LIUC Papers n. 193, agosto 2006 - Economia e Impresa, 49

La salvaguardia della libertà di entrata e di uscita dal mercato quale elemento fondante di una corretta ed efficace politica per la concorrenza.

Alessandro Graffi

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Sommario

In questo lavoro si è cercato di sostanziare una forte posizione di critica nei confronti del modo con cui è stata tradizionalmente disegnata ed attuata la politica per la concorrenza, ed in particolare quella antitrust, nella maggioranza dei paesi avanzati, in considerazione del ruolo cruciale che tale intervento normativo è in grado di svolgere nel promuovere la competitività internazionale delle imprese e del sistema produttivo nazionale nel suo complesso. Disegnare ed attuare in modo appropriato la politica per la concorrenza è, infatti, il primo indispensabile passo da compiere per consentire alle imprese nazionali di operare in un ambiente realmente concorrenziale che potrà stimolare in modo adeguato la loro efficienza produttiva (interna e dinamica) e, di conseguenza, accrescere la loro competitività su i mercati internazionali. In particolare, l’intento è dimostrare come una politica per la concorrenza che vuole realmente promuovere e tutelare in modo corretto ed efficace il suo benefico operare in un’economia di mercato per quello che essa effettivamente è, ossia un processo dinamico di rivalità tra le imprese che genera innovazione agendo in un contesto in continuo mutamento, e pertanto incerto, che essa stessa contribuisce a modificare, dovrà avere quale suo elemento fondante la salvaguardia della loro libertà di entrata e di uscita dal mercato, piuttosto che basarsi, come tradizionalmente è avvenuto, su parametri quali la loro dimensione e il loro numero. Si è cercato di trovare adeguato sostegno e conferma a questa tesi, non solo nella moderna teoria economica della concorrenza, ma anche nella pratica antitrust, con riferimento sia alla concreta impostazione ed attuazione della politica per la concorrenza da parte di specifici paesi (Germania), sia ai provvedimenti adottati dalle autorità preposte per risolvere specifici casi antitrust nazionali e non (caso Aprilia - Piaggio, caso Heineken - Birra Moretti, caso Microsoft, ecc).

Abstract

In this work an attempt has been made to substantiate a strong critical position towards the traditional way of planning and implementing competition policy in the majority of advanced economies, in consideration of the crucial role that such a policy can play in promoting international competitiveness of national firms and production system. Properly planning and implementing competition policy is, in fact, the first necessary step that should be undertaken in order to consent national firms to work in a milieu which is actually competitive and able to adequately stimulate their productive efficiency (internal and dynamic) and, as a consequence, to increase their competitiveness in the international markets. In particular, this work intends to show how a competition policy– aiming at actually promoting and protecting in a correct and effective way its beneficial effects in a market economy in its real meaning, that is as a dynamic process of rivalry among firms generating innovations and acting in a continually changing, and thus uncertain, context– should have as its cornerstone the safeguard of their freedom to enter (and go out of) the market, rather than to be based, as traditionally occurs, on parameters such as their dimension and number. An adequate support and acknowledgement to this thesis has not only been searched in the modern competition theory, but also in the antitrust practice, with regard both to the real-world design and implementation of competition policy by some specific countries (Germany) and to the measures adopted by the antitrust authorities in order to solve specific antitrust cases, national or not, (Aprilia – Piaggio case, Heineken – Birra Moretti case, Microsoft case, etc.).

 
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