di base in cui l'ente portante di tale pilastro è costituito dall'Inps, il secondo è formato da forme previdenziali complementari rispetto alle precedenti e realizzate attraverso l’adozione di un regime collettivo o aziendale, i cosiddetti fondi pensione ed il terzo pilastro, infine, opera a livello individuale e su base volontaria, mediante la predisposizione di strumenti finanziari e assicurativi che consentono al lavoratore di poter scegliere tempi e modi nell’erogazione delle prestazioni. Viene poi esaminata la riforma apportata dal D.L.252 del 5 dicembre 2005 che ha introdotto alcune significative innovazioni per quanto riguarda le tipologie e le modalità di erogazione delle prestazioni. A concludere il capitolo, l’accenno delle novità apportate dalla Finanziaria 2007 al sistema previdenziale vigente che verranno poi esaminate successivamente. Il secondo capitolo, infatti, si apre con l’esaminare nello specifico le novità apportate dalla Finanziaria 2007 al Decreto Legge 252 del 5 dicembre 2005. Queste riguardano le due diverse modalità di adesione, esplicita o tacita, con cui il lavoratore dipendente privato può manifestare la sua scelta in merito alla destinazione del proprio Tfr. Il terzo capitolo cerca di definire il concetto di fondo pensione spiegando i suoi requisiti e l’iter di costituzione e approvazione. Vengono descritte inoltre la modalità di adesione, la quale può essere facoltativa o avvenire attraverso la sottoscrizione di un apposito modulo, e la modalità di uscita dal fondo che si ha o quando cessa il rapporto di lavoro oppure quando si ha un trasferimento a nuovo fondo pensione . Il quarto capitolo si focalizza sulle diverse tipologie dei fondi pensione, gestiti secondo i criteri della capitalizzazione individuale. Viene analizzato il finanziamento di tali fondi, il loro funzionamento e i vantaggi fiscali che l’adesione comporta. Successivamente vengono esaminate nello specifico le diverse situazioni di uscita dal fondo, che possono avvenire per cessazione del rapporto di lavoro o per trasferimento ad un nuovo fondo pensione e inoltre le diverse possibilità per ottenere l’anticipo. Il lavoro si conclude con l’analisi del Fondo Pensione Priamo, riservato ai lavoratori dipendenti del settore dei trasporti pubblici e dei lavoratori dei settori affini, cercando di analizzarlo sulla base dei capitoli precedenti.

 
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