Biblioteca Mario Rostoni - LIUC

Catalogo delle tesi di laurea

Facoltà: Economia Aziendale - classe 17
Collocazione: 3827

Autore: Bagnati Dario
Data: 24/02/2005

Titolo: RFID E SUPPLY CHAIN: UN CASO NEL SETTORE DELL'ABBIGLIAMENTO

Relatore: Pigni Federico

Autorizzazione per la consultazione: SI
Le tesi si possono consultare unicamente in sede

Abstract

L’RFID, acronimo di “Radio Frequency Identification”, è una tecnologia di identificazione automatica la cui introduzione risale agli anni quaranta, ma solo negli ultimi tempi, dopo un lungo periodo di sperimentazione sta finalmente entrando in una fase di maturità e sembra pronta ad affermarsi in numerosi settori produttivi. I motivi da cui dipende questo lungo periodo di incubazione sono essenzialmente di natura economico-tecnologica: ci sono voluti parecchi anni prima che la tecnologia elettronica raggiungesse una maturità tale da offrire i componenti necessari a dei costi competitivi. Oggi il progresso tecnologico e la crescente standardizzazione hanno portato a una riduzione dei costi tale da rendere profittevole l’adozione dell’RFID in molti processi produttivi migliorando sensibilmente lo svolgimento delle attività aziendali lungo tutta la supply chain. Il presente lavoro si pone proprio come obiettivo quello di capire in che modo l’introduzione della tecnologia RFID possa migliorare l’efficienza dei processi aziendali consentendo una sensibile riduzione dei costi e dei tempi e contribuendo al miglioramento del sistema informativo aziendale. Nei primi capitoli si spiega che cos’è l’RFID, da quali elementi è composta e come funziona dedicando particolare attenzione al problema degli standard, punto chiave per il suo sviluppo. L’idea su cui si basa è semplice: si utilizza un’etichetta “intelligente” chiamata tag o transponder per identificare in maniera univoca qualsiasi oggetto, persona o animale. Il transponder a differenza di un semplice barcode consente di memorizzare all’interno dell’oggetto l’informazione desiderata e di trasmetterla tramite onde radio a un dispositivo di lettura che a sua volta la invia a un calcolatore che la elabora. In seguito si sono confrontate le caratteristiche della tecnologia RFID con il codice a barre evidenziando i pregi e i limiti di entrambe le soluzioni. Nei capitoli quarto e quinto si sono evidenziati i benefici che un sistema RFID può offrire a tutta la supply chain con particolare attenzione alla fase produttiva e distributiva. A tal proposito si è analizzato il caso Goldwin, una società giapponese che opera nel settore dell’abbigliamento sportivo che ha deciso di risolvere le inefficienze del proprio sistema logistico produttivo attraverso l’utilizzo di questa tecnologia. L’analisi è stata caratterizzata da numerosi problemi nel reperire tutte le informazioni necessarie per uno studio dettagliato a causa della reticenza di Goldwin nel fornire i dati di carattere economico richiesti. L’analisi si è quindi basata su un’attenta intervista del dott. Stefano Franchin, amministratore responsabile della progettazione hardware di Euro Link, l’azienda che si occupa dello sviluppo di applicazioni basate sulla tecnologia a radio frequenza a cui Goldwin si è rivolta per la ristrutturazione e la riorganizzazione delle proprie attività. Nel capitolo sesto si sono evidenziati i principali elementi che il management aziendale deve tenere sotto controllo per favorire al meglio l’introduzione di questa tecnologia in azienda. Si sono fatte poi delle considerazioni di carattere economico circa il costo dei vari componenti di un sistema RFID e dei cenni ai problemi di salute e privacy. Concludendo, per sottolineare la sua importanza, si è spiegato perché l’RFID può essere considerata una general purpose technologies e in che modo in futuro potrà diventare indispensabile per lo svolgimento di funzioni essenziali in molti prodotti e processi nei settori più diversi.

 
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