LIUC Papers n. 269, dicembre 2013 - Impresa e mercati finanziari, 9

Private equity: il quadro regolamentare italiano e le prospettive di armonizzazione alla luce della direttiva AIFM

Alessandra Bechi, Ilaria Peci

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Sommario

Il presente lavoro ha, quale obiettivo, quello di evidenziare, sotto alcuni profili, come la Direttiva AIFM potrebbe offrire al nostro Paese la possibilità di semplificare le procedure e gli adempimenti di vigilanza a cui sono tenuti i gestori di fondi di private equity, attenuando non solo il problema della sovra regolamentazione, ma anche gli svantaggi competitivi rispetto ai principali Paesi comunitari. Il processo di implementazione condizionerà le caratteristiche di questo settore in un mercato che diverrà “aperto”, con l’introduzione del passaporto europeo dal punto di vista della gestione e della commercializzazione dei fondi. Si è voluto analizzare il caso francese, dove si è assistito, nel corso degli anni, a numerosi cambiamenti nell’ambito della vigilanza sugli intermediari e negli obblighi informativi ed organizzativi a cui sono soggetti, che hanno contribuito ad una notevole riduzione dei costi a carico degli operatori. Quest’ultimo aspetto ha consentito una maggior diffusione di strumenti destinati alle piccole e medie imprese, che rappresentano il segmento più rilevante anche nel sistema produttivo italiano. Si illustrano alcune caratteristiche del modello francese che possono costituire fonte di ispirazione per il nostro mercato.

Abstract

This paper aims to illustrate how the AIFM Directive offers to our country the possibility of simplifying the procedures and requirements to which the private equity players are subject, not only mitigating the over-regulation, but also the competitive disadvantages compared to the main EU countries. The characteristics of the sector in the next future will depend on the implementation process of Directive in a market that will become “open” in the management and marketing of funds. We analyzed the French case, where we have witnessed over the years to many changes in the field of supervision, disclosure requirements and organizational policies for intermediaries, which contributed to a considerable reduction in costs borne by the financial players. This last profile has made it possible a greater diffusion of risk capital for small and medium enterprises, which also represent the majority of the Italian productive system. Some characteristics of this models can be an example from which to take inspiration for the domestic market.

 
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