LIUC Papers n. 197, dicembre 2006 - Economia e Impresa, 51

Il ruolo dell’informazione nella relazione tra concorrenza ed inefficenza-x: ambiguità teoriche della “product market competition”

Alessandro Graffi

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Sommario

In questo lavoro si è esaminato il finora insoddisfacente tentativo compiuto dalla teoria di dare formale dimostrazione della tesi, ampiamente condivisa e sostenuta dall’evidenza empirica, secondo la quale una maggiore concorrenza sul mercato dei beni riduce il grado di inefficienza-x delle imprese. Sia attraverso un approfondito esame critico della letteratura esistente, sia elaborando una semplice ma originale analisi teorica, si è cercato di cogliere ed evidenziare le ragioni degli ambigui e contraddittori risultati finora presenti in letteratura: a fronte di un problema di inefficienza interna che nasce da un problema informativo, la ricerca teorica non ha paradossalmente tenuto conto del fondamentale ruolo informativo che la concorrenza può svolgere agendo quale “parametro di valutazione”. In particolare, la concorrenza non è messa nella condizione di attenuare il vantaggio informativo del manager e non ha pertanto alcun effetto diretto su i costi d’agenzia. Si è inoltre mostrato come nei principali modelli presenti in letteratura non esiste, in realtà, alcun meccanismo economico mediante il quale la concorrenza sul mercato dei beni è in grado di influenzare i costi di agenzia e quindi il grado di inefficienza-x delle imprese. Ne consegue che gli ambigui risultati ottenuti dalla letteratura, che mostrano l’esistenza di una relazione non monotonica tra concorrenza ed efficienza interna, derivano unicamente dagli effetti della concorrenza sulla profittabilità diretta e strategica derivante da una riduzione dei costi unitari di produzione: il beneficio marginale generato da una riduzione dei costi, oltre un certo grado di concorrenza, si riduce all’aumentare della concorrenza (al crescere del numero delle imprese), così da indurre il principale a richiedere al proprio manager livelli ottimi (di second best) di impegno via via inferiori. Questa conclusione è rafforzata dal fatto che in molti dei modelli esistenti in letteratura vi è un’implicita ipotesi di rendimenti di scala crescenti.

Abstract

This work delves into the so far unsatisfactory attempt made by theory to provide formal proof of the thesis, which is widely shared and supported by empirical evidence, that a stronger product market competition reduces the degree of firm x-inefficiency. Both through an in-depth critical examination of existing literature and through the development of a simple but original theoretical analysis, this work tries to grasp and highlight the reasons for the ambiguous and contradictory results achieved in literature so far: faced with a problem of internal inefficiency arising from an information problem, theoretical research has not paradoxically taken into account the major information role which competition may play, acting as an “assessment standard”. Particularly, competition is not enabled to reduce the manager’s information advantage and hence has no direct impact on agency costs. In addition, it has been proved that in the main models defined in literature no economic mechanism actually exists through which product market competition can influence agency costs and accordingly the degree of corporate x-inefficiency. What ensues therefrom is that the ambiguous results attained by literature, showing the existence of a non monotonic relationship between competition and internal efficiency, exclusively stem from the effects of competition on direct and strategic profitability arising from a reduction of unit production costs: the marginal benefit engendered by cost reduction, beyond a certain degree of competition, decreases as competition increases (as the number of enterprises grows), so that the employer is induced to demand to his manager increasingly lower optimal (second best) levels of effort. This conclusion is supported by the fact that many of the models existing in literature feature an implicit hypothesis of increasing returns to scale.

 
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