LIUC Papers n. 109, giugno 2002 - Economia e istituzioni, 7

Biased Ministers, Inefficiency and Control in Distributive Policies:An Application to the EC Fisheries Policy

Fabio Franchino, Anne J. Rahming

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Sommario

Secondo la letteratura, è alquanto improbabile che i legislatori adottino politiche inefficienti all'unanimità. Tuttavia, l'aumento sistematico ed unanime delle quantità di Massima Pesca Ammissibile (Total Allowable Catch), sotto gli auspici della politica della pesca comune, è inefficiente secondo gli standard internazionali riconosciuti. Il saggio sviluppa un gioco di politica distributiva per affrontare questo problema basandosi sul presupposto che le formazioni più specializzate del Consiglio dei Ministri CE siano composte da attori politici con preferenze di parte e che si comportino come istituzioni senza controllo. Il paper mostra come, lungo un periodo di sedici anni, tali ministri siano meno interessati alla tutela ambientale, più vicini agli interessi dei pescatori e più di destra rispetto ai loro governi. L'articolo sviluppa anche un test delle preferenze di tutela ambientale della Commissione Europea. Infine, viene spiegato come tali posizioni determinino i risultati della politica della pesca comune e come il Consiglio abbia cercato di risolvere i problemi generati delle proprie decisioni e dall'attuazione della politica limitando la discrezionalità delle autorità nazionali e delegando poteri alla Commissione Europea.

Abstract

The literature asserts that legislators are unlikely to adopt inefficient policies unanimously. But, the systematic and unanimous increase in quantities of Total Allowable Catch, under the auspices of the Common Fisheries Policy, are inefficient by internationally recognised standards. This article develops a game of distributive politics to explain this puzzle. The game is based on the assumption that specialised council formations are composed of preference outliers and behave like ‘runaway institutions'. The article shows how, over a sixteen year period, ministers are significantly less concerned with environmental protection, more supportive of (agri-)fishery issues and more right wing than their governments are. The article also tests the conservationist preferences of the European Commission. Finally, we map these preferences into the policy output of the CFP and show how the Council deals with problems created by its own decisions and by national implementation through the restraining of national authorities and delegation to the Commission. Key words: control, Council formations, fisheries, inefficiency, policy preferences.

 
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