LIUC Papers n. 120, marzo 2003 - Economia e istituzioni, 9

Il piano strategico

Cristina Castello

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Sommario

Il Piano Strategico è un nuovo strumento di governo del territorio che viene presentato da tutti come la risposta degli enti locali alle nuove esigenze legate alla globalizzazione. Questo fenomeno, di cui tanto si discute, ha posto al centro dell'attenzione l'ente locale e il ruolo propulsore dello sviluppo che ha assunto in questa nuova era. In un'epoca di comunicazione veloce, di confronti, ma anche di influenze reciproche è importante che ciascuno si ritagli un "pezzo di mondo". L'ente locale, allora deve, puntando sulle proprie risorse, trovare un'immagine condivisa del proprio territorio che possa facilmente essere diffusa all'esterno e in cui tutti si riconoscano. Il Piano Strategico propone, infatti, una rappresentazione del divenire del territorio prendendo in considerazione tutti gli aspetti che lo caratterizzano, da quelli geografici e storici, a quelli economici e sociali. Esso è il risultato di un lungo processo in cui viene coinvolta tutta la collettività al fine di coinvolgere il maggior numero di soggetti nei progetti in cui esso si articola per recuperare risorse, ma nello stesso tempo per rendere coerente l'azione dell'amministratore con le esigenze della collettività. Esiste una crisi innegabile di comunicazione tra collettività ed amministrazione che slega le relazioni tra chi invece, essendo l'uno la rappresentanza politica dell'altro, dovrebbe stare in stretta correlazione. Alcuni hanno detto di "umanizzare" la città per renderla più vivibile e più vicina alle persone: la pianificazione che promuove uno sviluppo urbano sostenibile deve essere l'occasione di ricostruire il senso della comunità e di una identità urbana. È il principale momento della partecipazione che dovrebbe rendere vincente il Piano Strategico. Ci si orienta verso una forma di pianificazione che raccolga le esperienze fatte e legislativamente previste nell'ambito della programmazione economica e sollecitate dalla riforma della Pubblica Amministrazione che spinge verso forme di gestione sempre più partecipate da parte della collettività.

Abstract

The "Strategic Plan" is a new instrument for territory management, described as the local governments' answer to all their new needs related to globalization. This phenomenon, much talked about, has placed the local government at the center of attention, enhancing its dynamic role in development in this new eve. Fast communications, together with continuous comparison and reciprocal influences, have forced every public institution to deal with a little "piece of the world". That's why a local government has to represent its own idea of territory development, which should be easily spread to stakeholders. In fact, the "Strategic Plan" takes care of every item concerning territory development, such as geographical and hystorical elements, but also social and economic ones. The plan is the result of a long process, involving the greatest number of people possible, in the component projects, in order both to apply for financial resources, and to make the public policy coincide with needs of the collectivity. At the moment, there's an obvious lack of communication between the collectivity and local administrators which distance people from politicians. Some have proposed to "humanizing" the cities in order to make them more livable and closer to the people: planning and promoting a sustainable urban development must be the opportunity to re-build the sense of belonging to a urban community. The community's participation in the projects is the main waget made by governments who believe the strategic plan will be a winning instrument. They are oriented towards a form of planning that builds on experience made and foreseen by the legislation in terms of economic planning and given incentive by the reform of Public administration moving towards a form of management in which the collectivity plays an ever more important part.

 
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